domenica 10 luglio 2016

Gian Luca Di Nunzio: Il triathlon è una condizione mentale

Matteo Simone 

Approfondendo sempre di più il campo dello sport, soprattutto gli aspetti che contribuiscono al benessere e alla performance, si conoscono persone straordinarie che trovano nello sport estremo piacere e sperimentano l’importanza non solo del corpo ma soprattutto dell’abilità mentale.

È importante, prima di tutto, prima di tutto di appassionarsi e motivarsi nella pratica di una disciplina sportiva e poi di continuare a sperimentare benessere fino ad arrivare a prestazioni eccellenti, vere performance che ti fanno star bene, fanno credere nelle tue capacità di trasformare sogni in realtà, di seguito l’esperienza sportiva fisica e mentale di un triatleta. 

venerdì 1 luglio 2016

Manuel Pozzerle, snowboard: se non ci sei con la testa non vai da nessuna parte




 

 

Manuel Pozzerle diventa campione nazionale di snowboard nel 2014, si classifica terzo in Coppa del Mondo di Snowboard nella stagione 2014-15, vince il suo primo titolo mondiale a La Molina, in Spagna ai Campionati del Mondo 2015.

Molto disponibile Manuel nel rispondere ad un mio questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance per conoscere gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance. Di seguito si presenta e racconta la sua esperienza.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Per fortuna si, quando ho vinto la Coppa Europa in Olanda circa 3 anni fa, la prima volta non si scorda mai.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Una serie di coincidenze, non ci pensavo affatto. E’ stata un amica a propormi la cosa, io mi divertivo a fare snowboard a nient’altro. Poi ho provato a fare una gara e l’adrenalina che ho sentito quella volta è diventata una droga. Da lì mi sono buttato a capofitto e non ho ancora mollato.”

Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Fortunatamente no. La cosa difficile è far coincidere gli allenamenti e gare con il lavoro e la famiglia.”

Gabriele Lilli: importante scollegare la testa dal corpo negli sport di endurance


Matteo SIMONE

 

Dico sempre che lo sport avvicina persone, culture, popoli e mondi, ed infatti lo sport mi ha avvicinato a tante persone ed uno di questi è Gabriele Lilli durante una corsa a piedi della lunghezza di 50km dove c’erano lunghissime salite e bisognava fare attenzione al percorso per non rischiare di sbagliare strada, bisognava idratarsi perché era tanto caldo. Di seguito Gabriele ci spiega il suo approccio allo sport.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campione no, però ho avuto stadi estatici importanti. Sbalorditivi, una sorta di sensazione di onnipotenza. Sia nella pesistica che in bici, in piscina o tanto più nella corsa, sia brevi/veloci che lunghe/lente. I campioni vanno a podio, a me non è mai capitato, ma non è un problema, perché pratico sport per battere i miei limiti, chiaramente rispettandomi.”

In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Attraverso la fatica. Quando si fatica, la tua mente forgia nuove alternative, nuove possibilità, per cui anche nuove forme di benessere e quindi di felicità.”

Lo sport di endurance permette di conoscersi, di sperimentare la fatica insieme, accomuna, c’è condivisione nella fatica e nella soddisfazione a riuscire nel portare a termine la gara, considerata un’impresa, un obiettivo da raggiungere.

Come hai scelto il tuo sport? “Ho solo seguito l’istinto e ascoltato ciò che avevo nel cuore.”

Intervista ad Annalisa Gabriele dopo la staffetta 12xmezz’ora – 4 Giugno 2016


A cura di STEFANO SEVERONI

 

  
Sabato 4 Giugno 2016 presso l’impianto sportivo Nando Martellini in Roma c’è stata la Staffetta 12xmezzora dalle ore 16 alle 22.00. 54 squadre hanno partecipato alla manifestazione, un evento non solo sportivo, bensì una manifestazione culturale della durata di tre giorni (3/5 giugno) il cui obiettivo è coniugare in sé sia lo sport, sia l’attività di promozione sociale e culturale dedicata agli sportivi e a tutta la cittadinanza. Per la cronaca agonistica, in campo maschile ha vinto Podistica Solidarietà 1 (94˙226 m) davanti a Ozimo Team (91˙377 m) e Atletica La Sbarra Team Black (89˙538 m) e in campo femminile Atletica La Sbarra Team Purple (76˙037 m).

 
  Abbiamo intervistato Annalisa Gabriele dopo la gara, al fine di cogliere cosa rappresenta partecipare a una manifestazione, che ha visto tanti protagonisti, dagli atleti, agli organizzatori, allo speaker, ai Giudici di Gara, agli espositori nei numerosi stand, che hanno coinvolto tante persone. L’atleta tesserata per ASD Amatori Villa Pamphili ha gareggiato alle ore 20.00 con Ozimo Team, coprendo la distanza di 7˙953 m = 3’46” al km = 15˙897 km/h.

Una gara ‒ la Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturali Sport Against Violence. Raccontaci la tua esperienza personale. È il secondo anno che partecipo a questa splendida manifestazione e la trovo davvero stupenda. Quasi sempre si corre per il proprio piacere, per raggiungere un obiettivo personale. Ma sabato sera questo traguardo si amplia. La nostra corsa può assumere un significato più importante. E diventa il pretesto per portare avanti i diritti e le problematiche di chi non a voce.

STEFANO SEVERONI dopo la Staffetta 12xmezzora 4 GIUGNO 2016

a cura di STEFANO SEVERONI

La Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturali Sport Against Violence. Ho corso dalle ore 20 alle 20.30, con condizioni meteorologiche favorevoli, non mettendo neanche il cappellino e gli occhiali come sono abituato in altre occasioni. Ho apprezzato la presenza dei numerosi stand all’interno del campo e le varie attività, partecipando a una seduta di yoga. Mi sono venute in mente le edizioni della Staffetta 24x1ora, a cui già partecipai negli anni Ottanta, qui alle Terme, poi alla Farnesina, allo Stadio delle Aquile (ora Paolo Rosi) e a Ostia. Allora alcuni campi erano addirittura in terra battuta.
Ero reduce dalla Maratona di Sicilia di due giorni prima. Il giorno precedente avevo corso un’oretta più dieci allunghi: l’obiettivo era ora di correre a sensazione senza assilli cronometrici.
Una volta a settimana corro le ripetute in pista. In passato ho corso una decina di staffette e una decina di gare di mezzofondo prolungato. Per la mia tecnica di corsa sono più adatto alla strada. Ma una volta ogni tanto non mi è sgradito cimentarmi nelle gare in pista all’aperto. L’unico luogo mai frequentato è la pista indoor. Bellissimi i trail, ma pericolosi. Essendo stato investito nel 2010 da un’auto sulle strisce pedonali e riportato la frattura del femore destro, cerco di evitare situazioni non agevoli quali appunto i trail.
Staffetta 12xmezzora: la definizione è un po’ impropria, in quanto non c’è scambio di un testimone come nelle staffette 4x100 m e 4x400 m, ma un avvicendarsi di atleti appartenenti a un team a una prova di corsa di resistenza.

Francesco Bona: essendo l'atletica il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare allo sci


Francesco Bona vanta quattro belle prestazioni che considera le gare della sua vita: 

mezza maratona di Belgrado,
terzo posto alle Universiadi, 
titolo italiano di mezza di Cremona,
titolo italiano allievi sui m. 2000 siepi. Di seguito si racconta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho praticamente sempre fatto atletica fin da bambino 6 anni. Facendo una attività ad alto livello ho dovuto rinunciare ad altri sport che da giovane praticavo come hobby ad esempio lo sci che mi piacerebbe ripraticare.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa?No, o meglio essendo l'atletica il mio ‘lavoro’ ho dovuto rinunciare ad esempio allo sci.

giovedì 30 giugno 2016

INTERVISTA A TIZIANA BINI DOPO LA STAFFETTA 12XMEZZORA – 4 GIUGNO 2016

STEFANO SEVERONI

Una gara ‒ la Staffetta 12xmezzora ‒ all’interno di una manifestazione culturale Sport Against Violence. Raccontaci la tua esperienza personale. Le gare di questo tipo sono sempre una bella sfida. Io sono “di resistenza”, adoro le maratone e le ultra, ma non sono velocissima e non faccio allenamenti in tal senso, per cui mettermi alla prova e dire “hai 30 minuti per dare tutto” è un’esperienza ogni volta nuova.
Cosa hai pensato durante la gara? Hai prestato attenzione al tuo corpo, al ritmo di corsa, all’ambiente o agli altri? Ascolto sempre me stessa quando corro. Corro perché mi piace la sensazione che mi trasmette il corpo quando corro. Ha dato un po’ fastidio il caldo (ho corso al turno delle 16:00) e sono stata ben attenta a mantenere la testa fresca.
Correre in pista per mezz’ora in un anello di 400 m e in senso rigidamente antiorario. Ti risulta più difficoltoso che correre su strada o in un parco? Decisamente si, anche se svolgo molti allenamenti sulla monotonia del tapis roulant, ma in pista c’è l’aggravante delle curve sempre nella stessa direzione che stressano le articolazioni.
Staffetta 12xmezzora: la definizione è un po’ impropria, in quanto non c’è scambio di un testimone come nelle staffette 4x100 m e 4x400 m, ma un avvicendarsi di atleti appartenenti a un team a una prova di corsa di resistenza. Hai percepito lo spirito di squadra? Si, la regola si sapeva e sapevo di dover far bene per mia soddisfazione, ma anche soprattutto per le colleghe dei turni successivi.
Alla gara hanno partecipato anche atleti con alcune forme di disabilità. Hai apprezzato la loro presenza e il loro supporto? Lo sport è di tutti e tutti ne hanno diritto. Questo messaggio dovrebbe passare ad ogni manifestazione.
Lungo il percorso c’erano ristori con acqua. Ma purtroppo anche nel mondo dell’atletica leggera c’è chi non si accontenta di ciò che offre la natura, ma assume sostanze dopanti, un fenomeno da debellare. Cosa ne pensi? Condanna assoluta. Lo sport dev’essere pulito, al di sopra di ogni sospetto di illecito. Non è un obbligo praticarlo, non è un dovere vincere. Mezzi propri. Tolleranza zero per chi bara, in qualsiasi modo lo faccia.

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