Gli
ultrarunner pare abbiano davvero una
marcia in più e siano molto resilienti e umili. Almeno questo pare essere l’ultrarunner Matteo Colombo, determinato a impegnarsi per
raggiungere prestazioni di rilievo per poter essere selezionato per
manifestazioni internazionali vestendo la maglia azzurra. Ma accade che per un
motivo o per l’altro c’è sempre un imprevisto, un impedimento, soprattutto
nell’ultima parte, nell’ultimo quarto di gara, qualcosa che impedisce questa peak performance. Ma Matteo Colombo non si arrende, continua
per la sua strada a fare gare le più dure non solo su strada, non solo trail,
non solo circuiti ma anche le più diverse e anche per fini solidali aiutando
associazioni che hanno bisogno di contribuii economici perché insieme è meglio,
così come è meglio non rimanere da soli in caso di difficoltà.
Tutto
ciò per dire che lo scorso week end, si è corsa una 24 ore di corsa a piedi su
un circuito di un chilometro a Reggio Emilia e alla 18^ ora Matteo Colombo ha
lamentato dolori al bacino, dal pube in su e ciò lo ha costretto a fermarsi e
non proseguire la sua corsa verso una prestazione elevata.
Ma
Matteo non si nasconde, non demorde, non si da per vinto, lo rivedremo in
pista, o per strada o per montagne continuando a correre sperimentando non solo
performance ma anche tanto benessere individuale e di gruppo, sì perché lo
sport è piacevole anche farlo in gruppo condividendo fatica e gioie, questo è
lo sport che sperimentano tanti atleti, questo è lo sport che vogliamo.
Di
seguito le sue parole prima della gara: “In nome di voi tutti e di
quel sogno che ci appartiene.. come sempre.. darò il massimo del mio impegno e
della mia passione. Speriamo che a sto giro arrivi la distanza.. incrociamo le
dita. Sono abbastanza fresco e riposato anche se siamo a fine stagione. Sono
sereno, propositivo e resiliente. Ti aggiorno.”
Posso
capire Matteo Colombo essendo anch’io maratoneta e anche un po’ ultrarunner, a
volte sono tanti i fattori che possono compromettere una prestazione, dalla
temperatura atmosferica come l’umidità alle scarpe troppo scariche,
l’abbigliamento, oppure un inizio gara troppo veloce, ma non si finisce mai di
apprendere dall’esperienza e bisogna sempre andare avanti verso la prossima
gara.
Sorprendenti
le parole di Matteo Colombo che vuole si parli di lui non solo per le vittorie
ma anche per i momenti no, ecco le sue parole: “Mi dispiace
tanto. É importante accettare le "sconfitte" e i momenti no.. se vuoi
scrivere di questo mio "insuccesso" te ne sarei grato.. importante
far capire che siamo pur sempre uomini, umili peccatori e deboli rispetto a
madre natura.. Grazie mille.”
Matteo
Colombo quest’anno è riuscito a passare dall’ultratrail
alla strada con ultra distanze, e viceversa dalla strada al trail. Sempre pronto a mettersi in gioco, sempre disposto ad
ascoltare le persone di riferimento FIDAL e IUTA, sempre proiettato verso la
maglia azzurra per rappresentare l’Italia in competizioni internazionali e allo
stesso tempo sempre pronto a mettersi da parte rispettando le decisioni dei
vertici.
In
quest’ultimo periodo ha partecipato a gare importanti e impegnative sia trail che su strada quali l’UTMB, una 24 ore in Svizzera e
un ultratrail che ha vinto con modestia e
umiltà. Matteo Colombo è sostenuto,
supportato, coccolato e ben voluto da tutti: famiglia, amici, altri atleti,
organizzatori e volontari.
Di
Matteo Colombo ne parlo sul mio libro dal titolo “Ultramaratoneti
e Gare Estreme”, dove riporto un’intervista di alcuni anni fa e
anche una sua foto in azione.
http://www.mjmeditore.it/autori/matteo-simone
http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+simone+matteo.html
Nessun commento:
Posta un commento