Dott. Matteo Simone
La Spartathlon è una corsa tra Atene e Sparta di 246 km che ripercorre le orme di Fidippide, un messaggero ateniese mandato a Sparta nel 490 a.C. per cercare aiuto contro i Persiani nella Battaglia di Maratona.
Fidippide, secondo un racconto dello storico greco Erodoto, arrivò a Sparta il giorno dopo che era partito da Atene. Basandosi su tale aneddoto, il comandante britannico John Foden e altri quattro ufficiali della RAF si sono recati in Grecia nel 1982 per una missione ufficiale per verificare se fosse possibile coprire i quasi 250 chilometri in un giorno e mezzo. Tre corridori hanno completato con successo la missione: John Foden (37h37’), John Scholtens (34h30’) e John McCarthy (39h00).
L'anno successivo un gruppo di persone di varia nazionalità tra cui britannici e greci sotto la guida di Philhellene Michael Callaghan organizzarono la prima edizione della Open International Spartathlon Race.
La gara inizia alle 7h00 del mattino, di solito nell'ultimo venerdì di settembre, ai piedi dell'Acropoli. Si esce da Atene attraverso la costa, il percorso raggiunge il Canale di Corinto al chilometro 78,5 e al 159º chilometro raggiunge la cima del Monte Partenio.
I corridori devono oltrepassare 75 checkpoint. I corridori che fanno segnare al check point un tempo superiore a quello stabilito dagli organizzatori possono essere squalificati dalla gara.
Di seguito approfondiamo l’esperienza di Vincenzo attraverso risposte ad alcune mie domande.
Pensieri positivi e negativi in vista della Spartathlon? I pensieri positivi sono la gioia e l’onore di poter essere lì, al via di una delle gare più leggendarie. I negativi sono i dubbi: se avrò fatto abbastanza, se il mio corpo reggerà fino in fondo. Ma alla fine i positivi prevalgono: non è paura, è rispetto per la strada che mi aspetta.
Per partecipare a tale gara considerata estrema bisogna essere selezionati in base a un curriculum sportivo eccezionale come quello di Vincenzo che ha partecipato e portato a termine le gare più dure al mondo di ultramaratona.
Tra il 27 e il 29 aprile 2019 Vincenzo ha portato a termine l’UltraMilano-Sanremo 285km in 44h30’.
Tra il 25 e il 27 marzo 2022 Vincenzo ha vinto la 4^ Race Across Apulia (RAA) 287km, corsa su strada, in 40h53’15” precedendo Pietro Deriu 45h18’46” e Michele Scoglio 48h00’50”.
Tra il 4 e il 5 luglio 2023 ha portato a termine la Badwater Ultramarathon (USA) 135mi (217km) in 33h47’49”.
Prima di tali gare considerate anche estreme ci sono pensieri positivi e negativi, si va dalla gioia di essere lì a rappresentare la nazione di appartenenza e a competere con atleti di tutto il mondo, i più forti, i più coraggiosi, selezionati e preparati ma anche dubbi e pensieri circa ciò che può succedere durante le tantissime ore di gara, i tantissimi chilometri da percorrere, ma bisogna far prevalere sempre i pensieri positivi che spingono a mettersi in gioco e cercare di andare oltre osando ma senza strafare, con attenzione e preparazione adeguata.
Da quando sogni la Spartathlon? Da quando ho iniziato a correre le ultra, la Spartathlon è sempre stata la ‘gara delle gare’. È un sogno che porto dentro da anni, quasi come un faro che mi guidava mentre accumulavo chilometri.
Vincenzo Santillo dopo la Milano-Sanremo 285km nel 2019 così rispose alla mia seguente domanda: Cosa c'è ora più di ultra? “L'anno prossimo spero di fare la 'Spartathlon' oppure rifarò di nuovo questa avventura della 'Milano Sanremo'.”
È passato qualche anno, nel frattempo ha portato a termine anche la Badwater nella valle della morte ed è pronto per la sua prossima impresa per trasformare il suo sogno in realtà.
Cosa e chi ti permette di partecipare alla Spartathlon? Gli amici, gli sponsor e tutte le persone che mi vogliono bene. Senza di loro non sarei qui: mi hanno dato la forza e la possibilità di arrivare fino a questo traguardo.
Nel corso degli anni Vincenzo si è fatto conoscere da tante persone sportive e non, locali e fuori regione, italiane e del resto del mondo ed è diventata una persona di riferimento per tanti, runner e ultrarunner, un testimonial per tanti eventi sportivi e no, contattato da associazioni e istituzioni. Ben voluto da tanti per la sua semplicità nel correre affrontando tante fatiche senza stress ma con piacere nell’esserci e nel mettersi in gioco.
Quali sono gli allenamenti più importanti? Quelli fatti prima e dopo il lavoro: di notte, la sera tardi o la mattina prestissimo. Sempre con la stanchezza del mio mestiere addosso. Sono quegli allenamenti che hanno forgiato davvero la mia resistenza.
Vincenzo è un grande lavoratore ma anche un grande atleta perché con la sua elevata passione e motivazione riesce a trovare spazi, tempi e amici per allenarsi ovunque per portare a termine le sue imprese nonostante la stanchezza del suo duro lavoro.
Cosa e chi ti aiuterà in gara? Mi aiuterà il pensiero di tutte le persone che tifano per me, la voce degli amici, e la voglia di non mollare. Mi aiuterà anche la mia esperienza: so cosa vuol dire cadere e rialzarsi.
Gare durissime che si affrontano, gestiscono, superano con il corpo e con la mente, dove bisogna trarre risorse utili sia dal proprio corpo ma anche dalla propria mente, dai pensieri positivi che amici e familiari sono a casa a fare il tifo, con una grandissima esperienza in queste gare durissime di ultramaratona ma non impossibili, avanzando un passo alla volta senza fretta ma con attenzione.
Una parola o una frase che ti aiuterà nei momenti difficili? ‘Un passo alla volta.’ Come da 100 kg, con uno stile di vita fatto di eccessi, sono riuscito a cambiare e a correre. Lo stesso vale qui: un passo alla volta verso Sparta.
Vincenzo sa a cosa va incontro, ma sa anche che in passato è andato incontro a problematiche dovute a uno stile di vita non salutare ed è riuscito a comprendere che bisognava apportare un cambiamento nella sua vita e così un passo alla volta ha cambiato stile di vita soprattutto con l’attività fisica ma anche limitandosi nel mangiare, smettendo di fumare e mettendosi in riga, diventando un esempio di resilienza e cambiamento per tante altre persone che pensano che sono destinati a restare in una situazione problematica.
Hai già in mente una strategia di gara? Io non ho mai avuto strategie di gara. Arrivo alla partenza solo con la voglia di correre e di toccare la statua di Re Leonida.
Vincenzo già in passato ha dimostrato che se si mete in testa qualcosa la porta a termine con la sua volontà e determinazione.
Come ti stai organizzando? Le vere ansie non sono mai per la corsa in sé, ma per i viaggi e per cercare di portare da casa ad Atene le cose giuste e necessarie. Voglio arrivare al via senza il pensiero di aver dimenticato qualcosa.
Una gara durissima fuori dei confini nazionali dove tutto può essere utile durante le tante ore di gara ma con la consapevolezza che si può fare credendoci fino alla fine.
Hai tutto sotto controllo? Tutto mai. La Spartathlon non la puoi controllare del tutto, puoi solo prepararti al meglio. Il resto lo farà la strada, e io sarò lì per accoglierla così com’è.
Sembra essere l’approccio giusto quello dell’accoglienza, si cerca di accogliere tutto gioie e dolori, notare quello che succede, essere pronti a ricevere tutto e a gestire ogni cosa, senza stress, senza pressioni ma sempre un passo alla volta, una cosa alla volta.
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.”
Dott. Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR









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