sabato 26 febbraio 2022

Sport di squadra

 Matteo Simone 21163@tiscali.it    

Lo sport ti permette di far parte di una squadra, di condividere obiettivi individuali e di squadra difficili e sfidanti, ti consente di fare un percorso insieme, di prendere una direzione verso mete ambite e sfidanti confrontandosi e aiutandosi, ti permette di far parte di un gruppo che si allena per sperimentare benessere e anche performance, per migliorare, per essere una squadra sempre più coesa.
 

Di seguito le esperienze di alcuni atleti di diverse discipline sportive. 
Sveva Assembri 
(Tratto dal libro La 100km del passatore. Una gara fra coraggio e resilienza) 
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho sempre fatto sport fin da quando ero bambina. Un anno di danza classica a 5 anni, poi quasi 15 anni di basket che ho lasciato all’università. Ho fatto vari corsi in palestra (step, danza africana, vari corsi di tonificazione) e mi sono allenata in sala pesi. Da 6 anni ho scoperto la corsa e, a parte una breve parentesi di triathlon, ora mi sto dedicando solo a quella.” 

Come sei cambiata attraverso lo sport?Lo sport mi ha insegnato ad andare sempre più in là, a capire che il mio corpo segue sempre la testa. Lo sport di squadra mi ha permesso di creare legami che sono durati negli anni.” 


E questi sono i vantaggi dello sport, conoscersi prima di tutto, il proprio corpo e la propria mente, cercare di spingersi più in là in sicurezza sperimentando e apprendendo e in squadra confrontandosi con amici, aiutandosi, condividendo gioie e fatiche. 

Dino Valmori, rugby 
(Cosa spinge le persone a fare sport?, edito da Aracne Editrice 2020)  


Lo sport diventa un modo per vivere con altri in modo salutare, tendendo sempre il fisico allenato, avendo sempre uno stile di vita sano che ti fa curare l’alimentazione ed avere buone abitudini. 

Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o alla tua performance? «Lo sport che pratico è uno sport di squadra, è quindi importantissimo che il rapporto tra i vari componenti della squadra sia improntato sulla fiducia e sul rispetto. Oltre i compagni di squadra anche l’allenatore deve, come un direttore di orchestra, capire per primo le necessità dei giocatori e portarli ad una crescita sportiva». 

Quale è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? «Quando sono in difficoltà penso molte cose per darmi la carica, penso che mi sono allenato con continuità e che ho affrontato la preparazione come un professionista, penso che ci sono altri 14 fratelli in campo che hanno bisogno di me come io di loro, penso che l’avversario è fatto di carne ed ossa ed è stanco quanto se non più di me». 

Belle parole, questo è lo sport che vogliamo, giocare e competere insieme facendo squadra ognuno apportando il meglio di sé per un obiettivo comune, sfidante ma raggiungibile. 

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? «Una cosa curiosa sono i riti di iniziazione che si vengono a creare quando un giocatore delle giovanili fa un esordio in 1° squadra. Segnano il passaggio dalle giovanili al mondo dei “grandi” proprio come nelle antiche tribù indigene. Esse cambiano da squadra a squadra Ma sono sempre presenti e sempre contornate da una ragionevole dose di birra. Alla prima iniziazione mi sono ritrovato in un autogrill vestito esclusivamente con un pupazzo di peluche a coprire la parte genitale, alla seconda mi hanno morsicato la natica sinistra (e ne conservo ancora una cicatrice!)». 


Si mettono in conto aneddoti divertenti e bizzarri, servono anche a consolidare lo spirito di squadra, a fortificare i giocatori, ad essere accolti nel fantastico mondo dello sport di squadra, squadre speciali fatte di persone che vogliono impegnarsi, allenarsi duramente per competere con altre squadre, per portare a casa un bel gioco, una bella esperienza, una bella vittoria. 

Andrea Tortora, boxe 

(Cosa spinge le persone a fare sport?, edito da Aracne Editrice 2020) 


Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? «Come ho detto prima sono riuscito a capire che la volontà supera il talento e quindi sé veramente ci tengo posso raggiungere anche qualche obiettivo prefissato, e ho capito che è buono praticare uno sport di squadra, siccome fa accrescere anche il lato emotivo». 


Lo sport di squadra aiuta a mettersi in gioco, a relazionarsi con gli altri, a contribuire e collaborare al risultato di una squadra. Si apprende sempre dallo sport e dagli altri. 

Claudia Torri, pallavolo 

(Cosa spinge le persone a fare sport?, edito da Aracne Editrice 2020) 


Lo sport diventa una ottima scuola di vita, non si apprendono dallo sport solo regole ma si impara anche a conoscere se stessi e a stare con altri, a condividere mete, obiettivi e sogni, a condividere allenamenti e fatica, ma anche gioie e soddisfazioni, si impara a condividere sconfitte e vittorie, ad apprendere sempre dall’esperienza, ad assumersi la responsabilità del proprio gioco, a considerare le proprie capacità e i propri limiti e a conoscere meglio gli altri. 

C’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance nello sport? «Le compagne di squadra e l’allenatore rivestono un ruolo importante in questo. Le compagne infatti apportano il loro contributo con la vicinanza nel campo da gioco, mentre l’allenatore dà consigli durante la partita ed è così un punto di riferimento». 

Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nel praticare il tuo sport? «Mi aiuta la consapevolezza che nulla si ottiene senza un impegno costante, che è necessario affrontare le sconfitte che lo sport ti mette davanti e che è importante il senso di squadra e l’unione di questa». 

Quali sensazioni sperimenti nello sport? «Le sensazioni che si sperimentano sono molto varie: la gioia dopo una bella vittoria, la felicità nel condividere tutto con la squadra, la tensione prima di una partita importante e la tristezza dopo una sconfitta o una performance andata male». 

Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport? «La pallavolo è uno sport di squadra dove imparerete che il contributo di ciascun giocatore è indispensabile per il raggiungimento di un traguardo comune».  


In un gioco di squadra non si è mai da soli, i compagni di gioco sono sempre presenti, in qualche modo ti supportano e ti fanno capire se stai facendo bene, che ti puoi fidare; l’allenatore diventa fondamentale, una sorta di ancora di salvataggio, basta guardarlo per capire se bisogna cambiare modalità di gioco. Anche avere sguardi di approvazione diventa importante, la complicità è fondamentale tra tutti i componenti della squadra. 


Paolo Mannarino 
(Cosa spinge le persone a fare sport?, edito da Aracne Editrice 2020) 

Essere determinante nel portare la propria squadra al successo è una bella soddisfazione, bel risultato, bella responsabilità.

Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? «Ricordo la Triathlon di San Salvo marina dove avevo il ruolo di podista. La mia squadra era 8a. Infatti il nuotatore era arrivato tra gli ultimi. Poi il ciclista recuperò alcune posizioni. Io in quei 2km di corsa diedi l’anima per rimontare tutti gli altri concorrenti. Alla fine riuscii a completare la rimonta agli ultimi 100m e feci arrivare la squadra al 1° posto. Fu un’emozione fortissima! Sembra incredibile, ma è vero!». 

Hai rischiato di mollare di fare sport? «Far parte di una squadra non ti fa mai mollare». 


La squadra è fondamentale, il gruppo di persone che si uniscono per condividere obiettivi individuali e di squadra ti permette di sperimentare accoglienza, sostegno, complicità e tanto altro. È importante lavorare sugli obiettivi, sul superare errori e sconfitte; si impara da tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come squadra, conoscendosi meglio. 

Si fa parte di un gruppo di persone che giocano, lottano, combattono per un risultato comune. Insieme si condividono mete e obiettivi, allenamenti e gare, momenti di gioia e di fatica, “tutti per uno e uno per tutti”, importante la presenza nei confronti dell’altro anche fuori dai momenti di sport. 
Di seguito, alcune righe riportate sul “Libro bianco” relativamente a “sport e solidarietà”: “La partecipazione a una squadra, principi come la correttezza, l’osservanza delle regole del gioco, il rispetto degli altri, la solidarietà e la disciplina rafforzano la cittadinanza attiva, e lo stesso si può dire dell’organizzazione dello sport a livello amatoriale, che si basa su società senza fini di lucro e sul volontariato. Il volontariato nelle organizzazioni sportive fornisce molte occasioni di istruzione non formale, che devono essere riconosciute e potenziate. Lo sport inoltre offre ai giovani possibilità interessanti di impegno e partecipazione alla società, e può aiutarli a rimanere lontani dal crimine.” 


Alessia Urbinati, pallavolista 

(Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 10 ottobre 2018) 


Come hai scelto il tuo sport?Ho iniziato a giocare a pallavolo all’età di otto anni per gioco, come tutti i bambini. Mi piaceva l’idea di far parte di una squadra, di collaborare e di divertirmi insieme ai miei amici. Crescendo questo sport è diventato fondamentale per la mia vita e la mia educazione e mi ha trasmesso valori significativi come il rispetto, la lealtà, la collaborazione e la fiducia, che hanno contribuito a formare la mia personalità.” 
Nello sport, cosa e chi hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?Nel mio sport sono state molte le persone che mi hanno sostenuto e mi hanno incentivato a migliorare. Prima di tutto i miei genitori, che da sempre hanno appoggiato la mia passione per la pallavolo e sono sempre stati presenti e disponibili, gioendo con me per le vittorie e standomi vicino nelle sconfitte e nei momenti difficili. Un ruolo rilevante è rappresentato dalle mie compagne di squadra, con le quali si è creato un vero e proprio rapporto di amicizia, una sorta di legame inscindibile. Abbiamo condiviso lunghi pomeriggi in palestra, le paure, le gioie, le tensioni e le soddisfazioni e siamo sempre state l’una al fianco dell’altra, non solo in campo ma anche al di fuori. Essere compagne di allenamento ci ha portato ad essere compagne di vita, a confidarci l’una con l’altra, a condividere i nostri problemi e senza neanche accorgercene siamo diventate qualcosa di grandioso: una squadra, sulla quale ognuna di noi potrà sempre contare. Infine il nostro allenatore è stato un ulteriore punto di riferimento, il caposaldo della nostra squadra che ha saputo comprendere le personalità di ognuna di noi e ci è sempre venuto incontro.” 

Quali sono state le sensazioni in pre-gara, gara, post-gara?La sensazione più bella in assoluto è la consapevolezza che ciò che tu stai provando è condiviso da altre undici persone, la tua squadra. Tutte queste emozioni rimarranno indelebili dentro di me e il sentirsi parte di un gruppo che ti sostiene, sentirsi parte di qualcosa di grande ripaga tutti i sacrifici fatti.” 
Quale è stata la tua gara più difficile? La partita più difficile è stata quella giocata dopo essermi ripresa da un infortunio alla caviglia. Avevo paura di deludere le aspettative e la fiducia che la squadra e l’allenatore avevano riposto in me. Avevo il timore di non riuscire a giocare più come prima. È stato difficile proprio perché ho dovuto affrontare contemporaneamente la squadra avversaria e me stessa e fare i conti con la paura.” 

Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte o infortuni?Mi è capitato di dover fare i conti con un infortunio alla caviglia e con delle sconfitte. Mi è servito molto il sostegno della squadra, dell’allenatore e della mia famiglia per tirar 35fuori il mio carattere tenace, rialzarmi più forte di prima e tornare in campo sconfiggendo la paura.” 

Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport?La pallavolo è uno sport che forgia la persona per la vita. Aiuta a crescere, trasmette valori fondamentali e fa comprendere il vero senso delle parole: condivisione, collaborazione e sacrificio. È uno sport di squadra che educa al rispetto delle regole, al rispetto dei propri spazi senza invadere quelli altrui e a valorizzare non solo se stessi ma anche gli altri e gioire per loro. Inoltre si creano amicizie autentiche da coltivare anche al di fuori del campo e si ha la possibilità di confrontarsi, di arricchire se stessi e accettare non solo le vittorie ma anche le sconfitte, non solo i meriti ma anche gli errori. Raccontare tutto ciò risulta limitativo, sono esperienze che io consiglierei a chiunque di vivere in prima persona.


Sport quale valore aggiunto, il team che sostiene e forma il carattere, l’allenatore che ti sta al fianco nei momenti belli e nei momenti difficili. 

Lorenzo Turco, pallavolo 

(Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta. Prospettiva editrice, Civitavecchia, dicembre 2017) 


La pallavolo è un gioco di squadra, uno sport in cui impari a mettere la squadra prima delle tue competenze personali. Si creano legami veri con le persone, si pensa come gruppo, si diventa una famiglia, non trascurando però l’utilità del singolo elemento. Io credo sia molto formativo tutto ciò: le regole da rispettare, la disciplina sempre al primo posto, sudare per arrivare al successo tutti insieme.  

Come hai scelto il tuo sport? «Secondo le mie inclinazioni personali, mi sono sempre piaciuti i giochi di squadra e il senso di appartenenza a un gruppo». 


Negli sport di squadra, in cui si ha un ruolo da rispettare e si ha a che fare non solo con la propria prestazione fisica, ma bisogna anche considerare il comportamento degli amici di squadra e degli avversari, bisogna saper osservare, monitorare, spazi e movimenti, avere tanta attenzione, sviluppare capacità altre, quali quelle relazionali, per fare squadra, per avere obiettivi individuali e di squadra, essere disposti a uscire per far giocare altri e ascoltare l’allenatore che guida la squadra e il gioco. Insomma, c’è tanto in uno sport di squadra come la pallavolo e c’è tanto da imparare per star bene ed essere performanti. 

Nello sport, cosa e chi hanno contribuito al tuo benessere e/o performance? «I miei compagni di squadra, che non si sono dimostrati compagni solo in campo, ma soprattutto amici nella vita». 

Lo sport dovrebbe essere un’opportunità per stare assieme, per apprendere, per fare squadra, per confrontarsi, per divertirsi, per mettersi alla prova; ed è importante per gli allenatori fare attenzione a queste dinamiche, favorire uno spirito di squadra all’insegna della partecipazione, senza escludere, senza penalizzare, valutando le risorse, facendo apprezzamenti, dando feedback significativi che aiutino a crescere con sani valori, giuste regole. 


Lucrezia 

https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/2021/11/lucrezia-fondamentale-e-il-legame-che.html  

Francesco Capuano, pallanuoto 

https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/2021/03/francesco-capuano-pallanuoto-la-squadra.html 


Matteo SIMONE 

380-4337230 - 21163@tiscali.it 

Psicologo, Psicoterapeuta 

Autore di libri psicologia e sport 

http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo 

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