Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il
singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, tecnici, dirigenti. Lo
sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto, possono capitare infortuni,
sconfitte, risultati che non vengono, incomprensioni con altri atleti della
stessa squadra, con l’allenatore, con i dirigenti. Lo psicologo dello sport può
lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle risorse, sull’autoefficacia,
sulla resilienza. Lo stato di forma va e viene; con l’impegno, la passione e la
determinazione si riesce a stare in forma il più a lungo possibile cercando di
durare fino all'obiettivo ambito, così come anche le crisi vanno e vengono e si
può cercare di essere pazienti, fiduciosi, rimodulare lievemente gli obiettivi
per rifarsi in momenti migliori.
Di seguito il parere di alcuni atleti sulla figura dello
psicologo dello sport.
L’ultramaratoneta Barbara Moi, pensa che sia utile anche se non ne ha un’idea precisa: “Sicuramente può essere utile. Io per esempio penso di soffrire un po’ di ansia da prestazione comunque non riesco mai a fare il meglio di me. C'è spesso, non sempre, qualcosa che mi blocca o mi trattiene. Magari in questo caso potrebbe essere utile. Di fatto non so però di cosa esattamente si occupi lo psicologo dello sport.”
Eleonora
Bazzoni, allenatrice e prima donna alla maratona di Roma 2017 con 2h45’: “Si penso sia utile, specialmente per chi pratica uno sport a livello
professionistico in quanto spesso si hanno pressioni che sicuramente non son
facili da gestire e superare da soli.”
L’ultramaratoneta Barbara Moi, pensa che sia utile anche se non ne ha un’idea precisa: “Sicuramente può essere utile. Io per esempio penso di soffrire un po’ di ansia da prestazione comunque non riesco mai a fare il meglio di me. C'è spesso, non sempre, qualcosa che mi blocca o mi trattiene. Magari in questo caso potrebbe essere utile. Di fatto non so però di cosa esattamente si occupi lo psicologo dello sport.”