Tra
i partenti della corsa a piedi di 490 km Atene Sparta Atene (ASA) vi è anche
Antonio Bartolini assieme ad altri 8 atleti italiani per un totale complessivo
di 28 atleti che hanno deciso di intraprende questo lungo percorso di gara.
Di
seguito Antonio, rispondendo ad alcune mie domande, racconta le sue impressioni
prima della partenza che sarà sabato mattina 18 novembre 2017
Ciao, in vista della prossima gara importante, ti senti pronto? “Difficile ritenersi pronti su una gara del
genere. Però posso dire di aver fatto abbastanza bene gli allenamenti sin qui
programmati e che sto bene.”
Quanto meno bisogna presentarsi alla partenza con la consapevolezza di essersi preparati e impegnati per sopportare un carico di chilometri di giorni di gara fino a un massimo di 104 ore che è il termine massimo previsto per concludere la gara, poi certo sentirsi pronti è un parolone ma già partire ed essere lì vuol dire che almeno mentalmente si è pronti e che la testa può far tanto.
Quanto meno bisogna presentarsi alla partenza con la consapevolezza di essersi preparati e impegnati per sopportare un carico di chilometri di giorni di gara fino a un massimo di 104 ore che è il termine massimo previsto per concludere la gara, poi certo sentirsi pronti è un parolone ma già partire ed essere lì vuol dire che almeno mentalmente si è pronti e che la testa può far tanto.
Sensazioni, emozioni, pensieri prima, della gara? “Pensieri ed emozioni sia positive che
meno si accavallano nella mia mente. ..cerco di conservare e vedere meglio
quelle positive ma non trascuro segnali
e timori che risiedono in quelle meno positive.”
Embè,
certo non è una passeggiata, questo tipo di gare comportano tanta sofferenza
prima di sperimentare tanta soddisfazione, tante ore con se stessi avanzando
per chilometri e chilometri.
Quali saranno le strategie di gara? “Divido la gara in due sezioni. La
prima fino a Sparta dove conto di arrivare senza dormire. Poi un paio d'ore di
sonno e mi proietto sulla seconda parte che è quella del ritorno ad Atene. Qui,
qualora riuscissi a tenere fisicamente e mentalmente, mi concederò pause per microsonni quando ne
sentirò il bisogno.”
Ciò
significherebbe metà gara di circa 50 ore senza dormire poi un paio di ore di
sonno e poi si riparte per circa altre 50 ore con microsonni, tutto ciò può
sembrare assurdo per chi è al difuori da questo mondo dello sport di endurance,
ma queste sono le dure prove a cui si sottomettono alcuni atleti che vogliono
sfidare se stessi e mettersi alla prova gradualmente e superando prove
intermedie per comprendere se si tratta di qualcosa alla loro portata e per
apprendere sia dall’esperienza che dagli errori.
Ti consigli con un team: famiglia, amici, figure professionali? “In genere tendo a fare da me è spesso
sbaglio, talvolta chiedo alcuni consigli ad amici ultrarunner. Ma
fondamentalmente seguo le mie idee.”
Certo
in genere la famiglia è apprensiva ed è poco propensa a invogliare a partecipare
a questo tipo di gare considerate estreme; gli amici si dividono in quelli più scettici,
quelli che si incuriosiscono, quelli che vorrebbero provare, quelli pigroni; i professionisti
anche si dividono in quelli che sono contrari a questo tipo di imprese e quelli
disposti a darti consigli utili per gestirti al meglio.
E’ cambiato nel tempo il tuo modo di preparati a gare importanti? “Tendo
solo a fare più chilometri e nelle uscite brevi vado più veloce.”
Utilizzi una preparazione mentale pre gara? “No nessuna particolare preparazione mentale.”
Coccole e autoprotezione hanno posto nel pre gara? “No, per quanto mi riguarda, anzi in me
generano un avverso effetto opposto.”
Ricordi un’esperienza passata che ti dà la convinzione che ce la puoi
fare?
“In
questa gara il fatto di aver comunque
fatto 188 km nell'edizione 2015, per poi
fermarmi lì non per motivazioni fisiche ma mentali, e che comunque raggiunsi in
quella edizione i 170 km di Nestani in 26:36.”
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare
la prossima gara?
“Le crisi come vengono possono anche
passare, bisogna saperle accettare e tenere per superarle.”
Quale può essere un messaggio rivolto agli organizzatori della prossima
gara? “Comprendo
lo sforzo degli amici organizzatori investiti nel metter su gare di questo tipo e simili, ma anche più
corte. Hanno ed avranno sempre la mia stima.”
Embè,
questa è una bella risposta, è vero a volte la sfida più che per gli atleti è degli
organizzatori, mettere in piedi di questo genere dove ci sono pochi partecipanti
è davvero arduo una grande impresa, un gande sforzo, una grande scommessa, anche
perché in genere gli atleti, giustamente, sono sempre pronti a lamentarsi a voler
sempre di più e a volte gli organizzatori vogliono risparmiare su cose importanti
come i ristori o luoghi al riparo, a volte gli organizzatori sono proprio impossibilitati
anche economicamente di provvedere ad alcuni accorgimenti essenziali. Quindi a volte
essere comprensivi può essere auspicabile per gli organizzatori per andare avanti
nel loro impegno.
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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