A Reggio Emilia sabato 11 e domenica 12
novembre si è disputata la 24 ore IUTA su un circuito di metri 1013,41 dove con
l’occasione c’erano dei ricercatori dell’Università di Urbino che prelevavano
sangue agli atleti prima della gara e dopo le 24 ore di gare per vedere come
cambiavano i valori.
Tra le donne vince Elena Fabiani con km
205,270, seconda Serena Natolini km 194,088, completa il podio Sara Liverani
192,343, questa volta giù dal podio Lorena Brusamento km 181,195, quinta Monica
Baldi km 152,105.
Tra gli uomini Alessandro Bruzzi ha vinto con km 218,136 che ha preceduto Michele Notarangelo km 208.142, completa il podio Marcello Spreafico km 179,637, giù dal podio Daniele Giusti km 176,432, quinto Luca Passamonti km 167,306.
Tra gli uomini Alessandro Bruzzi ha vinto con km 218,136 che ha preceduto Michele Notarangelo km 208.142, completa il podio Marcello Spreafico km 179,637, giù dal podio Daniele Giusti km 176,432, quinto Luca Passamonti km 167,306.
Di
seguito, Elena racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande
dopo la lunga gara di 24 ore di corsa.
Ciao Elena, che sapore ti ha lasciato questa 24 ore? Avuto problemi,
criticità?
“Ciao caro, le emozioni sono state molte ed intense e restano ancora, a
distanza di dieci giorni, indelebili. Per me è stata una gara perfetta.
Certamente si può migliorare ma già questo risultato per me è un successo.”
Lo
sport ti permette di fare tanta esperienza ma soprattutto ti permette di sentire
il tuo corpo, ti permette di fare cose meravigliose, di emozionarti tanto e a
lungo, soprattutto se fai delle prestazioni eccezionali, se vai sul podio, se
vinci una gara, soprattutto se si tratta di gare difficili di endurance come le
corse di lunga distanza ed Elena non può che gioire del suo risultato
prestigioso, e ciò non può che tenerlo al cuore, non può che sentire tutte le
sensazioni ed emozioni sperimentate attaccate alla sua pelle come un tatuaggio
indelebile, perché servono sempre, perché alla bisogna tirarle fuori e ricordare
quello di bello e di importante sei riuscita a fare perché a volte te ne
dimentichi, e questa p una delle quattro fonti dell’autoefficacia ricordare
esperienze di successo, di competenza, e l’altra fonte sono le sensazioni
sperimentate in tale occasioni, ricordiamocelo anche tra un po’ di tempo che
serve sempre anzi più avanti serve di più.
Hai conosciuto altri atleti? Hai approfondito la conoscenza di altri atleti? Hai qualcosa
in comune ad altri atleti? “Bellissimo
il clima tra di noi. Rafforzate le conoscenze e fatte di nuove. Persone con cui
il modo della corsa era il principale legame, ma non il solo. Bellissimo. Una
squadra che si è aiutata non che ha lottato per vincere un avversario. Fondamentale
il supporto del coach, un santo!”
Questo
è il bello dello sport di endurance, non si pensa solo a gareggiare, ma a stare
anche con gli altri, ad aiutarsi a conoscersi di più in modo da portare a casa
sempre qualcosa di importante oltre a premi e pacchi gara, l’importane è
portare amicizie nuove e rinnovate, amicizie consolidate, amici che sono
presenti, che consigliano, che aiutano, che condividono gioie e fatiche.
C'è un alimento particolare che hai assunto in gara? “Ho usato moltissimo Herbalife H24, ma
anche altro. Cioccolata caffè e altro ancora.”
Come ti prendi cura di te ora dopo una gara di 24 ore di corsa? “Nessun acciacco, nessun dolore, solo
la voglia di continuare a correre, magari alternando la bici e il nuoto per
evitare di sovraccaricare ancora il fisico.”
Testimonianze
di atleti mi hanno permesso di scrivere il libro "Ultramaratoneti
e gare estreme".
http://www.psicologiadellosport.net
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html
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