martedì 8 agosto 2017

Cassi Roberto: La gara più massacrante la 100 km del passatore avevo 18 anni

Matteo SIMONE 
3804337230- 21163@tiscali.it 

A volte c’è bisogno di qualche nome per farti appassionare allo sport, all’epoca c’erano atleti quali Cindolo con un personale sui 10000 metri di 28'27" e sulla Maratona di 2h11'45” e che ha vinto i Campionati Italiani di Atletica 14 volte. 

Altro forte atleta è stato Franco Fava con i seguenti personali 3000 siepi 8'18", 5000 m 13'21", 10000 m 27'42", 20000 m 58'43" Record nazionale, maratona 2h12'54", quattro volte campione italiano nei 3000 siepi, 5 titoli italiani del cross.
Di seguito Roberto Cassi classe 1957, racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato a correre nel 1975 quando c’erano  ancora Cindolo, Fava, ecc.. Io ero uno dei tanti giovani che correvano per puro divertimento, prima avevo giocato a hockey su prato, dopo poche gare vidi subito che era uno sport per me e così mi hanno tesserato per il G.S Maiano dove c'era un bel gruppo, la mia passione fu condivisa anche dalla mia famiglia, mio padre mi seguiva sempre, dopo pochi mesi ero già considerato un campioncino però io mi comportavo sempre da  appassionato del mio sport.

Lo sport che ti fa sempre rialzare, ti rimette sempre al mondo


Lo sport che ti fa diventare più produttivo e propositivo al lavoro; lo sport che ti fa divertire e che ti fa trovare tempo libero per dedicare a te stesso perché la vita è ora e non quando vai in pensione.
Lo sport come stile di vita, come educazione al rispetto di regole e di persone che siano compagni di squadra o avversari; lo sport che ti fa elaborare situazioni e pensieri, ti fa scaricare energie e stress, ti apre il cuore e la mente.

Leonardi Daniele, ultrarunner: Il Mio Cammino, sapersi guardare dentro

Matteo Simone 
 

Non si è mai pronti per un lungo cammino come può essere l’intero cammino di Santiago da Campostela che comporta tanti giorni di cammino lontani dal lavoro, dalla famiglia, da casa, ma a volte si prende la decisione e si smette di rimandare, è quello che ha fatto Daniele a un certo punto della sua vita.

Conosco Daniele da tanti anni, si può dire che ho iniziato a correre con lui e un altro amico Mauro Ceschin, con la stessa squadra, qualche allenamento insieme, qualche gara insieme, poi Mauro è partito e ognuno ha preso la sua strada, squadre diverse, direzioni diverse, ogni tanto ci siamo rincontrati piacevolmente.
Di seguito Daniele racconta la sua esperienza, rispondendo ad alcune mie domande, prima del convegno sul cammino organizzato a Barletta da Enzo Cascella, presidente della società Barletta Sportiva.

Viola Giustino: Solo il fatto di correre mi fa sentire una campionessa!

Matteo Simone 

Ad Adelfia in occasione della “Correndo tra i vigneti” una gara di circa 9,300 km i vincitori sono stati i giovanissimi Viola Giustino (Giovani Atleti Bari) in 33’26”, fortissima atleta pugliese residente a Cassano delle Murge, e Dario Santoro con l’ottimo crono di 28’10”, già campione Italiano di Maratona nel 2015.

La classifica femminile continua con Francesca Labianca (Alteratletica Locorotondo), seconda in 35’02”, Daniela Tropiano (Atletica Monopoli) terza in 37’39”, Raffaella Filannino (Atletica Disfida di Barletta), quarta in 38’16”, Filomena Casaluce (Bitonto Sportiva), quinta in 39’24”, Nicoletta Ramunno (Montedoro Noci), sesta in 39:42, Valeria Cirielli (Amatori Atletica Acquaviva) settima in 40:48, Alessia Santonastaso (Free Runners Molfetta), ottava in 40’53”.

Marcello Spreafico: Ultramaratona, uno sport in cui conta più la testa delle gambe


La passione per lo sport di endurance continua, così come continua l’approfondimento attraverso la conoscenza di tanti ultrarunner.

Rispondendo ad alcune mie domande un po’ di tempo fa, Marcello racconta il suo incontro con l’ultramaratona che gli ha cambiato la vita felicemente, incontrando persone speciali.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Avendo vinto soltanto una gara finora, posso sicuramente indicare quella. Ottobre 2016, 12 ore di Reggio Emilia all’interno dello stabilimento Lombardini/Kohler. Ho vinto la competizione con 121,7 km, un risultato importante e inatteso alla vigilia, rimontando varie posizioni nella prima metà di gara e andando in testa nella settima ora, provando così l’ebbrezza di comandare una corsa per la prima volta. Una grandissima emozione e una gioia immensa! Speriamo di poterla ripetere presto!

lunedì 7 agosto 2017

Nuove guide sono gradite per continuare lo sport che vogliamo

Matteo SIMONE 

Gruppo sempre più nutrito e rinnovato, alla scoperta di nuove modalità di fare sport e mettersi in gioco al parco degli acquedotti, niente ferie, si continua per sperimentarsi come corridori o camminatori non vedenti e ipovedenti e guide che vogliono provare un nuovo modo di fare sport con persone speciali.

'Together is much better', questo è lo sport che vogliamo, senza stress, senza competizione ma con la voglia di migliorare e apprendere dalla palestra dello Sport che aiuta a vivere con nuove consapevolezze, fidandosi e affidandosi.

Lo sport incrementa consapevolezza, autoefficacia, resilienza

Matteo Simone 

Cosa spinge un gruppo di quarantenni e cinquantenni a partecipare a ultra maratone, sudare, faticare? 

Certo non la performance ma la voglia di mettersi in gioco, di mantenersi in forma, rincorrere il benessere psicofisico, emotivo e relazionare; la voglia di fidarsi e affidarsi a qualcuno che ti fa compagnia, che ti porge una bevanda, che ti aspetta; una spinta motivazionale dettata da cuore, testa e corpo per provare a stare nel gruppo che contiene e sostiene, per non mollare, per occuparsi di se stessi e degli altri, per raccontarsi, per far parte di un gruppo, una squadra con progetti di gare, per ricordare momenti passati insieme, per condividere momenti, pregata fatti di viaggi e incontri, per superarsi, questo è lo sport che vogliamo che incrementa consapevolezza, autoefficacia, resilienza e spirito di squadra e appartenenza. 
Chiamateli pure masochisti o incoscienti, ma in realtà quello che emerge dalle varie storie e testimonianze è che si tratta di un mondo fantastico e sorprendente, affascinante, accudente e protettivo.

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