mercoledì 28 agosto 2013

Il contratto psicoterapeutico


Il contratto in terapia


La professione dello psicoterapeuta, come tutte le professioni riconosciute dallo Stato, è soggetta e regolamentata da norme e leggi di natura giuridica e deontologica aventi il fine di tutelare le persone e la professione stessa. Preso tra due fuochi quali l’obbligo giuridico e la responsabilità etica, il terapeuta spesso si sente vincolato e limitato nella sua attività mettendo in atto un atteggiamento difensivo o di chiusura che lo rende impermeabile e poco sensibile a quegli aspetti che, ad una prima analisi, possono sembrare spinosi e pericolosi ma che, con un maggior grado di consapevolezza e di apertura, possono rivelarsi ottime occasioni per migliorare la propria professione e distinguerla qualitativamente dalle altre. Uno di questi è l’uso del contratto in terapia.
Delineato nel vigente Codice Civile e reso obbligatorio in tutte le professioni dal Decreto Legge 1/2012, rinominato “Cresci Italia”, il contratto terapeutico è diventato una realtà che ogni professionista è tenuto in qualche misura a considerare regolando i propri comportamenti rispetto ad esso. L’art. 9 comma 3 del suddetto decreto infatti recita: «Il compenso per le prestazioni professionali è pattuito al momento del conferimento dell’incarico professionale. Il professionista deve rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico e deve altresì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell’esercizio dell’attività professionale. In ogni caso la misura del compenso, previamente resa nota al cliente anche in forma scritta se da questi richiesta, deve essere adeguata all’importanza dell’opera e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi. L’inottemperanza di quanto disposto nel presente comma costituisce illecito disciplinare del professionista»[1]. Adeguandosi a queste richieste, l’Ordine Nazionale degli Psicologi ha predisposto

martedì 27 agosto 2013

Insegnamenti fondamentali per la gestione delle sconfitte


Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.

William Hart  (1)


L’atleta può considerare il non raggiungimento di un obiettivo prefissato come una sconfitta personale. Ma nello sport si mettono in conto le sconfitte, servono a farti fermare, riflettere, fare il punto della situazione, osservare, valutare, capire cosa c’è stato di utile, di importante nella prestazione eseguita e su cosa, invece, bisogna lavorare, cosa si può migliorare. Quindi, tutto sommato, la sconfitta potrebbe servire per fare una valutazione dell proprie risorse, punti di forza e, al contempo, delle criticità.

Importante in caso di prestazione percepita come sconfitta è la motivazione, se un atleta è fortemente motivato nel voler praticare il suo sport che comporta lavori, sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta, complimentandosi con se stesso per quello di buono che è riuscito a fare finora, complementandosi con l’avversario per la bravura dimostrata in quell’occasione, anche perché prima o poi lo trovi uno più forte o che comunque riesce a batterti; in questo caso un aspetto importante del vero campione è la resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza; il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più forti, con un valore aggiunto.


Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico presso Libreria Pagine di Sport

MOVE WEEK 7-13 ottobre 2013
Martedì 8 ottobre dalle ore 19.00
Psicologia dello Sport presso Libreria Pagine di Sport

Libreria Pagine di Sport
via dei TADOLINI, 7/9 a Roma a 150 mt. da piazza Mancini/ ponte Duca D'Aosta

Si è presentato il libro: “Psicologia dello sport e dell'esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale”, Sogno Edizioni, 2013, con la partecipazione del pubblico.
Moderatore
Giammario MASCOLO, psicologo, psicoterapeuta, Ipnoterapeuta
Relatori
Giuseppe Meffe che ha contribuito alla realizzazione del cd audiofavole dove all'interno c'è una storia che parla dei 42 km per cambiare il mondo e ideatore del gruppo degli aiutatori podistici http://aiutatoripodistici.wordpress.com 
Matteo Simone, autore del libro.

venerdì 9 agosto 2013

Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico presso Libreria caffè Mangiaparole

Giovedì 26 settembre 2013 dalle ore 19.00

Via Manlio Capitolino 7/9 (M Furio Camillo) tel: 0697841027
info@mangiaparole.it  

Si è presentato il libro: “Psicologia dello sport e dell'esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale”, Sogno Edizioni, 2013, con la partecipazione del pubblico.


Moderatrice
Maria Rita Ricciardi, sociologa, ricercatrice
Relatori
- Matteo Simone, autore del libro.
- Giuseppe Meffe, ideatore del gruppo degli aiutatori podistici, ha contribuito alla realizzazione del cd audiofavole dove all'interno c'è una storia che parla dei 42 km per cambiare il mondo.

venerdì 26 luglio 2013

Supervisioni in gruppo


Condotte dal dr. Pietro Bonanno, otto incontri a cadenza mensile a partire dal 21 Settembre 2013 dalle ore 9:30 alle ore 12:30. Un'ottima occasione per tutti i professionisti del settore.
Sede: Studio di Psicoterapia del Ciclo di Vita, Via G. Rossini, 43, Napoli (Vomero).
Contatti:  347 0849588
psicociclodellavita@libero.it

Pietro Bonanno e Annamaria Di Costanzo sono psicoterapeuti, didatti e supervisori dell'Analisi Transazionale e della Gestalt.

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