La corsa diventa un viaggiare e
sperimentare dimensioni altre, fare un lungo percorso equivale ad entrare
dentro se stessi in profondità e ripercorrere la propria vita fino al momento
presente, e partendo poi dal “qui e ora” è possibile fare una progettualità
futura, vedersi avanti nel tempo, interessanti le risposte alla domanda: “Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta?”, di
seguito le risposte ricevute:
“Devo vedere cosa c’è dietro quella curva
che non ho mai superato.”
“Il viaggio, l’avventura, i lunghi
percorsi, 24 ore e più a non pensare allo stress lavorativo, sembra di essere
entrato in un'altra dimensione, dentro se stessi.”
“L’ultramaratona è un esercizio fisico e
mentale che aiuta a vivere bene, non eccedendo mai rispetto alle proprie
possibilità.”
“Mettermi ancora alla prova nonostante passino
gli anni.”
“Il fatto di poter provare ancora le
sensazioni che solo questa gara mi dà, soprattutto sotto forma di ricordi che
durano nel tempo.”
“La voglia di mettermi in gioco, di
conoscermi, di sperimentare e soprattutto l’incontro con l’altro.”
“La voglia anche di essere me stesso.”
“Continuo a correre perché è la mia
passione.”
“Mi fa stare bene.”
“Attualmente la voglia di sperimentare se
il mio corpo è ancora in grado di correre distanze tanto lunghe.”
“La voglia di conoscere paesaggi sempre
diversi e di conoscere sempre più me stesso e fino a dove posso spingermi.”
Le risposte degli atleti fanno riferimento
ad altre dimensioni, al superare il normale, il banale, la vita quotidiana, si
parla di girare una curva per vedere cosa c’è dietro, scoprire quello che non
si può vedere e quindi la voglia di superarsi, di superare il noto, il
conosciuto. Gli atleti più che di sport parlano di un viaggio nel mistero nella
conoscenza propria, nel vedere cosa riescono a fare, cosa riescono a
sopportare, a raggiungere e smettere di fare questo tipo di attività sarebbe
troppo semplice, troppo scontato.
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