giovedì 4 maggio 2017

Aurelia Rocchi, seconda donna all’Ultramaratona Milano Sanremo 285km


Una gara non per tutti, una gara per gente abituata ad andare avanti nonostante le avversità, persone che dimostrano di essere resilienti e determinati nel raggiungere il loro obiettivo, di seguito l’esperienza raccontata da Aurelia rocchi rispondendo ad alcune mi domande.
Ciao, complimentissimi, se ti va ho qualche  domanda per te, com'è andata? Soddisfatta? “Andata bene. Soddisfatta anche se sono arrivata con 48 minuti di ritardo. Ultime ore ha diluviato forte e il freddo e la stanchezza ci hanno bloccato.”
Hai sofferto, momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara? “Sì, ho un po’ sofferto ma è normale correre per 49 ore non è uno scherzo ma ho ormai imparato a superarli tutti i momenti di crisi che mi vengono, mi ricordo sempre le parole di Gianni Miniego: se riesci a superare quei momenti arriverai al traguardo sempre. Grande Gianni!”
Aurelia Rocchi, ha incontrato la corsa per caso grazie a un atleta della squadra Villa De Sanctis, e da lì non si è più fermata, ha iniziato a macinare chilometri a più non posso, partecipando a gare sempre più lunghe e più dure, gare a circuito, gare di lunga distanza, ultimamente anche trail e ultratrail. Gianni Miniego, un atleta e uomo di riferimento di molti ultrarunner, non poteva che dare consigli utili e preziosi ad Aurelia così come li ha dati al sottoscritto e a tanti altri atleti.

Achilles International: Uniti con un laccetto per fidarsi e affidarsi


Sono in tanti che vogliono provare l’esperienza di guida con atleti con disabilità visiva, gente altruista, gente che vuol fare un’esperienza insieme ad altri, uniti con un laccetto per fidarsi e affidarsi, per sintonizzarsi sui passi dell’altro, per guidare, per sentire la propria e l’altrui fatica, ecco la richiesta di un’atleta: “Ciao Matteo. Come va? Ho visto il link con le immagini che hai messo su facebook per correre facendo da guida. C'è un corso che bisogna fare? Mi piacerebbe provare e poi farla in alcune gare. Sai indicarmi dove o a chi rivolgermi? Grazie. Buona giornata e spero di rivederti prestooooo.

mercoledì 3 maggio 2017

Michele Debenidictis, primo Italiano alla Ultramaratona Milano Sanremo


Michele ha fatto una grande impresa, portare a termine la corsa a piedi più lunga di Europa, precisamente di 285 km con il tempo massimo di percorrenza di 48 ore, lui ha impiegato 42h55’, arrivando quarto assoluto assieme e con lo stesso tempo di Nerio Bartolini, dopo un Portoghese, l’Argentino Pablo Barnes e un Britannico.
Ecco cosa scrive sui social per ringraziare i suoi fan e tutti coloro che conosce e che hanno creduto in lui: “Buongiorno a tutti, ecco la mia Ultramaratona Milano Sanremo portata a casa alla grande. Ringrazio tutti coloro che in qualche modo hanno fatto sì che tutto questo accadesse. Tutti quelli che mi hanno scritto e chiamato. Un ringraziamento particolare va in primis alla mia famiglia che con gran sacrificio mi sopporta, poi voglio fare un ringraziamento a Francesco Mastrogiacomo che con il suo essere mi è stato vicino dal primo all’ultimo secondo di questa avventura. Sono fortunato ad avere avuto Francesco al mio fianco. Grazie a Tommaso Ciccimarra di Altamura che in questo periodo mi sta educando come alimentarsi in modo corretto per essere più in forma. Chiudo ringraziando la mia città l’Atletica Adelfia, la mia squadra e U-TUB, azienda di Gravina di cui vado fiero di portare il suo nome in giro.”
Una gara di corsa a piedi dove si è dovuto avanzare per due giorni e due notti, attraversando città e paesi, sperimentando tanto, fatica, sensazioni ed emozioni, buio e luce, caldo e freddo, tutto ciò l’ha potuto fare grazie a qualcuno che si è occupato e preoccupato di lui, grazie a qualcuno che si è fatto carico di tutelarlo durante il lungo percorso, l’ha potuto fare grazie a qualcuno più esperto che gli ha dato consigli su come affrontare la gara considerata estrema, su come alimentarsi, sull’abbigliamento da indossare.
Gli atleti ultrarunner si dimostrano molto uniti nelle loro avventure e lunghi viaggi di corsa, si guardano, si scrutano, si osservano, ma si tratta di una competizione sana, c’è tanto rispetto l’uno per l’altro e tanta fratellanza.
Tempo fa feci alcune domande a Michele circa il suo percorso di atleta delle lunghe distanze e riporto di seguito le sue testimonianze per approfondire questo mondo faticoso, coraggioso, bizzarro, amichevole e sorprendente, tanti altri racconti, interviste, impressioni riporto sul mio libro “Ultramaratoneti e gare estreme”, Prospettive Editrice, Civitavecchia, 2016 http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Una persona che punta un obiettivo, lo raggiunge e lo supera lentamente ma con saggezza.”

Francesco Cesare, ultrarunner: Non c'è nulla che non può essere superato

Psicologo, Psicoterapeuta

Lo sport è un mondo ricco di sensazioni ed emozioni, si sperimenta di tutto e con forte intensità, dal piacere intenso di fare le cose, alla fatica estrema nel concludere le gare, portare a termine imprese difficili, stancanti provanti, ma alla fine c’è la soddisfazione di essere riusciti anche questa volta, una nuova sfida trasformata in obiettivo raggiunto, che piano piano costruisce la nostra personalità di ultrarunner, sviluppando consapevolezza, autoefficacia e resilienza sempre di più, tutto diventa un investimento utile nella vita quotidiana.

Di seguito l’esperienza di Francesco attraverso risposte a un mio questionario.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? Forse quando giocavo a calcio dove avendo un ruolo da protagonista ero più al centro dell'attenzione anche mediatica. Oggi in Sicilia mi "difendo" nel mondo del Trail e continuo a divertirmi.

martedì 2 maggio 2017

Roberto Beretta: Ho realizzato il sogno più grande di vincere davanti a mio figlio


Roberto Beretta vince la Gargano Raid di 80 Km, con 3050 D+, partenza e arrivo nella cittadina di Mattina con il crono di 9h33’34”. Di seguito Roberto racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Roberto, se ti va ho qualche domanda per te, com'è andata? Soddisfatto?Ciao Simone volentieri ti rispondo. Sono molto soddisfatto, non per il risultato molto fine a se stesso, ma per il fatto che al traguardo ci fosse la famiglia ad aspettarmi, e non è così così scontata.  Il resto l'ha fatto mio figlio, orgoglioso del suo papà e questo vale ogni millilitro di sudore perso.”
Momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara?Qualche problema di crampi dovuti soprattutto al caldo, ma tutto sommato poteva anche andarmi peggio, pertanto meglio non lamentarsi.”
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara?Durante la gara, essendo da subito in testa, ho vissuto un po' male l'evento, io che di solito arranco dietro sono diventato la lepre. Ho sentito la pressione dico bravissimi a chi la sa reggere.”
L'autore della seconda fotografia è FB: nicokap photography  link: https://www.facebook.com/pg/nicokaphotography/posts/

Cecilia Polci: Il trail non è solo corsa è prima di tutto passione e condivisione

Matteo Simone
3804337230- 21163@tiscali.it

Si fa parte della famiglia del trail, la natura diventa casa aperta per tutti, uno spazio dove si sperimenta libertà, si fatica felicemente salendo e scendendo, saltando radici e sassi, sporcandosi, percependo sensazioni ed emozioni, sudore, vento, fame, sete, colori intensi, albe e tramonti.

Tempo fa proposi un mio questionario a una cara amante di trail Cecilia Polci e di seguito possiamo approfondire la sua conoscenza.
Ti puoi definire ultramaratoneta?Uhm vediamo…diciamo che più che ultramaratoneta potrei definirmi trailer al momento della domenica, scherzi a parte adoro questo sport."

Roberto Beretta, ultrarunner: Il limite cerco sempre di spostarlo un po’ più su


Il mondo degli ultrarunner sembra essere bizzarro, sorprendente, coraggioso, simpatico, entusiasmante, affascinante. Le esperienze in gare e allenamenti sono forti e intense, è un mondo che fa star bene, i familiari e amici dopo un primo periodo di sorpresa e preoccupazioni comprendono cosa significa farvi parte, cosa significa apprestarsi a fare un allenamento o gara fuori dall’ordinario, cosa significa osare, avvicinarsi al limite.
Di seguito Roberto racconta la sua esperienza di atleta ultrarunner attraverso risposte a un mio questionario di un po’ di tempo fa.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Per me significa stare in giro ore per montagne, vivere me stesso con le mie difficoltà, fare turismo e conoscere un nuovo modo di vedere il mondo.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “In realtà non mi sento mai arrivato, allungare i km da percorrere in gara è stata una forma di curiosità, sia livello paesaggistico che interiore, per cui un vero percorso formativo non c’è mai stato, anzi forse ho anche bruciato le tappe per arrivare a percorrere certe distanze.”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “L’ignoto e il piacere di arrivare comunque al limite… non di oltrepassare il limite!”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “No, non è una condizione stabile, può essere che domani decido di non fare più di 20 km a gara, ma non mi sono mai posto il problema.”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “A dire il vero per molto meno molti sarebbero già fermi… e non sola da ultra distanze. In realtà sono un po’ incosciente e non mi ascolto mai abbastanza e continuo anche con dolori.”
Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta? “Non mi sento mai arrivato e finchè avrò questa sensazione radicata in me continuerò a percorrere distanze non convenzionali.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Il limite cerco sempre di spostarlo un po’ più su, ma sono stato capace anche di fermarmi e ritirarmi, per questo penso di essere arrivato a volte al limite ma mai averlo oltrepassato.”
Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “Nessuno in particolare, guardo una gara, mi piace mi iscrivo e parto.”

Translate