È stato uno dei giorni più belli della mia vita
Dott. Matteo Simone
Sabato 13 settembre ha avuto luogo a Winschoten in Olanda la gara di ultramaratona di 100km, il cui vincitore è stato il norvegese Didrik Hermansen in 6h51’57”, precedendo Matteo Zucchini 6h54’13” e Pierpaolo Pio Bovenzi 7h08’14”.
A seguire l’olandese Leendert van der Lugt 7h12’07”, il francese Kévin Fortineau 7h12’42” e Filippo Bovanini 7h17’15”.
Tra le donne ha vinto l’olandese Mirjam Koersen (12^ assoluta) 7h51’23” che ha preceduto Anatonella Ciaramella (13^ assoluta) 7h57’01”, l’olandese Mascha Rondhuis (14^ assouta) 7h57’40”, Sarah Giomi (15^ assoluta) 7h58’13”.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Matteo Zucchini attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come ti definisci atleticamente? Un atleta solido direi, credo che la mia caratteristica migliore sia la tenuta mentale.
In gare di ultramaratona, oltre ad avere una predisposizione fisica ai carichi elevati di allenamenti qualitativi e quantitativi è opportuno e forse indispensabile avere anche un’ottima tenuta mentale proprio per resistere alla fatica negli allenamenti e in gare considerate anche estreme, difficile ma non impossibili da ottenere ottime prestazioni.
Cosa e chi contribuisce alla tua prestazione? Indubbiamente lo sforzo prestativo in sé e a carico dell’atleta. Ma aver accanto le giuste persone, partendo da un allenatore capace di stimolarti e credere in te sia fondamentale. Tutto il resto del contorno sociale è altresì importante. Chi abbiamo accanto ci può supportare e aiutarci e può fare la differenza.
L’atleta ha bisogno di essere sereno, soprattutto se pratica uno sport di endurance che mette a dura prova soprattutto negli allenamenti che impegnano tempo prezioso in allenamenti ed è importante essere seguiti da allenatori preparati che sanno il fatto loro anche come esperienze di allenamenti e gare per capire cosa prova un atleta nei carichi di allenamenti, in gare dove si giocano una vittoria, un podio, una convocazione.
Cosa pensano familiari, amici e colleghi della tua attività sportiva? I familiari e gli amici sono fieri ed entusiasti di ciò che faccio a livello sportivo. È chiaro che non tutti riescono a cogliere le motivazioni che possano spingere un atleta a compiere determinate imprese sportive che sono provanti e sfidanti sotto l’aspetto fisico e mentale.
In effetti per dedicarsi a uno sport considerato estremo come l’ultramaratona ci vuole davvero una forte passione, un’elevata motivazione, la voglia di mettersi in gioco e di continuare a sfidare se stesso e anche altri per confrontarsi e migliorare nel confronto.
Quali competenze, risorse e caratteristiche possiedi nel tuo sport? Posso dire che questa grande passione per lo sport di endurance mi ha spinto a informarmi molto su quali meccanismi ci siano alla base della fisiologia del corpo e della nutrizione sportiva. Chiaramente aver la fortuna di sperimentare le cose su se stessi aiuta molto a comprenderle in un’ottica più ampia e completa.
Per praticare in modo eccellente una pratica sportiva molto complessa come lo sport di endurance, bisogna essere ricercatori di metodi e strategie a livello fisico e mentale e considerare tanti aspetti oltra a quello fisico, per esempio quello nutrizionale, mentale, abbigliamento sportivo, filosofie orientali che da una parte incrementano la prestazione e dall’altra parte procurano sollievo prima, durante e dopo allenamenti e gare.
Quali sono le difficoltà e i rischi nella pratica del tuo sport? Le difficoltà risiedono nel compiere uno sforzo intenso sia a livello fisico che mentale. E spesso le due componenti devono essere allenate accuratamente. Senza una l’altra ha poco senso. Il rischio è quello di sottovalutare i segnali che spesso il nostro corpo ci invia, trascurando aspetti importanti, pensando che questi possano passare da soli. Spesso accade, altre volte no.
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Lo psicologo nello sport credo sia importante perché di aiuto per gestire le componenti mentali che assumono carattere fondamentale in gare di endurance. Può aiutarci ad aver maggiore consapevolezza dei nostri mezzi e a spiegarci situazioni che sfuggono al nostro controllo.
Nella pratica di una disciplina sportiva durissima come è sconsiderata l’ultramaratona bisogna sviluppare un elevata autoconsapevolezza delle proprie capacità, risorse, proprio corpo per capire e monitorare ogni segnale che potrebbe essere sabotatore o alleato dell’atleta e quindi comprendere ogni segnale in modo da poter valutare al momento se rallentare un po’, se continuare a spingere fino alla fine, grazie anche all’esperienza e al confronto con allenatori, atleti esperti e altre figure professionali.
L'evento sportivo in cui hai vissuto le emozioni più belle? Credo che la più bella soddisfazione sportiva l’abbia centrata nella 100km di Winschoten, affrontata ieri. Aver centrato l’obiettivo del tempo per una possibile convocazione in Nazionale è un sogno che ho sempre avuto nel cassetto.
Che effetto ti fa arrivare secondo a Winschoten e scendere sotto le 7 ore? È stato uno dei giorni più belli della mia vita, non lo posso negare. Al di là del secondo posto ero in Olanda per cercare di migliorare il tempo del Passatore e averlo limato di quasi 30 minuti mi riempie di orgoglio.
Te l’aspettavi? Criticità? Come ti sei preparato? Per quanto fossi consapevole di essermi allenato bene e aver migliorato da maggio non mi aspettavo questo balzo in avanti. Merito di una estate di allenamenti duri e volumi molto alti senza mai tralasciare gli allenamenti di qualità.
Un grandissimo e molteplice obiettivo raggiunto grazie al duro lavoro e la grande fiducia nel poterlo fare che compensa tanti sacrifici di allenamenti fuori di casa ma grazie a tutto ciò i sogni diventano realtà e rappresentare l’Italia indossando la maglia azzurra è il sogno di tanti atleti ma pochi ci riescono.
Già lo scorso maggio 2025, Matteo Zucchini ha fatto un’eccellente prestazione classificandosi 6° alla 100km del Passatore 2025 in 7h22’24” ma scendere sotto le 7ore è davvero un grandissimo risultato che ripaga ogni uscita impegnativa, ogni rinuncia fatta e ora l’appetito vien mangiando, si continua a far bene per continuare a limare il personale in cerca di podi e vittorie individuali e di squadra Italia.
La tua situazione sportiva più difficile? Per quanto riguarda le difficoltà credo non ce ne sia una in particolare. Sicuramente chi ama come me lo sport e la corsa la difficoltà più grande risiede nel non potersi allenare a causa di infortuni o altre motivazioni. Tutto il resto è risolvibile, le crisi e le difficoltà ci sono e mi piace pensare che ci rendano più forti una volta attraversate.
Come hai affrontato, gestito e superato eventuali crisi, sconfitte o infortuni? Credo ci voglia pazienza, bisogna accettare che le cose possano accadere, bisogna aver il coraggio di non scacciare il dolore ma attraversarlo. Nello sport, nella vita. Un passo alla volta possiamo fare grandi cose, e una volta usciti dalla crisi ci guarderemo indietro felici di averla ‘oltrepassata’.
Nella disciplina sportiva di endurance come è l’ultramaratona il fisico e la mente sono messi sotto dure prove, sia per quanto riguarda il corpo come le articolazioni, i muscoli sia a livello mentale come stress psicofisico nel cercare di spingersi oltre, osando senza strafare e si mettono in conto eventuali stop o altre criticità dovuti a infortuni, demotivazioni o altri impegni familiari e lavorativi.
Ma tutto ciò viene considerato un periodo, una fase da affrontare, saper gestire, accettare, attraversare per poi continuare andando avanti più rafforzati mantenendo sempre un’alta motivazione e passione, credendoci sempre.
Cosa hai scoperto di te stesso correndo ultramaratone? Correre aiuta a conoscere i punti più reconditi di noi stessi. Raschiando dentro di sé per trovare le energie spesso ci troviamo ad affrontare momenti che sono duri ma insegnano tanto. Ho scoperto con gli anni di essere una persona fortemente disciplinata e che vive le cose con grande dedizione e serietà.
Per ottenere grandi successi bisogna avere metodo, aver fiducia, aver passione, essere motivati, pazienti, disposti a impegnarsi, andare avanti nonostante ogni impedimento, criticità, difficoltà.
Quale allenamento mentale utilizzi? Non ne ho di particolari, mi piace, soprattutto nelle sessioni di allenamento più impegnative, cercare di chiudere facendo sempre qualche chilometro in più di quello che mi ero prefissato prima della partenza. Così alleno la mente a non adagiarsi, a preparala sorprendendola, ingannandola.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Adesso qualche giorno per recuperare le energie fisiche e mentali (3 gare da 100 km da febbraio hanno messo a dura prova corpo e mente). Poi si lavora un po’ sulla qualità, proviamo a limare tempi in mezza Maratona e Maratona, per poi ad anno nuovo riprogrammare le lunghe distanze e gli impegni che sarò felice di accogliere.
È importante ogni tanto fare il punto della situazione, ristabilirsi, staccare la spina da allenamenti troppo impegnativi e cercare di fare allenamenti brillanti per esprimersi al meglio anche in gare più corte come la mezza maratona e la maratona che aiutano a incrementare l’autoefficacia e a consolidare la qualità di base per poi costruire e progettare altri impegni più importanti di sfide in ultramaratone.
Quali sono gli ingredienti del successo? Un po’ come nella vita; impegno, dedizione e rispetto per gli altri, credo siano alla base del nostro successo come persone, non solo come atleti. Mi piace pensare si possa sempre fare un po’ meglio, crescere e imparare ogni giorno senza mai sentirsi ‘arrivati’.
Cosa c'è oltre lo sport? Lo Sport deve essere una parte delle nostre vite, un completamento delle nostre giornate, aiutandoci ad aver una passione che ci aiuti a rendere le nostre vite meno difficili e stressanti. Lo sport non può sostituire, può aggiungere. A noi resta la possibilità di poterlo utilizzare nel miglior modo possibile.
In effetti, è importante restare sempre con i piedi per terra, non sentirsi mai arrivati, continuare a coltivare amicizie e a godersi la famiglia, e tenersi stretti anche la quotidianità lavorativa che a volte occupa la maggior parte della giornata.
Come sei cambiato grazie alle ultramaratone? Ho sicuramente reso il mio carattere più propenso allo stress continuo e al senso di sacrificio. Lo sport ci cambia in meglio, tutti dovrebbero sperimentarlo. Ci aiuta a conoscere noi stessi e a vivere il confronto con gli altri facendoci capire che tutti, dal più performante al meno, abbiamo sempre la possibilità di imparare qualcosa e portare a casa qualche lezione.
Davvero lo sport risulta essere una grande palestra di vita che aiuta a essere sempre più resilienti, soprattutto la ultramaratona che bisogna affrontarla con coraggio e un po’ di timore ma con la predisposizione di imparare sempre, sia dalle vittorie che dalle sconfitte, sia da se stessi che dagli altri.
Chi ti ispira? Mai come in questo ultimo periodo devo dire grazie al mio allenatore Paolo Bravi. Ha creduto in me più di quanto potessi fare io, convincendomi piano piano che era possibile alzare l’asticella più in alto. Non fosse stato per lui non sarei qui a rispondere a queste domande dopo una giornata memorabile. Altra grande ispirazione sono stati i miei genitori, che da tempo hanno creduto che io potessi togliermi davvero delle grandi soddisfazioni. E questo spesso un figlio lo capisce solo dopo.
Bellissime parole di una persona e atleta consapevole dell’importanza dell’educazione familiare e di persone competenti che hanno avuto passione e continuano ad avere passione in uno sport faticoso che in prima persona hanno vissuto prestazioni eccellenti, vittorie e ora trasmettono valori, insegnamenti appresi ad altri per il miglioramento altrui e possiamo dire anche della propria nazione, alla ricerca di atleti che possano emergere ed eccellere grazie e non solo ai suoi consigli, allenamenti, supporto.
Un’intervista a Paolo è riportata nel libro “Il piacere di correre oltre”. Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Paolo è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR










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