lunedì 27 gennaio 2014

L’esercizio del posto sicuro per ridurre lo stress

Matteo SIMONE 
3804337230- 21163@tiscali.it 

Lo psicologo si avvicina alla persona in difficoltà in punta di piedi, mostra la propria disponibilità all’ascolto empatico, si parla di empatia come qualcosa che serve a comprendere l’altro, a mettersi nei panni dell’altro, per capire il suo stato, la sua situazione, la sua sofferenza, il suo vissuto.

Tra lo psicologo e la persona si crea uno spazio protetto, si condivide uno spazio ed un tempo esclusivo, riservato a loro due, devono trovare una distanza che sia ottimale per entrambi e abitare questa distanza per il tempo stabilito o necessario, questo permette alla persona di fidarsi, affidarsi, sperimentarsi, parlare delle proprie sensazioni, emozioni.

giovedì 23 gennaio 2014

Autoefficacia nello sport

DJOKOVIC: “Ho cercato, sin da piccolo, di vedermi in campo l’ultima domenica di Wimbledon giocare la finale, per me è sempre stato l’obiettivo numero uno”. (1)

Intervento su misura (Tailoring): dopo un’attenta analisi della domanda, si personalizzerà il progetto di lavoro in base alle sue specifiche esigenze, alle sue richieste ed ai suoi obiettivi, alla personalità del cliente,
Per lavorare bene è necessario:
-      stabilire una sorta di “alleanza” sia con gli atleti che con l’intero staff;
-      la presenza di un clima di fiducia e di collaborazione reciproca con l’atleta e con le varie figure dell’equipe;
-      coinvolgere anche l’allenatore, il preparatore atletico e le altre figure professionali.
Si instaura una relazione basata sulla reciproca fiducia e tesa a permettere: ascolto empatico, l’espressione delle difficoltà, supporto psicologico. L’atleta e lo psicologo vivono uno spazio ed un tempo loro, riservato, esclusivo, derivato dal fidarsi da parte dell’atleta e dall’interesse dello psicologo a mettere se stesso e la sua professionalità a disposizione dell’atleta. Si tratta di incontrare l’altro che ha una esigenza, una difficoltà, un problema, stabilire un contatto reciproco.
Attraverso le osservazioni sul campo, si ha modo di cogliere le dinamiche tra atleti ed allenatori, le modalità di feedback da parte degli allenatori, le reazioni degli atleti ad allenamenti faticosi o dolorosi.

Prestazione ottimale nelle aziende, nello sport e nelle emergenze

Se non ci riusciamo, riproviamo ancora e ancora, sorridendo, senza tensione; senza scoraggiarci, continuiamo a ripetere l’esercizio. (1)

Nei contesti lavorativi, negli ambienti sportivi, negli interventi durante le emergenze derivanti da catastrofi, tragedie, si richiede sempre più prestazioni ottimali, la cosìdetta performance, la prestazione eccellente da parte delle persone coinvolte, che siano dipendenti, sportivi, soccorritori.
Come fare per incrementare tale performace?
E’ importante prima di tutto valutare cosa si fa, come lo si fa, quanto è valido, è produttivo quello che si fa.
Bisogna fare un monitoraggio, una valutazione delle persone coinvolte, di come sono composti i team che siano aziendali, sportivi, squadre di soccorritori. E’ utile comprendere quali sono le risorse, le caratteristiche, le qualità occorrenti nei diversi contesti, nelle diverse fasi, cercare di potenziare, rafforare quelle che si posseggono già, sviluppare quelle che non si posseggono.
Si possono creare occasioni di incontro, confronto, per poter parlare, discutere, fare esperienza, per poter insegnare e far apprendere le buone prassi che portano all’eccellenza nei diversi settori e nelle diverse fasi del processo produttivo, sportivo, di intervento in contesti emergenziali.
Sheil J. Costello nella prefazione al suo libro Gestire e migliorare le performance (2) spiega: “Una gestione efficace della performance in un contesto d’impresa significa informare i dipendenti di quanto ci si aspetta da loro, valutare le loro prestazioni ed elaborare insieme modalità per migliorarsi e crescere. Solo a questo punto potranno contribuire al meglio, sfruttando tutte le loro capacità e sentendosi parte integrante dell’organizzazione aziendale”.

martedì 21 gennaio 2014

Promuovere stili di vita e alimentari sani

Psicologo, Psicoterapeuta


L’inattività fisica incide notevolmente sui costi diretti e indiretti dell’assistenza sanitaria e ha un impatto significativo sulla produttività e sugli anni di vita in buona salute. Le politiche e le azioni che favoriscono lo svolgimento dell’attività fisica rappresentano un forte investimento per la prevenzione delle malattie croniche e per il miglioramento della salute, per le relazioni sociali e la qualità della vita.
Favorire l'attività fisica: Le organizzazioni sportive potrebbero collaborare con gruppi del settore della sanità pubblica per mettere a punto campagne pubblicitarie e di marketing in tutta Europa al fine di promuovere l'attività fisica, in particolare fra le popolazioni bersaglio, quali i giovani, o i gruppi appartenenti a ceti socioeconomici più bassi. (1)
Save the Children (2) promuove insieme a Mondelēz International Foundation e un progetto triennale nelle aree periferiche di 10 città italiane a favore della pratica motoria e sportiva e dell'educazione alla salute dei bambini. Obiettivo del progetto è promuovere un cambiamento negli stili di vita dei bambini, coinvolgendo le famiglie, lavorando nelle scuole e in centri sportivi informali, con un focus particolare ad aree e quartieri disagiati. L'intervento è coordinato da Save the Children e implementato da due Partner autorevoli: UISP (Unione Italiana Sport per tutti) e CSI (Centro Sportivo Italiano) che collaboreranno insieme nelle seguenti città: Ancona, Aprilia, Bari, Catania, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Sassari e Torino. I beneficiari diretti del progetto saranno 66.440 tra bambini e loro famiglie ed un numero maggiore di beneficiari indiretti (operatori, educatori, insegnanti, pediatri ecc).

lunedì 20 gennaio 2014

La percezione è il senso della vita

Se non ci riusciamo, riproviamo ancora e ancora, sorridendo, senza tensione; senza scoraggiarci, continuiamo a ripetere l’esercizio. (1)
       
Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente, è illustrata da William Hart nel libro LA MEDITAZIONE VIPASSANA -  Un’arte di vivere:
“La tecnica più appropriata per esplorare la realtà interiore è la consapevolezza della respirazione.
Non si tratta di un esercizio di respirazione, bensì di consapevolezza. Lo sforzo non è quello di controllare il respiro, ma quello di prendere coscienza di come il respiro stesso sdi manifesta.
Sforzandoci di fissare l’attenzione sul respiro impariamo a rimanere nella realtà del momento presente.
Quando ci sediamo tranquilli e fissiamo l’attenzione sul respiro, senza l’interferenza di alcun pensiero, attiviamo e manteniamo un salutare stato di autoconsapevolezza.
Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.
Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.
Questo è il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente.

venerdì 17 gennaio 2014

La consapevolezza della respirazione

Se non ci riusciamo, riproviamo ancora e ancora, sorridendo, senza tensione; senza scoraggiarci, continuiamo a ripetere l’esercizio. (1)

Una possibilità di esplorare la realtà interiore e di percorrere il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente, è illustrata da William Hart nel libro LA MEDITAZIONE VIPASSANA - Un’arte di vivere:
“La tecnica più appropriata per esplorare la realtà interiore è la consapevolezza della respirazione.
Non si tratta di un esercizio di respirazione, bensì di consapevolezza. Lo sforzo non è quello di controllare il respiro, ma quello di prendere coscienza di come il respiro stesso sdi manifesta.
Sforzandoci di fissare l’attenzione sul respiro impariamo a rimanere nella realtà del momento presente.
Quando ci sediamo tranquilli e fissiamo l’attenzione sul respiro, senza l’interferenza di alcun pensiero, attiviamo e manteniamo un salutare stato di autoconsapevolezza.
Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.
Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.
Questo è il sentiero del qui e ora, della consapevolezza del momento presente.

Obiettivi ed autoefficacia

L’obiettivo deve essere ben formulato, visibile (immaginabile), possibile, sfidante, di mia responsabilità, raggiungibile in un tempo prefissato (con scadenza), identificabile in un risultato.
Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l'autoefficacia dell'atleta.
L’importanza del’autoefficacia nel raggiungere l’obiettivo emerge anche da un’intervista ad un pugile nel libro City di Alessandro Baricco:
  • Io avevo il campionato del mondo ficcato in testa dal primo giorno che sono entrato in palestra… mi importava di salire fino a lassù, proprio in cima, campione del mondo…. che ambizione, quando sei un ragazzo puoi sognare delle cose… ci credi veramente, magari la gente ti odia perché sei presuntuoso, o sembri un pazzo megalomane, ed è tuttto vero, ma dentro… cristo che forza lì dentro, una forza bella, vita allo stato puro.
  • Dopo cinque anni di pugilato professionistico, con un record di 35 vittorie e una sola sconfitta, diventasti lo sfidante ufficiale di Buttler, per il mondiale. A Cincinnati, quel giorno, tu gli togliesti la corona di campione del mondo, mandandolo altappeto a trentadue secondi dalla fine del match.
  • Il round più bello della mia vita, tutto in apnea, una meraviglia. (1)

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