venerdì 21 agosto 2015

Katia Figini, ultramaratoneta in un deserto a fare 250 km

Matteo Simone

Katia Figini si considera una ultramaratoneta e ci spiega come è stato il suo percorso, le sue motivazioni, la sua passione, attraverso risposte ad alcune mie domande. 

Ti puoi definire ultramaratoneta?Sembra un parolone ma in realtà tutto ciò che supera i 42,195 km è considerato ultramaratona. Perciò si mi considero ultramaratoneta.” 
Cosa significa per te essere ultramaratoneta?Una persona normale che corre un po’ più a lungo di altri.”

Federico Crotti, ultramaratoneta: Più la gara è difficile e più è stimolante

Per approfondire il mondo degli ultramaratoneti e delle gare estreme ho costruito un questionario e ho raccolto alcune risposte. 

Questo ci permette di conoscere più da vicino le motivazioni che affascinano le persone ad avvicinarsi a questo tipo di discipline considerate estreme.
Tra gli atleti contattai anche Federico Crotti, un atleta che ha iniziato con il piacere di correre sperimentando sempre di più le sue possibilità, la sua forza di volontà, la sua scoperta per il trail e l’ultratrail arrivando a modificare la sua dieta e diventando vegano. Federico è alla continua ricerca dei suoi limiti ed al contempo alla ricerca delle sue possibilità, delle sue risorse, per lui più è dura la gara più è grande il trionfo.

mercoledì 19 agosto 2015

Franco Collè, ultratrailer: arrivare il più vicino al proprio limite


E’ difficile trattenersi dal superare i propri limiti, la tendenza generale è di non fermarsi prima del limite ma azzardare un pochetto di più ed ecco allora che si rischia di farsi del male, si può incorrere in infortuni, si può scivolare per troppa stanchezza, si  possono trascurare dei sintomi importanti.
Si sente parlare di incidenti in montagna, di infortuni o malessere durante gare considerate estreme per il percorso impegnativo, per la lunghezza della gara, per le condizioni atmosferiche.
E’ importante fare attenzione, conoscersi bene e sapersi fermare al momento opportuno. Una signora mi ha raccontato che suo nipote per raccogliere le ultime 4 arance nei rami più alto dell’albero è cascato con danni fisici quasi irreparabili, bastava fermarsi un pochetto prima.
I veri campioni nelle discipline impegnative e considerate estreme come l’ultratrail questo lo sanno e fanno molto attenzione alle proprie sensazioni e non trascurano nessun dettaglio che potrebbe essere fatale per la propria salute e comunque ti porta alla miglior performance.

Ho sottoposto il questionario a Franco Collè, atleta esperto di Ultratrail disposto a raccontarci delle sue motivazioni, le sue esperienze, le sue impressioni.
Ti puoi definire ultramaratoneta? “Penso di poter essere considerato tale in quanto ho corso numerose gare di distanza superiore ai 42 km.”
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “A mio avviso essere ultramaratoneta non vuol dire essere un atleta, bensì una persona che ha imparato a gestire in modo ottimale le proprie energie fisiche e mentali.”

E’ importante avere la consapevolezza della necessità anche delle energie mentali oltre che di quelle fisiche, è una sorta di completamento ed assieme, a braccetto di permettono di proseguire, di andare avanti, avviene una sorta di dialogo tra mente e corpo, le energie fisiche e mentali vanno avanti come in una cordata, si considerano e si aiutano a vicenda, a volte è il fisico che deve impegnarsi ed usare forza, potenza, elasticità, a volte è la mente che deve considerare le difficoltà, superare le difficoltà e le eventuali crisi.

Non esiste una gara estrema, la vera difficoltà è solo nella tua Mente

A volte è la responsabilità e la pressione di indossare la maglia azzurra della Nazionale a rendere una gara difficile ed estrema.

Alcuni atleti sono abbastanza resistenti alle gare estreme superano tutte le difficoltà e i rischi e si proiettano su nuove sfide da affrontare serenamente con sicurezza. Estreme e difficili sono considerate anche quelle dove non vi è motivazione, si corre con svogliatezza, quindi è importante credere in quello che si fa ed avere la passione che ti sostiene.
Gli ultramaratoneti raccontano episodi di sofferenza dove hanno continuato ad andare avanti per portare a termine la competizione es. “Ho camminato per quasi 40 km, 10 dei quali scalzo sui talloni, di notte e in salita.”, ma alcuni riportano di essersi fermati ed aver deciso di rinunciare nella loro impresa troppo ardua, es. “Un circuito di 355m ripetuto per 200 volte, dopo 10h30’ non ne potevo più e sono andato a casa.

martedì 18 agosto 2015

“Disabilincorsa” punto d'incontro tra guide e disabili

Matteo Simone

Disabilincorsa è un sito web punto d'incontro tra guide e disabili, è anche un appuntamento con racconti, proposte, idee che spaziano dal trekking al running, dallo sci al ciclismo, dalla vela all'off-road. 

Uno "sportello consulenza" con i consigli di trainer, nutrizionisti, medici, psicologi.
“Disabilincorsa” da spazio al mondo dei disabili riportando - e dando quindi visibilità - alle bellissime imprese sportive che ogni giorno vengono realizzate ma sono spesso ignorate dall'opinione pubblica.
“Disabilincorsa” vorrebbe pertanto chiedere una collaborazione per individuare all'interno della società atleti disponibili a raccontare le loro esperienze. 

Max Clemot, runner: la mia mente ed i miei pensieri volano con le mie gambe

Gli atleti vanno alla ricerca di sensazioni positive e di benessere ed alla ricerca della sfida, per verificare quanto si è capaci a perpetrare uno sforzo nel tempo.
Gli atleti considerano l’importanza del fattore mentale, affermando che non basta solamente l’allenamento fisico ma è opportuno sviluppare anche aspetti mentali quali la caparbietà, la tenacia, la determinazione e questi aspetti poi saranno utile anche per la vita quotidiana, infatti permetteranno di saper gestire ed affrontare determinate situazioni considerate difficili.
Chi sceglie di essere ultramaratoneta e di partecipare a gare estreme sembra che non abbia limiti, vuole andare avanti, vuole cercare competizioni sempre più dure, difficili, e solo l’infortunio, l’incidente, un malessere può fermarli.
Tra gli alteti contattati vi è anche Max Clemot che si racconta di seguito.
Ti puoi definire ultramaratoneta? Beh, diciamo che sto facendo i primi passi nel mondo delle ultramaratone, ma sicuramente per definirsi tale, bisogna sentirlo nel cuore e nella mente.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? Essere ultramaratoneta significa avere una filosofia sportiva diversa da tutte le altre discipline, devi saper armonizzare mente e corpo.
Qual è stato il tuo percorso per  diventare un ultramaratoneta? Io sono appena 15 anni che posso definirmi un runner, nel corso di questo breve tragitto sportivo, ho sempre cercato di incrementare i percorsi per diminuire le distanze che mi separavano da me stesso, sono passato gradualmente dalle gare da 10km e passando per diverse maratone, sono arrivato alla mia prima indimenticabile 100km.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? Percorrere grandi distanze ti da l’opportunità di attraversare paesaggi e vedere quantità di panorami che altrimenti non avresti modo di godere, essere ultramaratoneta significa viaggiare, significa ridimensionare il mondo e riportarlo alla dimensione di se stessi.

“Disabilincorsa” da spazio al mondo dei disabili

Disabilincorsa è un sito web punto d'incontro tra guide e disabili, è anche un appuntamento con racconti, proposte, idee che spaziano dal trekking al running, dallo sci al ciclismo, dalla vela all'off-road. Uno "sportello consulenza" con i consigli di trainer, nutrizionisti, medici, psicologi.
“Disabilincorsa” da spazio al mondo dei disabili riportando - e dando quindi visibilità - alle bellissime imprese sportive che ogni giorno vengono realizzate ma sono spesso ignorate dall'opinione pubblica.
“Disabilincorsa” vorrebbe pertanto chiedere una collaborazione per individuare all'interno della società atleti disponibili a raccontare le loro esperienze. L'invito è rivolto anche a conoscenti, amici, enti o gruppi.

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