E’ un approccio
psicoterapeutico che si focalizza sulla risoluzione delle problematiche,
conflitti, disagi attuali considerando che ciò che accade ora deriva dalle
informazioni, ricordi del passato, antichi che sono stati congelati nella
memoria, quindi la focalizzazione dell’EMDR è sul
ricordo dell’esperienza traumatica per elaborarla a livello emotivo, cognitivo
e a livello delle sensazioni corporee.
Le reti mnemoniche sono viste come la base
sottostante alla patologia e alla salute mentale.
L’EMDR agisce sulle difficoltà del presente
andando all’origine, nel passato ed operando nel futuro, l’obiettivo dell’EMDR
è di riprendere l’informazione, l’immagine, il ricordo originale e permettere
al paziente di rielaborarlo in modo che l’informazione congelata diventi
adattiva nel presente.
L’EMDR nasce con la psicologa nel 1987 con la
psicologa Francine Shapiro che applicò su di sé delle stimolazioni bilaterali
oculari e fece studi sul disturbo da stress post-traumatico (PTSD) su reduci
dal Vietnam e vittime di abusi ottenendo risultati positivi in entrambi i casi
a seguito dell’applicazione dell’EMDR. E’ un approccio strutturato e complesso
e i risultati si sono avuti non solo per vittime da traumi ma anche per la
generalità dei pazienti.
C’è una posizione da rispettare, seduti di fronte ma
come se si incrociassero 2 barche.
L’Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR ) è
stato strutturato come metodo terapeutico nel 1989 da Francine Shapiro. Nel 1995
l’EMDR uscì dal campo sperimentale per diventare un metodo terapeutico
standard, strutturato in otto fasi:
Fase 1
(Raccolta anamnestica): raccolta storia paziente: si tratta di individuare
gli episodi, i momenti, immagini traumatiche che diventeranno di volta in volta
l’obiettivo su cui lavorare, il target.
-
Problemi riportati;
-
Sintomatologia (frequenza, durata, luogo). Diagnosi.
-
Causa iniziale o evento;
-
Avvenimenti passati, analogie e collegamenti con la
storia passata e presente.
-
Identificare l’evento cruciale: Quand’è iniziato,
fattore precipitante, mese/anno?
Fase 2
(Preparazione – Psicoeducazione): è la fase di conoscenza reciproca dove è
possibile instaurare la cosiddetta alleanza terapeutica, si forniscono
spiegazioni sulle modalità del lavoro, di intervento, si spiegano alcune
tecniche di rilassamento da utilizzare nei momenti maggiormenti emotivi o di
difficoltà.
-
E’ il suo proprio cervello che realizzerà la
guarigione;
-
L’esercizio del posto sicuro ha l’obiettivo di dare al
paziente delle capacità per ridurre lo stress.
Fase 3
(Assessment): si inizia a lavorare considerando l’episodio traumatico
peggiore o il più antico e in particolare con l’immagine peggiore, si chiede la
cognizione negativa relativa a se stessi rispetto all’immagine e la cognizione
positiva, cioè come vorrebbe vedersi rispetto all’immagine e la cognizione
positiva, cioè come vorrebbe vedersi rispetto all’immagine, si chiede di dare
un valore da 1 a 10 sulla validità della cognizione negativa, si chiede
l’emozione nel momento presente pensando all’immagine, si chiede di dare un
valore da 1 a 7 sulla validità della cognizione positiva ed infine si chiede
dove è possibile localizzare un eventuale sensazione disturbante a livello
corporeo).
-
Obiettivo (accedere al target per l’eleborazione con
l’EMDR)
-
Quale immagine rappresenta l’evento? La parte peggiore
dell’evento?
-
Cognizione negativa: “Quali parole accompagnano
l’immagine ed esprimono la sua convinzione negativa su di sé ora? (Se succede
questo io sono), convinzione irrazionale, autoriferita, attuale.
-
Cognizione positiva: “Cosa ti piacerebbe dirti pensando
a quell’immagine? (Convinzione positiva auto-riferita: “Io”)
Fase 4
(Desensibilizzazione): si chiede alla persona di visualizzare l’immagine,
l’episodio collegandola alla cognizione negativa individuata e alla sensazione
corporea e fare attenzione a quello che nota senza soffermarsi, come se stesse
vedendo la situazione dal finestrino di un treno in corsa, e tutto ciò
chiedendo di seguire delle stimolazioni bilaterali che possono essere visive
seguendo l’alternarsi del movimento delle dita, oppure uditive ascoltando dei
suoni alternati o tattili dando colpetti sul dorso o palmo delle mani per
alcuni set di 30-40 secondi.
-
Rielaborazione della rete del ricordo target.
Fase 5 (Installazione):
dopo di essersi accertati che l’evento è considerato non più negativo si chiede
di considerare la cognizione positiva individuata seguendo le stimolazione
bilaterale che questa volata durano meno tempo.
-
Si lavora su reti neurali con informazioni positive;
Fase 6
(Scansione corporea): si chiede se ci sono ancora sensazioni corporee
disturbanti.
-
Rielaborazione di qualsiasi manifestazione
fisica/somatica residua del ricordo;
-
Se c’è sensazione positiva e piacevole, raffozzarla;
-
Se c’è una sensazione di disagio, riprocessare fino a
che scompare.
Fase 7
(Chiusura): si forniscono indicazioni di natura psicoeducativa avvisando
che l’elaborazione dell’informazione può continuare e di annotare quello che
succede.
-
Assicurarsi della stabilità del paziente;
-
L’elaborazione può continuare durante la settimana;
-
Invitare il paziente ad annotare pensieri, sogni,
ricordi.
Fase 8
(Rivalutazione): all’inizio della seduta successiva si chiede se
l’immagine, l’episodio è ancora disturbante o meno.
-
Attenzione clinica e follow-up;
-
Identificare le risorse per una sfida attuale;
-
Recuperare ricordi positivi che ha vissuto e gestito in
modo efficace;
-
Cosa servirebbe per affrontare situazione impegnativa?
-
Risorse Relazionali (Modelli e Figure di Supporto), Chi
vorrebbe avere al suo fianco per motivarla?
Attraverso il lavoro con l’EMDR, i ricordi,
le informazioni, le immagini vengono rielaborate dal paziente con l’aiuto di
appropriate stimolazioni bilaterali che possono essere visive, uditive o
tattili (tapping) con lo scopo, a seconda della fase, di agevolare
l’elaborazione dell’informazione o facilitare l’instaurarsi di una cognizione
positiva per poi passare a valutare le sensazioni corporee prima di passare ad
un lavoro sul futuro, su come il paziente vorrebbe affrontare le prossime
situazioni considerate difficili invitando la persona ad immaginare vividamente
come potrebbe sperimentarsi nel futuro prossimo adesso che le sue convinzioni,
le sue credenze sono cambiate e suggerire di notare cosa potrebbe esserci
adesso di diverso in quelle situazioni. (2)
L’EMDR muove/stimola il sistema di elaborazione e
trasforma/sposta per raggiungere uno stato adattivo/costruttivo/positivo.
Si accede all’informazione target, all’esperienza;
l’immagine permette il collegamento tra qui e ora e il punto dov’è il ricordo
(là e alllora), ci interessa il residuo disturbante del ricordo.
L’EMDR può essere
usato anche con professionisti per affrontare un impegno imminente (Sandra
Foster, Jennifer Lendl), in questo
caso è indispensabile, innanzitutto, aiutare la persona a sviluppare una
fiducia in se stesso e a questo scopo il terapeuta può aiutare la persona a
valutare quello che già sa fare ai fini di quella Prestazione Ottimale e, in
questo caso, non lavora su eventi passati ma rimane focalizzato sulla
prestazione imminente.
A
tal fine è opportuno invitare la persona a mettere da parte qualsiasi cosa che
vada al di fuori del compito attuale, comprese le distrazioni interne, quali
dubbi su se stessi o preoccupazioni spiegando che si lavorerà sui temi del
passato quando si avrà più tempo, ora è opportuno focalizzarsi sull’evento
imminente, quindi concentrarsi sulla prestazione imminente e rinforzare quello
che sa già fare.
L’auspicabile
intervento può essere utilizzato per aiutare
la persona a:
·
sviluppare risorse interne (riesame
del successo), allo scopo di aiutare a stabilire un senso di efficacia e di
possibilità per il Futuro: aiutare la persona a concentrarsi sulle sensazioni
positive legate a ogni risorsa, trattasi di un lavoro su autoefficacia;
·
sviluppare un piano per un’azione futura
efficace: far descrivere la situazione impegnativa da superare,
attraverso una modalità ipnotica, fare in modo che la persona immagini l’intera prestazione
dall’inizio alla fine facendo attenzione a sentire l’intero corpo,
le sensazioni muscolari mentre fa questo, muovendosi all’interno
dell’esperienza il più vividamente possibile e se c’è qualche distrazione
suggerirgli che la può mettere in un contenitore e riprenderla in un secondo
momento.
Attenzione: si precisa che l’approccio EMDR non si
improvvisa ma bisogna apprenderlo attraverso dei corsi appositi che permettono
di non incorrere in gravi errori ai danni delle persone che si fidano della
professionalità del terapeuta.
(1)Shapiro
F.: Eye Movement Desensitization and Reprocessing: Basic Principles,
Protocols and Procedures. New York : Guilford Press, 1995.
(2)Balbo M., EMDR: uno strumento di dialogo fra le psicoterapie, McGraw-Hill,
Milano, 2006.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Piazza Ragusa n. 5 Roma
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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