Dott. Matteo Simone
In gare di endurance bisogna sapersi gestire le energie fino alla fine, bisogna saper giocare di anticipo e prevedere che più si va avanti più si scaricano i serbatoi energetici e quindi diventa difficile ricolmare i serbatori con alimentazione e integratori, meno consumare scorte energetiche un po’ per volta, lentamente senza brusche accelerazione, senza fretta, senza troppa velocità.
Sabato
prossimo 18 novembre 2017 avrà luogo la gara di corsa a piedi della distanza di
490 km Atene – Sparta Atene (ASA) e dei
28 straordinari e bizzarri atleti partecipanti saranno alla partenza anche 9
atleti italiani dei quali Paolo che ha già portato a compimento tale impresa
il 2015.
Paolo
racconta le sue impressioni prima di questo grande evento rispondendo ad
alcune mie domande.
Sensazioni, emozioni, pensieri prima della gara? “Quando mi sento pronto ho un qualcosa
dentro che mi fa sentire come se fossi dopato e cioè come se avessi energie da
vendere e che anestetizza qualsiasi cosa, per cui non ho sensazioni, emozioni e
quant'altro. Concentro tutto me stesso su quello che sarà il dopo, perché è
allora che salteranno fuori sensazioni ed emozioni varie.”
Ognuno
ha la sua modalità di sentirsi pronto, Paolo ha già sperimentato questa impresa
e conosce il dopo, il passaggio dal traguardo, il raggiungimento di una meta
importante, sa che in quel momento l’esperienza diventa importante e le
sensazioni sono forti, dense e intense e tutto ciò motiva Paolo a partire,
spinge Paolo a essere pronto a percorrere questo lunghissimo percorso per
sperimentare ancora una volta la riuscita, la realizzazione di una impresa di
sport di endurance.
Quali saranno le strategie di gara? “Il mio nick name non me lo sono dato a
caso, l'ho ricercato nel mondo animale, la iena che non ha paura di nulla
nemmeno del leone pur di raggiungere il suo obiettivo e cioè il cibo come fonte
di sopravvivenza. Io in gara mi sento tale, voglio raggiungere il mio obiettivo
incurante di tutto e tutti a meno di cataclismi, non so se ho reso bene l'idea.
La mia strategia è quella di rincorrere e non farsi rincorrere dagli avversari,
partire piano e risparmiare energie il più possibile per essere alla lunga il
cacciatore e non preda.”
Paolo
pare voglia usare la tecnica dell’agguato, un passo alla volta ha intenzione di
avanzare con attenzione a se stesso, agli altri, al mondo che lo circonda.
Ti consigli con un team: famiglia, amici, figure professionali? “No chiunque mi considera diverso,
anche nel modo di allenarmi, per altri, con metodi da intossicazione.”
E’ cambiato nel tempo il tuo modo di preparati a gare importanti? “Solo in questa circostanza, poiché
vengo da un infortunio molto grave al tendine di achille, e chi mi ha operato,
consigliato di non cimentarmi più in questi tipi di gara.”
Ognuno
sceglie la sua modalità di essere al mondo, di sperimentare benessere, di portare
a termine i propri sogni e seguire le proprie direzioni.
Utilizzi una preparazione mentale pre-gara? “Sì il mio super allenamento mi da la
carica mentale.”
Paolo
sembra sperimentare sicurezza in quello che fa, pare essere testato per tale tipo
di impresa, sa che l’impegno e il duro allenamento unito a una forte determinazione
ti porta a raccogliere frutti.
Ricordi un’esperienza passata che ti dà la convinzione di potercela fare?
“Io questa gara l'ho già portata a termine nell'unica edizione a cui ho partecipato,
e cioè la prima edizione giungendo per
altro 5, ma questo non significa nulla. Lo ribadisco è il mio allenamento che
mi da la convinzione, il tendine operato l'unico punto interrogativo per la
tenuta chilometrica.”
Paolo
ci mette il suo che è una grande esperienza nelle ultramaratone e il carico di lavoro
negli allenamenti da cui attinge sicurezza e convinzione di poter riuscire nella
sua impresa.
Una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare
la prossima gara?
“La frase del chirurgo che mi ha operato sconsigliandomi di smettere con queste
cose, mi ha dato l'input necessario a riprovarci sfidando come sempre tutto e
tutti anche la biologia umana.”
Molte
volte sono le sfide che danno una carica in più, una marcia in più.
Un messaggio rivolto agli organizzatori della prossima
gara?
“Gli organizzatori di Spartathlon, i quali non hanno voluto sapere nulla della
mie credenziali, Filippides compresa portata a termine come ripeto 2 anni fa,
rispondendomi che per loro non era una di quelle gare che ne davano l'accesso
diretto. Per cui non avendo le credenziali, vorrei dimostrare loro che avevano
ragione, e cioè che la Spartathlon è troppo corta.”
Dott. Matteo Simone
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDRhttp://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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