Lo sport ti permette di far parte di una squadra, di condividere obiettivi individuali e di squadra difficili e sfidanti, ti consente di fare un percorso insieme, di prendere una direzione verso mete ambite e sfidanti confrontandosi e aiutandosi, ti permette di far parte di un gruppo che si allena per sperimentare benessere e anche performance, per migliorare, per essere una squadra sempre più coesa.
Lo sport diventa un modo per vivere con altri in modo salutare, tendendo sempre il fisico allenato, avendo sempre uno stile di vita sano che ti fa curare l’alimentazione ed avere buone abitudini.
Nello sport chi contribuisce al tuo benessere o alla tua performance? «Lo sport che pratico è uno sport di squadra, è quindi importantissimo che il rapporto tra i vari componenti della squadra sia improntato sulla fiducia e sul rispetto. Oltre i compagni di squadra anche l’allenatore deve, come un direttore di orchestra, capire per primo le necessità dei giocatori e portarli ad una crescita sportiva».
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? «Una cosa curiosa sono i riti di iniziazione che si vengono a creare quando un giocatore delle giovanili fa un esordio in 1° squadra. Segnano il passaggio dalle giovanili al mondo dei “grandi” proprio come nelle antiche tribù indigene. Esse cambiano da squadra a squadra Ma sono sempre presenti e sempre contornate da una ragionevole dose di birra. Alla prima iniziazione mi sono ritrovato in un autogrill vestito esclusivamente con un pupazzo di peluche a coprire la parte genitale, alla seconda mi hanno morsicato la natica sinistra (e ne conservo ancora una cicatrice!)».
(Cosa spinge le persone a fare sport?, edito da Aracne Editrice 2020)
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare sport? «Come ho detto prima sono riuscito a capire che la volontà supera il talento e quindi sé veramente ci tengo posso raggiungere anche qualche obiettivo prefissato, e ho capito che è buono praticare uno sport di squadra, siccome fa accrescere anche il lato emotivo».
(Cosa spinge le persone a fare sport?, edito da Aracne Editrice 2020)
Lo sport diventa una ottima scuola di vita, non si apprendono dallo sport solo regole ma si impara anche a conoscere se stessi e a stare con altri, a condividere mete, obiettivi e sogni, a condividere allenamenti e fatica, ma anche gioie e soddisfazioni, si impara a condividere sconfitte e vittorie, ad apprendere sempre dall’esperienza, ad assumersi la responsabilità del proprio gioco, a considerare le proprie capacità e i propri limiti e a conoscere meglio gli altri.
C’è qualcuno che contribuisce al tuo benessere e performance nello sport? «Le compagne di squadra e l’allenatore rivestono un ruolo importante in questo. Le compagne infatti apportano il loro contributo con la vicinanza nel campo da gioco, mentre l’allenatore dà consigli durante la partita ed è così un punto di riferimento».
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano nel praticare il tuo sport? «Mi aiuta la consapevolezza che nulla si ottiene senza un impegno costante, che è necessario affrontare le sconfitte che lo sport ti mette davanti e che è importante il senso di squadra e l’unione di questa».
Quali sensazioni sperimenti nello sport? «Le sensazioni che si sperimentano sono molto varie: la gioia dopo una bella vittoria, la felicità nel condividere tutto con la squadra, la tensione prima di una partita importante e la tristezza dopo una sconfitta o una performance andata male».
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport? «La pallavolo è uno sport di squadra dove imparerete che il contributo di ciascun giocatore è indispensabile per il raggiungimento di un traguardo comune».
In un gioco di squadra non si è mai da soli, i compagni di gioco sono sempre presenti, in qualche modo ti supportano e ti fanno capire se stai facendo bene, che ti puoi fidare; l’allenatore diventa fondamentale, una sorta di ancora di salvataggio, basta guardarlo per capire se bisogna cambiare modalità di gioco. Anche avere sguardi di approvazione diventa importante, la complicità è fondamentale tra tutti i componenti della squadra.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? «Ricordo la Triathlon di San Salvo marina dove avevo il ruolo di podista. La mia squadra era 8a. Infatti il nuotatore era arrivato tra gli ultimi. Poi il ciclista recuperò alcune posizioni. Io in quei 2km di corsa diedi l’anima per rimontare tutti gli altri concorrenti. Alla fine riuscii a completare la rimonta agli ultimi 100m e feci arrivare la squadra al 1° posto. Fu un’emozione fortissima! Sembra incredibile, ma è vero!».
Hai rischiato di mollare di fare sport? «Far parte di una squadra non ti fa mai mollare».
La squadra è fondamentale, il gruppo di persone che si uniscono per condividere obiettivi individuali e di squadra ti permette di sperimentare accoglienza, sostegno, complicità e tanto altro. È importante lavorare sugli obiettivi, sul superare errori e sconfitte; si impara da tutto ciò che succede e si può fare meglio in futuro come individui e come squadra, conoscendosi meglio.
Alessia Urbinati, pallavolista
(Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti, Prospettiva editrice, Civitavecchia, 10 ottobre 2018)
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte o infortuni? “Mi è capitato di dover fare i conti con un infortunio alla caviglia e con delle sconfitte. Mi è servito molto il sostegno della squadra, dell’allenatore e della mia famiglia per tirar 35fuori il mio carattere tenace, rialzarmi più forte di prima e tornare in campo sconfiggendo la paura.”
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “La pallavolo è uno sport che forgia la persona per la vita. Aiuta a crescere, trasmette valori fondamentali e fa comprendere il vero senso delle parole: condivisione, collaborazione e sacrificio. È uno sport di squadra che educa al rispetto delle regole, al rispetto dei propri spazi senza invadere quelli altrui e a valorizzare non solo se stessi ma anche gli altri e gioire per loro. Inoltre si creano amicizie autentiche da coltivare anche al di fuori del campo e si ha la possibilità di confrontarsi, di arricchire se stessi e accettare non solo le vittorie ma anche le sconfitte, non solo i meriti ma anche gli errori. Raccontare tutto ciò risulta limitativo, sono esperienze che io consiglierei a chiunque di vivere in prima persona.”
(Sport, benessere e performance. Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta. Prospettiva editrice, Civitavecchia, dicembre 2017)
La pallavolo è un gioco di squadra, uno sport in cui impari a mettere la squadra prima delle tue competenze personali. Si creano legami veri con le persone, si pensa come gruppo, si diventa una famiglia, non trascurando però l’utilità del singolo elemento. Io credo sia molto formativo tutto ciò: le regole da rispettare, la disciplina sempre al primo posto, sudare per arrivare al successo tutti insieme.
Come hai scelto il tuo sport? «Secondo le mie inclinazioni personali, mi sono sempre piaciuti i giochi di squadra e il senso di appartenenza a un gruppo».
Negli sport di squadra, in cui si ha un ruolo da rispettare e si ha a che fare non solo con la propria prestazione fisica, ma bisogna anche considerare il comportamento degli amici di squadra e degli avversari, bisogna saper osservare, monitorare, spazi e movimenti, avere tanta attenzione, sviluppare capacità altre, quali quelle relazionali, per fare squadra, per avere obiettivi individuali e di squadra, essere disposti a uscire per far giocare altri e ascoltare l’allenatore che guida la squadra e il gioco. Insomma, c’è tanto in uno sport di squadra come la pallavolo e c’è tanto da imparare per star bene ed essere performanti.
Lucrezia
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Francesco Capuano, pallanuoto
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Psicologo, Psicoterapeuta
Autore di libri psicologia e sport
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