Matteo SIMONE
A volte la corsa chiama e si è sempre pronti per intervenire, partecipare, gareggiare.
Si svolgerà
a Reggio Emilia una 24 ore di gara di corsa a piedi su un circuito di circa 1km
e nell’occasione l’Università di Urbino ha previsto di fare una ricerca sugli ultrarunner, considerati persone al di
fuori dell’ordinario, capaci di correre per 24 ore senza fermarsi. In tale
occasione l’Università ha previsto degli esami del sangue la mattina prima
della partenza e poi a fine gara per capire quali valori vengono modificati. Anch’io
ho saputo della gara e ci ho pensato un po’ ma mi stavo già organizzando per
partecipare alla maratona di Ravenna e quindi salterò questa 24 ore.
Di seguito l’amico
Romualdo racconta le sue impressioni pre-gara rispondendo ad alcune mie
domande.
Ti senti pronto? “Ciao Matteo, doveva essere l’ultima gara la 6 ore di Reggio Emilia ma
poi ho visto questa 24 ore e mi son detto ma perché non provare anche questa
per chiudere davvero questo 2017 ricco di emozioni. Per dirti se mi sento pronto
dovremmo risentirci prossima settimana. La 24 ore è una gara credo più di testa
che di gambe. Qualche veterano mi ha detto che dove non arrivano le gambe
arriva la testa.”
Vero più di
testa che di gambe perché la tentazione di fermarsi e di non continuare è
forte, le gambe accusano stanchezza così come l’intero organismo avrebbe
bisogno di opportuni periodi di recupero, ma la gara prevede un inizio e una
fine e vince chi fa più chilometri, se ti fermi rischi di ripartire con le
gambe imballate o di non svegliarti o di alzarti stordito, insomma sarebbe preferibile
fare tutta una tirata, rallentando quando senti affaticamento ma continuando
facendo un lavoro mentale che tiene a bada eventuali nostri sabotatori interni
che vogliono ostacolare la nostra performance o vogliono fermarci. Questo che
scrivo un po’ l’ho sperimentato direttamente un po’ ho raccolto testimonianze e
impressioni da altri ultrarunner.
Sensazioni emozioni pensieri prima della
gara? “L’emozione di indossare ancora
il pettorale è tanta. Perché per quanto mi riguarda indossare il pettorale è
segno di sfida con me stesso ancora una volta. Ed è a me stesso che ancora una
volta voglio dimostrare che le sfide vanno accettate.”
Strategie di gara? “In questi giorni vivo serenamente la fase
pre-gara anche perché quello di sabato è vero che sarà un test ma considerata a
tutti gli effetti gara certificata pertanto l’obiettivo sarà sicuramente
arrivare alla 24^ ora; come, non lo so, ma ci voglio arrivare.”
E’ vero, ciò non
è facile, è dura fino alla fine, tentazioni di fermarsi o riposare sono tante,
soprattutto nelle ore notturne per stanchezza o sonnolenza.
Ti consigli con un team? “Personalmente in questo momento sono in
contatto con vari atleti ultramaratoneti come me e specialisti della distanza e
con gli stessi proprio in questi giorni c’è uno scambio di idee e pensieri
probabilmente anche in virtù del fatto che si cerca di alleviare la tensione
pre-gara. E mi sento di dire grazie agli stessi per gli ottimi consigli che mi
stanno dando.”
Nel mondo degli ultrarunner sono pochi gli esperti
allenatori per le lunghe distanze che anzi sconsigliano di superare la distanza
della maratona, quindi diventa importante affidarsi a chi sperimenta di persona
questo sport di endurance, chi ci è già passato e ha saputo affrontare,
gestire, superare momenti difficili o di crisi.
E cambiato nel tempo il tuo modo di
prepararti alle gare? “Ho imparato ad
affrontare con autocontrollo la fase pre-gara concentrandomi su altro pur di
non pensare all’evento ormai imminente che sto per affrontare. Perché essendo
una nuova esperienza non nascondo un po’ di ansia da prestazione.”
Per ogni gara c’è
un investimento di tempo di preparazione, di soldi per il viaggio e l’alloggio,
e anche investimento emotivo che ti mette in discussione sul farcela o meno,
che potrebbe intaccare la propria autostima, pertanto bisogna trovare
stratagemmi che da una parte ti fanno concentrare e focalizzare sull’evento per
curare il minimo dettaglio, dall’altra parte ti facciano distrarre per
recuperare ed essere sereno. Si tratta di un alchimia, di una sano equilibrio
emotivo.
Utilizzi una preparazione mentale pre-gara?
“Cerco di vivere con serenità i giorni
precedenti la gara quasi dimenticandomi che sabato partirò per un lungo
viaggio. Mi rendo comunque conto che in 24 ore una persona ha tutto il tempo
per potere pensare a come gestire la gara ma soprattutto per conoscersi fino in
fondo.”
Durante le tante
ore di sport che contempla fatica prolungata si è a contatto con gli altri
atleti ma soprattutto con se stessi, si tira fuori il vero sé, emerge la vera
persona dal profondo, ci si conosce meglio.
Un esperienza che ricordi che ti da convinzione
che ce la puoi fare? “Sicuramente
quest’anno le due gare più lunghe alle quali ho partecipato sono state la 12ore
Ultrafranciacorta e la 100km di Asolo. Nella prima ho sbagliato strategia di
gara partendo veloce e pagandone le conseguenze alle ultime ore. Nella seconda
mi sono “riservato” troppo per paura di non arrivare in fondo ma è stato
proprio ad Asolo che ho capito che ce la posso fare. Due esperienze che spero
possano servirmi questo fine settimana per fare ciò che fino a qualche mese fa
era troppo grande per me.”
Si tratta di
gare importanti dove si fa tanta esperienza e si torna a casa sempre con nuove
consapevolezza delle proprie capacità e di eventuali limiti.
Parola o frase detta da qualcuno che ti
aiuta? “A San Giovanni Lupatoto a
settembre ed a Reggio Emilia a ottobre, nelle rispettive 6 ore alle quali ho
partecipato il mio assistente è stato mio figlio Manuel al quale dico tuttora 'Grazie' per l’aiuto che mi ha dato e la disponibilità che ha dimostrato anche
verso altri atleti in gara. Era entusiasta che veniva con me e infatti mi ha
già detto che tanto non vincerò alla 24 ore perché non ci sarà lui. Ma ricordo
un momento particolare di Reggio Emilia; dopo nemmeno tre ore di gara ero in
crisi a causa del caldo e mi ha visto in difficoltà. A ogni giro mi chiedeva se
avevo bisogno di qualcosa ma poi a un certo punto mi dice: 'Ho chiamato la mamma
mi ha detto di non mollare e di non ritirarti', e li è iniziata la mia gara.”
Bellissime
parole, bellissima esperienza, quando c’è qualcuno al tuo fianco che ti
sostiene e che crede in te, tutto diventa più facile e più gestibile, quando
tale persona non c’è devi essere capace di tirare fuori gli allenatori interne,
devi immaginare di avere al tuo fianco le persone importanti della tua vita che
ti dicono le parole che vorresti ascoltare in quei precisi momenti di crisi o
difficoltà.
Un’intervista a Romualdo è riportata nel mio libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
Romualdo è menzionato nel libro Cosa spinge le persone a fare sport?
Prefazione di Isa Magli.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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