Matteo SIMONE
Lo psicologo si avvicina alla persona in difficoltà in punta di piedi, mostra la propria disponibilità all’ascolto empatico, si parla di empatia come qualcosa che serve a comprendere l’altro, a mettersi nei panni dell’altro, per capire il suo stato, la sua situazione, la sua sofferenza, il suo vissuto.
Tra lo psicologo e la persona si crea uno spazio protetto, si condivide uno spazio ed un tempo esclusivo, riservato a loro due, devono trovare una distanza che sia ottimale per entrambi e abitare questa distanza per il tempo stabilito o necessario, questo permette alla persona di fidarsi, affidarsi, sperimentarsi, parlare delle proprie sensazioni, emozioni.
La fiducia che si
costruisce gradualmente durante la relazione terapeutica, permette di
accompagnare la persona in un viaggio, un percorso, un’esperienza, con una
costante e continua attenzione in modo da poter in ogni momento cambiare rotta,
invertirla, verificare a che punto si è giunti, come si sta in quel momento.
Nell’articolo "EMDR: Un approccio integrato e integrante", Isabel Fernandez illustra la nascita e sviluppo dell’Eye Movement
Desensitization and Reprocessing: “L’Eye Movement
Desensitization and Reprocessing (EMDR) è un approccio terapeutico che rappresenta uno strumento fondamentale
per molti psicoterapeuti, avendo ormai un'ampia base di pubblicazioni e di
ricerca controllata che lo supportano quale trattamento validato empiricamente per
il disturbo post-traumatico da stress (PTSD). La focalizzazione dell’EMDR è sul
ricordo dell’esperienza o esperienze traumatiche che hanno contribuito a
sviluppare la patologia o il disagio che presenta il paziente. Nonostante il
lavoro terapeutico con l’EMDR sia molto articolato e complesso l’aspetto che lo
caratterizza di più tra gli approcci è rappresentato dalla
stimolazione bilaterale alternata (destra – sinistra) che realizza il terapeuta mentre il paziente si
focalizza sulle componenti del ricordo dell’esperienza traumatica. Perciò viene creato un duplice focus di
attenzione (dual focus): il paziente si concentra sullo stimolo interno (immagini, cognizioni, emozioni
e sensazioni corporee legati al trauma) mentre segue uno stimolo esterno dato dalla stimolazione
bilaterale alternata.
L’EMDR è stato strutturato come metodo
terapeutico nel 1989 da Francine Shapiro. Nel 1995 l’EMDR uscì dal campo sperimentale per
diventare un metodo terapeutico standard, strutturato in otto fasi. Fase
2 (Preparazione – Psicoeducazione): è la fase di conoscenza reciproca dove è
possibile instaurare la cosiddetta alleanza terapeutica, si forniscono
spiegazioni sulle modalità del lavoro, di intervento, si spiegano alcune
tecniche di rilassamento da utilizzare nei momenti maggiormente emotivi o di
difficoltà. L’esercizio
del posto sicuro ha l’obiettivo di dare al paziente delle capacità per ridurre
lo stress.
Alcuni
consigli che mi sento di dare sono:
1.
Non cercare a tutti i costi un posto sicuro da manuale ma provare anche a
cercare momenti positivi sperimentati, qualcosa in cui si è riusciti e quindi cercare
le emozioni, le sensazioni presenti in quei momenti, cioè un lavoro sulle
risorse.
2.
Sarebbe opportuno prima di installare il
posto sicuro consolidare l’alleanza terapeutica in modo che il paziente/cliente
si possa affidare e fidare di più, per esempio approfondendo il lavoro sulle
risorse, quale sue qualità, caratteristiche sono state determinati; in questo
modo il percorso, la strada per la
ricerca di un posto sicuro potrebbe essere più agevole.
3.
Accogliere, accettare quello che c’è in quel momento, comunque tutto quello che
avviene è possibile utilizzare nella relazione prima di iniziare il protocollo
EMDR.
4.
Credo che per individuare il posto sicuro il paziente/cliente ha bisogno di
sentirsi sicuro di essere lì in seduta, accolto, contenuto, riconosciuto nelle
sue difficoltà ma anche nelle sue risorse.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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