giovedì 23 aprile 2015

Non mollare, sviluppare le risorse residue: disability is not inability

Ramadhan Bashir, 44 anni, diventato cieco all'età di 26 anni, diventa il primo boxeur non vedente nel Paese dell'Africa Orientale. Un obiettivo più che mai ambizioso: conquistare le Paralimpiadi di Rio 2016. Racconta Ramadhan: “Mi piacerebbe riunire tutti i pugili non vedenti ai Giochi paralimpici, anche i non professionisti. Sarebbe una grande occasione per farci conoscere".
Lui non ha mollato e nonostante la cecità è riuscito a praticare il suo sport preferito.
"Da quando sono stato costretto a vivere nel buio ho sviluppato gli altri sensi, in particolar modo l'udito: ascolto con attenzione i passi e il respiro dell'avversario. Ho imparato a captare ogni piccolo gesto. Sento muoversi l'aria, il sibilo che mi avverte del colpo in arrivo. Con gli anni sono diventato molto ricettivo: è come se avessi una sorta di 'sesto senso'".
E' il futuro dei suoi figli a muovere le potenti braccia di Ramadhan. Ne ha sei il boxeur di Kampala e i suoi obiettivi futuri sono rivolti principalmente a loro. "Voglio promuovere il pugilato per ciechi e guadagnare abbastanza per assicurare ai miei figli una buona istruzione. Il mio motto è disability is not inability." (1)

lunedì 20 aprile 2015

Resilienza: più dura è la lotta, più grande il trionfo

Definizione di SPORT: “Qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”.  Carta Europea dello Sport (Consiglio d’Europa,1992)
In un’intervista a cura di Marisa Vicini fatta a Paolo Barbera emerge l’importanza dell’attività sportiva. A 17 anni esordisce nell’atletica leggera. Ha collezionato sei uscite internazionali - tra mondiali, europei e una Paralimpiade - che gli hanno portato due argenti e un oro.
Ecco cosa ci racconta Paolo:
“La mia indole positiva e ottimista mi ha consentito di superare il dolore sia psicologico sia fisico: il bruciore dell’occhio umano causticato è potente quanto quello di un forte mal di denti che non si attenua nemmeno con i farmaci e ogni trapianto, ogni operazione di chirurgia plastica sono stati molto dolorosi. Grazie a queste esperienze ho acquisito una grande capacità di resistenza e di pazienza.”
Ed ancora l’importanza dello sport per andare avanti nella vita:
“Lo sport mi ha anche dato molte gratificazioni personali: da un lato i risultati che ho ottenuto mi sono serviti da auto-incoraggiamento, dall’altro è aumentato il senso di stima e di apprezzamento che gli altri hanno avuto nei miei confronti. Ho avuto modo di viaggiare molto. È stata un’esperienza utile a fortificare il carattere.”
Si definisce resilienza la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, in generale alle difficoltà della vita.

La 100 km del Passatore: il battesimo per gli ultramaratoneti

Nel 1973, nasce la 100Km del Passatore Firenze-Romagna (Faenza)”. Approfondendo la conoscenza degli ultramaratoneti, emerge che la 100km del Passatore costituisce una sorta di prova per entrare a far parte di questo mondo degli ultrarunner, infatti alla domanda: “Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?” molti riportano l’aver percorso la 100km del Passatore:
“Chi cammina ha fede. In alcuni cammini religiosi ho incontrato alcuni amici ultramaratoneti e parlando delle mie e delle loro esperienze, mi hanno invitato spesso a uscire con loro tutti i giorni facendo mediamente almeno 10 chilometri. Giù di lì mi hanno invogliato a partecipare a una ‘gara’ (più che gara lo chiamerei evento) altri la chiamano la più bella del mondo, e cosi ci andai. Da quella poi sono scaturite altre.”
 “LA MIA PRIMA 100KM DEL PASSATORE (un lungo viaggio ……) Erano almeno due anni che coltivavo l’idea di partecipare a questo evento, chiamarla gara sarebbe troppo riduttivo, ma per affrontare questo tipo di sfide bisogna essere pronti e preparati soprattutto con la testa oltre che con le gambe.
Iniziai a farci un pensierino a fine dicembre quando per una sfida con me stesso chiudo il mese con 401km, poi a gennaio quando arriva la richiesta di raccogliere fondi per beneficenza partecipando alla maratona di Roma, penso che può essere uno degli allenamenti lunghi che avrei potuto fare come allenamento, oltre alla maratona proprio vicino casa a inizio febbraio.
Il 31 gennaio scadeva il termine per la quota agevolata, mi dico che ‘solo se mi iscrivo avrò gli stimoli per parteciparvi davvero’ e così poco prima della mezzanotte lascio a mia moglie l’onere di clikkare OK, dopotutto dovrà sopportare lei le mie lunghe assenze nei week end, iscrizione on line inviata!
Inizia così un lungo viaggio, (così lo chiama il mio amico G.), di 5 mesi che mi porterà alle 15.00 di un sabato di fine maggio a percorrere i 100km che separano Firenze e Faenza attraverso l’Appennino.”

Lo spirito delle ultramaratone

Quello che rimane di iimportante nelle esperienze delle corse di lunga distanza in condizioni definite estreme, al di fuori del normale, sono le relazioni, le conoscenze, le scoperte che si fanno a contatto con gli altri che si trovano nella tua stessa situaizone che sperimenta le tue stesse difficoltà, interessanti sono gli aneddoti raccontati dagli ultramaratoneti.
Ti va di raccontare un aneddoto?”, di seguito le risposte ricevute:
“Quando ero ricoverato in ospedale, il mio vicino di letto, un signore di 81 anni, quando ha sentito perché stavo là, mi ha chiesto: Ma quanto ti hanno dato? E gli ho risposto niente, anzi avevo sostenuto una bella spesa per andare, mi ha detto che ero stato proprio scemo! E ci avevo pure rischiato a vita! Ed ero diventato un soggetto in quanto i dottori dell’ospedale di altri reparti, dopo che avevano sentito il mio caso, venivano a trovarmi e mi domandavo sorpresi di quello che avevo fatto. “
“Ormai è fatta. A 2km dalla fine si entra nel paese, spengo la frontale e la metto in tasca, ormai è fatta, 98km e corro ancora, sono appena passate le 4:00 del mattino, è ancora buio, ho vinto la scommessa col sole, arriverò prima io del suo sorgere.
L’ultimo km è qualcosa che non si può descrivere, un misto di gioia, soddisfazione e sofferenza, penso ai tanti km fatti, al magnifico viaggio iniziato 5 mesi fa e che sta per terminare.
Ultimi 400mt inizia la volata, ho un tizio davanti e non voglio mi rovini la foto dell’arrivo, lo supero a 200mt dal traguardo, passo sotto l’arco di arrivo, esausto ma soddisfatto!
Alzo le braccia al cielo, ce l’ho fatta, contro il ginocchio, contro il piede, sono fiero di me mentre una ragazza mi mette la medaglia al collo e mi dice “bravo”!

Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta?

Matteo SIMONE 

Chi sceglie di essere ultramaratoneta e di partecipare a gare estreme sembra che non abbia limiti, vuole andare avanti, vuole cercare competizioni sempre più dure, difficili, e solo l’infortunio, l’incidente, un malessere può fermarli. 
Quindi si smette per motivi di salute, per logorio, impossibilitati a continuare. 
Si smette a malincuore, si vorrebbe essere invincibili, imbattibili, supereroi, infiniti, quasi immortali.

Ultramaratone per conoscere sempre più se stessi e paesaggi sempre diversi

La corsa diventa un viaggiare e sperimentare dimensioni altre, fare un lungo percorso equivale ad entrare dentro se stessi in profondità e ripercorrere la propria vita fino al momento presente, e partendo poi dal “qui e ora” è possibile fare una progettualità futura, vedersi avanti nel tempo, interessanti le risposte alla domanda: “Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?”, di seguito le risposte ricevute:
“Devo vedere cosa c’è dietro quella curva che non ho mai superato.”
“Il viaggio, l’avventura, i lunghi percorsi, 24 ore e più a non pensare allo stress lavorativo, sembra di essere entrato in un'altra dimensione, dentro se stessi.”
“Fermarmi ormai sarebbe decisamente noioso.”
“L’ultramaratona è un esercizio fisico e mentale che aiuta a vivere bene, non eccedendo mai rispetto alle proprie possibilità.”
“Mettermi ancora alla prova nonostante passino gli anni.”

giovedì 9 aprile 2015

Notevole importanza assume lo sport per disabili

 “Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di fare, incominciala! L’audacia ha in se’ il genio, potere e magia. Comincia adesso!
J.W. Goethe

Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge […] È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini e impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.
Costituzione Italiana, art. 3


 La scuola continua a riservare all’attività motorio-sportiva degli alunni diversamente abili uno spazio esiguo e marginale. Nel panorama educativo del disabile deve essere recuperata, a livello scolastico, la dimensione corporea delle attività.
Di fronte a difficoltà sul piano cognitivo, è proprio la dimensione motoria, unita a quella emotiva, che può creare un clima psicologico favorevole e orientato verso la pedagogia stimolante del successo.
Craft e Hogan (1985), a tale proposito, individuano, durante il processo di maturazione e sviluppo degli alunni, la possibilità di favorire, tramite l’attività motoria, i sentimenti di successo e di valore personale. Questa finalità si ricollega a due importanti concetti teorici, il senso di efficacia personale (self-efficacy) ed il concetto di sé. La self-efficacy rappresenta la convinzione di essere o meno capaci di mettere in atto con esito corretto un certo comportamento richiesto; condiziona la decisione di iniziare o meno un’attività, la quantità di sforzo impiegato ed il grado di perseveranza nell’impegno. (1)
 L’atleta FISDIR (Federazione Italiana Sportiva Disabilità Intellettiva e Relazionale) Alessandro Tomaiuolo parteciperà ai Campionati Mondiali di Mezza Maratona km 21,095 INAS in Portogallo (Douro Valley) il prossimo 17 maggio, rappresentando l’unico atleta italiano ad indossare la maglia "azzurra".
Il giorno 14 aprile 2015 alle ore 19.00 presso il Laboratorio Urbano Culturale in Lungomare Nazario Sauro, avrà luogo una cerimonia di presentazione dell'atleta di Manfredonia Alessandro Tomaiuolo, in forza all’A.S.D. Gargano 2000 Manfredonia, e del progetto "Adotta un atleta" per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla notevole importanza assume lo sport per disabili nell'ottica della ricerca di un’integrazione che a livello sociale spesso non è adeguata.

Translate