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La prima gara, la Roma Ostia |
Si è sempre in tempo per iniziare una disciplina sportiva, per cambiare sport, per partecipare a una gara, per apprendere dall’esperienza nello sport, per salire su un treno dello sport come atleta o come istruttore.
Di seguito Carmela (A.S.D. Nissolino Sal Catania) racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Quando ti sei sentita campionessa nello sport? Quando sono riuscita a fare per la prima volta 30 km di lungo e durante gli ultimi 8 km, mi dicevano che potevo smettere prima. E questo ogni 500 m. Mi pesava più della stanchezza. Ho fatto 30 km e 10 m.
Quando ci si mette in testa qualcosa, è importante portarla fino a termine per dimostrare più che altro a se stessi di essere determinati, convinti, sicuri.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato a 44 anni col tennis per arrivare poi alla corsa a 48 anni e a 49 anni la mia prima gara (Roma Ostia), senza allenamenti specifici. Quell'anno feci solo maratonine, Trail e una maratona. L'anno successivo accorciai le distanze e iniziai a seguire delle tabelle di allenamento. Due anni fa ho seguito un corso d'istruttore FIDAL di primo livello. Oggi oltre ai miei allenamenti (che sono comunque ridotti rispetto a prima), collaboro con una società di atletica 'Altis Athletics' e seguo il gruppo dei piccoli.
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Incontro con un'amica nella prima gara dopo la prima quarantena |
Lo sport diventa un importante e bell'orto da coltivare nella vita di una persona, sia come atleta che come istruttore, apprendendo dall'esperienza. Carmela ha portato a termine la Roma Ostia il 2 marzo 2014 in 1h47’41". Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Nello sport contribuiscono a farmi stare bene, per esempio, la partecipazione alle gare, mi piace quando riesco ad avere qualche risultato positivo e mi piace molto condividere questi momenti con gli amici e con mio marito col quale condivido anche gli allenamenti.
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più̀ belle? Le emozioni più belle, nella mia prima gara, nella mia prima maratona e nelle mie gare nazionali nonché in tutte le campestri che ho avuto modo di fare. La mia prima maratona preparata in un mese e una settimana, sono arrivata tranquilla, non desideravo fare un tempo importante, desideravo solo arrivare e non soffrire e così è stato e mi sono divertita. Il primo titolo regionale di cross master, ero felice come una bambina, Ricordo che al telefono io ringraziavo il ragazzo che mi allenava e lui ringraziava me 😅. Ecco devo dire che lui con me è stato anche un ottimo psicologo, aveva capito che a me dava stress lavorare su pista e fare le ripetute, mi ha lasciata libera di correre su strada e a volte (anche se qui non era molto d'accordo) anche su sterrato. Evitava di dirmi le distanze da percorrere nelle ripetute e mi dava solo i minuti, mi ha aiutata tantissimo questa cosa. E poi sentivo che credeva in me e anche questo fa tantissimo. Ovviamente non siamo tutti uguali, magari a qualcun altro potrebbe servire un altro tipo di approccio.
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Trail e campestri, le mie preferite |
Lo sport rende felici nonostante si fatica, permettere di testarsi in gara, di condividere gioie e fatiche con amici e familiari, questo è il vantaggio dello sport. Un'esperienza che ti dà̀ la convinzione di potercela fare? Quando sai di aver fatto quello che andava fatto, ho la consapevolezza che riuscirò a fare quello che è nelle mie possibilità.
Quando si è consapevoli di aver fatto bene i compiti a casa ci si presenta in gara più sicuri e determinati, se bisogna fare un allenamento di 30km a un certo ritmo e lo si fa bene poi si è convinti di presentarsi alla partenza della maratona con più sicurezza e fiducia in sé.
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività̀ sportiva? I miei familiari più stretti sono contenti perché sanno che faccio una cosa che mi piace. Qualcuno mi ammira per la costanza e qualcuno per i risultati, qualche altro pensa io abbia più tempo rispetto a loro e forse un po'mi invidiano per questo (il tempo me lo ritaglio a volte con sacrifici).
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Momenti di gioia e condivisione |
È importante avere passioni da coltivare, il benessere che se ne ricava si trasferisce alle persone vicine. Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Le mie risorse sono sicuramente date dalla forza di volontà principalmente e dalla passione.
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare sport? La determinazione.
Se c’è una grande passione per qualcosa bisogna attivarsi e mobilitare energie con tanta grinta e determinazione per portare avanti impegni e sfide difficili ma non impossibili e ottenere risultati soddisfacenti.
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Le difficoltà sono date spesso dalle condizioni climatiche, specialmente il caldo. I rischi sono rappresentati dagli infortuni, che ad una certa età diventano sempre più numerosi.
Cosa e chi ti ostacola nella pratica dello sport? Gli ostacoli più importanti sono gli infortuni. Un altro ostacolo è dato a volte dalla mancanza di tempo.
Più si va avanti con l’età, più il fisico accusa il colpo e allora bisogna far leva sul cuore e la testa, bisogna fare i conti con una forte passione e con l’esperienza e la saggezza maturata.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quali aspetti e fasi? Lo psicologo lo ritengo una figura importante in particolar modo per quei soggetti che non vivono per esempio serenamente le competizioni, potrebbe essere di aiuto anche in quei casi dove si perde la motivazione e quando non si crede in se stessi.
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Il supporto di mio marito. Ero appena arrivata. Mi ha dato un grandissimo appoggio in questa gara |
La tua situazione sportiva più̀ difficile? La situazione sportiva più difficile, la vivo quando, fortunatamente non succede quasi mai, ci sono delle incomprensioni o punti di vista discordanti con le compagne di squadra. Un'atra difficoltà l'ho vissuta quando ho gareggiato subito dopo il mio primo infortunio nel 2016, che mi ha bloccata per 3 mesi. Avevo anche preso parecchi chili. Ero totalmente fuori forma. Ma il desiderio di rimettermi in gioco era più grande e ripresi a gareggiare dopo 10 giorni. La settimana successiva c'era un Cds di società. Bisognava andassi pure io per dare la possibilità di formare la squadra. Qui in effetti non sarei voluta andare, più che per la consapevolezza di fare brutta figura, avevo anche paura di rischiare e farmi di nuovo male dato che avevo ripreso da poco. Il bello di queste gare è comunque che conta più il risultato del gruppo che quello del singolo. Era un'esperienza che già avevo vissuto l'anno prima. Si provano emozioni diverse, forse anche amplificate. Non fai solo le tue gare ma anche quelle degli altri, e gli altri fanno le tue. La squadra diventa una sola persona.
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Bellissimo arrivo, il premio più bello in assoluto |
Far parte di una squadra contempla vantaggi e svantaggi, è bello fare gruppo, sostenersi a vicenda, organizzarsi e allenarsi insieme partecipare a gare ma a volte gli obiettivi individuali cozzano con quelli di squadra e bisogna trovare compromessi per portare avanti obiettivi individuali e di squadra, restando uniti. Un messaggio per invogliare a praticare sport? Lo sport è vita.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni, Covid? Ho avuto una crisi in un periodo in cui ero troppo sotto stress per la preparazione di una gara. Ho superato il periodo godendomi la corsa in libertà per un mese. Il Covid è stato pesante per tutti, inizialmente anche per chi faceva sport ma forse è proprio quello che ci ha aiutati a riprenderci e a vivere di nuovo una volta che ci è stata data la possibilità di farlo.
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Momenti legati al Covid. Allenamento dentro casa (10 km circa). |
Si mettono in conto le crisi e periodi più o meno bui, ma lo sport aiuta a rafforzarsi e a considerare che ogni tanto bisogna mollare e accettare eventuali imprevisti e impedimenti per riprendere con più entusiasmo quando si può portando avanti piani e progetti, il Covid ha scosso e destabilizzato un po’ tutti ma si è potuto intanto ripartire e ora bisogna capire come riorganizzarsi per uscirne del tutto fuori. Utilizzi metodi di respirazione e/o visualizzazioni? La respirazione.
Ti ispiri a qualcuno? Gli atleti in generale, sono uno stimolo. Non uno in particolare.
Una parola o una frase che ti aiuta nei momenti difficili? L'importante è fare quello che si può. Credere nei propri sogni. Non mollare, ce la puoi fare.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Mi sarebbe piaciuto partecipare alle gare nazionali di cross. Il Covid, per esempio, è stato uno tra gli ostacoli che non me lo hanno permesso.
Importante è portare avanti piani e progetti credendosi e non mollando, semmai rallentando e riorganizzandosi ma andando sempre avanti per il proprio percorso intrapreso confrontandosi con persone care o esperte.
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Primo titolo regionale di cross master. Ero felice come una bambina. |
Cosa c'è prima, durante e dopo una gara? Prima di una gara c'è l'attesa, tanta adrenalina, a volte un po'di timore. Durante la gara cerco di gestire la stanchezza e mi concentro sulla gioia che provo negli ultimi 100 m prima dell'arrivo. Dopo una gara, a parte la stanchezza, si tirano le somme. Si valuta quello che si è fatto. Si pensa di correggere degli errori se ce ne sono stati. Si sogna la prossima gara.
Questo è il ciclo dello sport, si definisce un obiettivo sfidante, ci si allena, ci si presenta in gara un po’ entusiasti e un po’ timorosi, si affronta e si gestisce la gara portandola a termine e poi si gode di quanto fatto e si pensa a recuperare prima di attivarsi per una prossima gara con lezioni apprese.
Quali sono gli ingredienti del successo? Gli ingredienti del successo? Crederci sempre, fino alla fine.
Non bisogna mai smettere di sognare a qualsiasi a età e in qualsiasi condizione, si fa quello che si può con le risorse residue e comunque credendoci.
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Nel 2015, ero stata ferma per tre mesi, avevo ripreso a correre da 17 gg circa. |
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Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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