Ramadhan
Bashir, 44 anni, diventato cieco all'età di 26 anni, diventa il primo boxeur
non vedente nel Paese dell'Africa Orientale. Un obiettivo più che mai
ambizioso: conquistare le Paralimpiadi di Rio 2016. Racconta Ramadhan: “Mi
piacerebbe riunire tutti i pugili non vedenti ai Giochi paralimpici, anche i
non professionisti. Sarebbe una grande occasione per farci conoscere".
Lui
non ha mollato e nonostante la cecità è riuscito a praticare il suo sport
preferito.
"Da
quando sono stato costretto a vivere nel buio ho sviluppato gli altri sensi, in
particolar modo l'udito: ascolto con attenzione i passi e il respiro
dell'avversario. Ho imparato a captare ogni piccolo gesto. Sento muoversi
l'aria, il sibilo che mi avverte del colpo in arrivo. Con gli anni sono
diventato molto ricettivo: è come se avessi una sorta di 'sesto senso'".
E'
il futuro dei suoi figli a muovere le potenti braccia di Ramadhan. Ne ha sei il
boxeur di Kampala e i suoi obiettivi futuri sono rivolti principalmente a loro.
"Voglio promuovere il pugilato per ciechi e guadagnare abbastanza per
assicurare ai miei figli una buona istruzione. Il mio motto è disability is not inability."
(1)
Lo
sport dove ha raccolto i maggiori successi è il ciclismo: 27 titoli italiani,
il record dell’ora disabili (38 km 574m), un bronzo alle Paralimpiadi di Atene
nel 2004 nella gara ad inseguimento su pista, 6 medaglie ai Campionati Europei
(3 argento e 3 bronzo) e 11 medaglie ai Mondiali (2 ori 5 argenti e 4 bronzi).
Fabrizio Macchi racconta come si può
superare ogni ostacolo e diventare campioni nello sport: “Non esiste una
vera e propria ricetta per diventare campioni, ma esistono delle capacità che
ognuno di noi possiede che concorrono per diventare campioni, bisogna trovarle.
Ecco questo è il segreto: trovare dentro di noi la giusta strada, le giuste
motivazioni per perseguire un obiettivo che ci porti ad essere campioni nella
nostra vita. Nel mio caso la malattia ha avuto un ruolo fondamentale per
trovare in me le motivazioni per riemergere e trovare la strada per costruirmi
una seconda vita. Le doti sportive non te le regala nessuno. La mente poi fa la
differenza. La mente la puoi allenare lavorando con tenacia e voglia di
arrivare sempre più lontano, mettendosi
in discussione per migliorare ogni nano secondo. La forza dell’uomo sta proprio
lì nel perseverare l’obiettivo fino in fondo. Le cose che rendono importanti la
nostra vita sono amore, rispetto e dedizione, cosi si riesce ad essere
orgogliosi di noi stessi realizzando i propri sogni”. (2)
(1)
Redattore Sociale, 29 marzo 2015.
(2)
Zanon
M., in Sport di più
magazine, Anno 5 - N. 21 Gennaio/Febbraio 2013, pp. 60-61.
Psicologo
clinico e dello sport, Psicoterapeuta
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