martedì 14 novembre 2017

Aumentano i messaggi e le iniziative per combattere l’epidemia del DOPING


Lo sport praticato in maniera corretta e con il rispetto delle regole fa tanto bene per la salute psicofisica, è importante mobilitarsi per sensibilizzare alla pratica dello sport quale attività aggregativa senza scorciatoie. In tal senso, aumentano sempre di più i messaggi e le iniziative per combattere l’epidemia del DOPING che cerca di sconfiggere lo sport sano.

Di seguito, segnalo un Convegno Nazionale dal titolo: “La tutela della salute nelle attività sportive e la lotta al doping. L’attività della Sezione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive (SVD) e le strategie future” che avrà luogo il 20 novembre 2017 organizzato da MINISTERO DELLA SALUTE Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria e ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ Centro Nazionale Dipendenze e Doping.

Maria Cristina Pagliara, runner: Mi piacerebbe fare almeno una volta la 100 km

Matteo SIMONE 

La pratica dello sport contempla diversi aspetti, innanzitutto un’intenzione e una motivazione a praticare sport, la voglia di mettersi ni gioco, di sacrificare del tempo per dedicarsi allo sport. 

Fare sport significa allenarsi ed eventualmente raggiungere obiettivi di gare, significa sfidare se stesso e gli altri, portare a termine gare importanti e difficili.
Di seguito, Maria Cristina (Atl Edoardo Sanna Elmas) racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì ogni volta che porto a termine una gara.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica sportiva?Ho iniziato a fare sport a 6 anni e non ho mai smesso.
Nello sport quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance ?Allenarsi, sacrificare qualcosina, divertirsi molto.”

lunedì 13 novembre 2017

Matteo Colombo: É importante accettare le "sconfitte" e i momenti no


Gli ultrarunner pare abbiano davvero una marcia in più e siano molto resilienti e umili. Almeno questo pare essere l’ultrarunner Matteo Colombo, determinato a impegnarsi per raggiungere prestazioni di rilievo per poter essere selezionato per manifestazioni internazionali vestendo la maglia azzurra. Ma accade che per un motivo o per l’altro c’è sempre un imprevisto, un impedimento, soprattutto nell’ultima parte, nell’ultimo quarto di gara, qualcosa che impedisce questa peak performance. Ma Matteo Colombo non si arrende, continua per la sua strada a fare gare le più dure non solo su strada, non solo trail, non solo circuiti ma anche le più diverse e anche per fini solidali aiutando associazioni che hanno bisogno di contribuii economici perché insieme è meglio, così come è meglio non rimanere da soli in caso di difficoltà.

sabato 11 novembre 2017

Peter Gombita di corsa per i poveri da Kosice (Slovakia) a città del Vaticano


Oramai corrono tutti per tantissimi chilometri e per tantissimi motivi. Lo sport e in particolare la corsa abbatte barriere culturali e generazionali, avvicina persone, paesi, popoli, rende liberi e permette di aiutare tanta gente correndo per fini umanistici molto interessante, per questo ho chiesto all’interessato di rispondere ad alcune domande prima della partenza, per scrivere un articolo e pubblicizzare l'evento. Può partecipare chi vuole per un percorso che sceglie.
Di seguito Peter Gombita, prete slovacco che si ocupa di 250 senza tetto, racconta la sua impresa rispondendo ad alcune mie domande, grazie a una gentile interprete.
In che consiste il tuo prossimo evento sportivo importante?Sto correndo la maratona da Kosice (Slovakia) a città del Vaticano perché ho trovato nella mia passione la corsa una maniera per sensibilizzare le persone verso la piaga della povertà sempre più dilagante anche tra i nostri cari e cercare di arginare e prevenire qualsiasi tipo di peggioramento.”

venerdì 10 novembre 2017

Vito Cafaro L'emozione più intensa è stata la prima maratona

Matteo Simone 

A volte basta prendere una decisione e il resto viene da solo, a volte decidi di mettere le scarpe e uscire a correre e poi scopri un mondo ricco di sensazioni, emozioni, benessere.

Di seguito, Vito Cafaro racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Alla fine di ogni maratona che ho portato a termine. Ero fiero di me stesso.” 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho preso un paio di scarpe da ginnastica che avevo, dovevo perdere un po' di peso, e ho iniziato a correre.”

Domenico Valenzano: Molta testa, autocontrollo e amore del proprio corpo

Matteo SIMONE 21163@tiscali.it


Si fa tutto con cautela e attenzione, fidandosi e affidandosi iniziando a piccoli passi lenti con minimi obiettivi e poi ognuno prende la sua strada più o meno lunga, più o meno difficile.

Per ottenere qualcosa bisogna crederci, essere consapevole delle proprie capacità e limiti, impegnarsi duramente, essere determinato, mettere in conto infortuni, avversari più forti, sconfitte e momenti bui, rialzarsi sempre e ripartire sempre con pazienza, senza fretta, con modestia e umiltà, rispettando gli altri e vivendo sempre l'esperienza che da frutti importanti da portare a casa serenamente, fidarsi e affidarsi, questo è lo sport che vogliamo.

Francesca Innocenti, 2017: Non pensavo potessi vincere in un Campionato Italiano

Matteo SIMONE 

Il 14/10/2017 si è disputata a Reggio Emilia la 7° Kohler Ultramarathon CUP e in tale occasione Francesca Innocenti, dell’ASD Bergamo Stars Atletica, ha conquistato il titolo di Campionessa Italiana 50 miglia di corsa a piedi.

La gara è stata vinta da LUPO Francesco dell’Atletica Melito che ha impiegato 06h17’48” per percorrere le 50 miglia che corrispondono a 80km e 467m mentre Francesca INNOCENTI si è classificata seconda nella classifica generale e prima delle donne impiegando 07h22’26”.

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