A volte è la responsabilità e la pressione di indossare la maglia azzurra della Nazionale a rendere una gara difficile ed estrema.
Alcuni atleti sono abbastanza resistenti alle gare
estreme superano tutte le difficoltà e i rischi e si proiettano su nuove sfide
da affrontare serenamente con sicurezza. Estreme e difficili sono considerate
anche quelle dove non vi è motivazione, si corre con svogliatezza, quindi è
importante credere in quello che si fa ed avere la passione che ti sostiene.
Gli ultramaratoneti raccontano
episodi di sofferenza dove hanno continuato ad andare avanti per portare a
termine la competizione es. “Ho camminato per quasi 40 km, 10 dei quali scalzo
sui talloni, di notte e in salita.”, ma alcuni riportano di essersi fermati ed
aver deciso di rinunciare nella loro impresa troppo ardua, es. “Un circuito di
355m ripetuto per 200 volte, dopo 10h30’ non ne potevo più e sono andato a
casa.”
Marco Stravato: “La TDS del Monte
Bianco, 29 ore con dislivelli durissimi, discese durissime, dove bisognava
reggersi alla corda, stare attenti a non scivolare giù nei burroni.”
Stefano La Cara: “L’Ironman Frankfurt, quando dopo
10 ore di gara arriva la crisi fisica, e soprattutto mentale, proseguire è
dura.”
Vincenzo Luciani: “L’ultima Pistoia
Abetone, quella del 2007, dove ho capito che dovevo farla finita con le
ultramaratone e ho detto ai miei di incatenarmi nel caso avessi voluto
rifarla.”
Marco Dori: “La 100 km delle Alpi è
stata la più difficile. Ho camminato per quasi 40 km, 10 dei quali scalzo sui
talloni, di notte e in salita.”
Franco Draicchio: “La 12 ore di
Carapelle, un circuito di 355m ripetuto per 200 volte, dopo 10h30’ non ne
potevo più e sono andato a casa.”
Ciro Di Palma: “Di gare ne ho corse
tante e tra le più dure al mondo: Spartathlon, Badwater, Ultrabalaton, Nove
Colli Running, Brazil135... La gara estrema più dura? La prossima, il passato è
passato ed è vivo nei ricordi in un cassetto del mio cuore.”
Monica Casiraghi: “Le 24h in pista una cosa per me inconcepibile, ma l’ho corsa!!!”
Laura Ravani: “Quelle che non ho
finito. Il che vale anche per un 1500 m in pista in cui mi ritirai
completamente devastata all'età di 14 anni.”
Enrico Vedilei: “La mia gara più
estrema credo sia stata la 50km dentro le grotte di Stiffe (AQ) dove l’umidità
era al 100% e ho dovuto affrontare 17.000 scalini. Mentre la gara più dura è
stata il Cammino Inca in Perù dove abbiamo superato 2 passi sopra i 4000mt slm
e non avevo fiato per respirare.”
Ivan Cudin: “Quelle che ho
affrontato senza consapevolezza o senza coscienza delle mie possibilità.”
Francesca Canepa: “Una gara in Spagna di
100km con 8000m di dislivello in cui mi sono persa nella nebbia. Angoscia allo
stato puro, potrei dire terrore.”
Lisa Borzani: “Il Tor des Geants…ma è stata anche
l’esperienza più
bella che abbia mai sperimentato!”
Federico Borlenghi: “Penso che la gara più
difficile sia la 24h sia fisicamente che psicologicamente.”
Paolo Chersogno: “Tutte le 24h
effettuate con la Nazionale (finora 4).”
Maria Chiara Parigi: “La più difficile è
stata la UTLO (Ultra Trail del Lago d'Orta)! Fatta senza un minimo di
preparazione e portata a casa comunque!”
Paolo Barnes: “Nella maremontana (La
Maremontana Trail, a Loano, in Liguria è una competizione di 45 km con
2500 D+) di due anni fa ho pensato di morire per il freddo”
Stefano Ruzza: “Forse estrema come
difficoltà tecnica il Trofeo Kima, per via dei tratti esposti e con catene in
alta montagna. Per me che pochi anni fa soffrivo di vertigini a un metro da
terra è stata una vittoria. La più difficile a livello di resistenza, la
Diagonale de Fous (29 ore di gara).”
Michele Belnome: “La mia prima partecipazione ala 100 km del 'Passatore. Pioggia, vento, tuoni, temporali, 5°C di temperatura. 1°C al Passo della Colla (913 m). Tutto questo il 24 maggio 2013.”
Roldano Marzorati: “Gran Raid des Pyrènèes, 160 km con 10000 metri dislivello positivo.”
Marinella Satta: “Forse la 1 volta che
feci la Pistoia - Abetone nel 1997, non conoscevo il percorso e le difficoltà.
Mi dissi, se riesci a fare questa gara, sicuramente puoi fare tutte le gare che
vuoi.”
Valentina Spano: “La 24 ore di Torino, ma voglio farla ancora!”
Gianluca Di Meo:
“La grande Corsa Bianca 160km 7000D+ trainando una
slitta di 15kg sulla neve in autosufficienza.”
Vito Rubino: “La devo ancora fare…Finora però un gara in bici da 830km non-stop con più di 10000 metri di dislivello attraverso lo Utah, negli Stati Uniti. L’ho
completata in meno di 44h. La principale difficoltà è stata lottare con la
mancanza di sonno. Durante la seconda notte ho avuto allucinazioni: vedevo la
strada prendere forme strane, la striscia bianca attorcigliarsi come un
serpente, e ho visto dei pirati impiccati a degli alberi…meglio non
continuare.”
Dante Sanson: “Passatore 2013
(Pioggia e cattivo tempo qualche caso di ipotermia al passo della colla).”
Monica Testa: “La più difficile che
ho fatto, trovarmi su un crinale stretto in discesa, io che soffro le vertigini
è il massimo, e per di più da sola, comunque ce l'ho fatta ho superato quel
punto critico senza farmi prendere dal panico e respirando.”
Andrea Boni Sforza: “La 'Nove Colli Running, 202 km', finita due volte entro il tempo limite (30 h), in entrambi i casi ho dovuto trovare energie fisiche e mentali eccezionali".
Stefania: “La '9 Colli Running
2015', non terminata a causa delle avverse condizioni metereologiche , mi sono
ritirata al 107 km.”
William De Roit: “La Nove Colli
Running 2015, pioggia battente per 13 ore e 202 km di salite e discese
sull'asfalto!”
Vito Todisco: “Finora la mia prima
ed unica 24 ore, il mio obiettivo era superare la distanza maggiore corsa fino
ad allora, 100 km, ogni km in più per me era una vittoria.”
Gian Paolo Sobrino: “Non trovo difficoltà
particolare nelle gare su asfalto; le condizioni meteo possono fare la
differenza molto spesso. Ho sofferto nella ecotrail le Vie di San Francesco
(174Km) solo perché era molto caldo e non mi ero idratato sufficientemente.”
Matteo Pigoni: “La più estrema il
mezzalama, gara di scialpinismo che si svolge da Gressoney a Cervinia passando per il
LISKAM e il CASTORE, la più difficile il TOR DE GEANTS, gara che non sono
riuscito a finire ma che mi ha aperto la mente ad altre sofferenze.”
Efisio Contu: “Il passatore come
distanza; come durezza il trail dei cervi in sardegna 47 km
in montagna con pendenze importanti.”
Luca Pirosu: “Finire la Maratona
di Treviso 2015 con un’ernia e dei dolori lancinanti.”
Alberto
Ceriani: “Iroman
kona (hawai).”
Susanna Forchino: “La sante Etienne
Lyon nel 2013: c’erano parecchi gradi sotto lo zero e il terreno era in gran
parte ghiacciato, si faceva fatica a stare in equilibrio e non ci si poteva
distrarre. La frontale, dopo qualche ora, ha iniziato a darmi quasi una senza
sensazione di nausea e, solo quando è arrivata l’alba, ho ritrovato il piacere
delle corsa.“
Iolanda Cremisi: “Valdigne 2012 perché alta
montagna e la Abbots Way 2012 per le condizioni meteo davvero avverse, ma ero
alle prime esperienze e quindi la mia percezione oggi potrebbe essere diversa.”
Alina Losurdo: “Estrema no ma dura si. Arrivare
al quinto colle della 9 colli running. Un sogno. “
Andrea Accorsi: “Sicuramente la 6 giorni. Più che una gara la definirei uno spaccato di
vita. 144 ore con le tue paure, le tue emozioni, le tue solitudini spalmate su
un km di strada fanno di te un viaggiatore. Ed ogni viaggio è sempre qualcosa
di estremo quando hai come compagno te stesso.”
Marco Gurioli: “Come sforzo fisico direi
la Lavaredo, mentre come sforzo mentale la 100 Km del Passatore.”
Antonio Dedoni: “Lo scorso
anno sono stato al Trail di Valle Maira, circa 50 km con oltre 2600 di D+ con
la particolarità di correre per oltre 20 Km oltre quota 2000 per me non abituato
a certe quote (abito al mare) è stato durissimo però l’ho chiusa.”
Mario
Demuru: “La gara più complicata, credo di averla
affrontata l’anno scorso, Valle Maira SKY. 46 km ma era da correre in vetta. Si
correvano 21 km in quota, oltre 2000 mt. Non c’è stato verso di convincere le
mie gambe a correre. Ogni 300/500 mt. ero costretto a rifiatare e quindi
camminare. Mi superavano tutti. Sembravo uno che non aveva mai corso. Quando
poi la gara è scesa di quota ed io avevo lo sconforto sin sopra i capelli, mi sono
tornate le forze ed ho ripreso a correre ma a correre davvero! L’effetto
sembrava miracoloso. Grande esperienza. Indimenticabile.”
Julien
Chorier:
“Il s’agit je pense de la
Hardrock dans le Colorado qui allie un très fort dénivelé à une distance de 100
miles le tout à de très hautes altitudes (entre 2300 et 4400 m, moyenne à 3000m). (Penso la Hardrock in Colorado, che combina un fortissimo dislivello ad
una distanza di 100 miglia a quote molto elevate (tra il 2300 e 4400 m, 3000 m
media).”
Matteo Colombo: “Ronda Dels Cims 170 km
14000mt D+ (Andorra Ultra Trail).”
Daniele Cesconetto : « Sicuramente
la Spartathon senza ombra di dubbio.”
Cecilia Polci: “Sicuramente la più dura che abbia concluso è stata il trail di Portofino;
complice la pioggia incessante, i numerosi punti esposti e il fatto di essere
scivolosissima, nonché, soprattutto, una lunga discesa ripida di 2 km.”
Sara Paganucci: “Il passatore,
nonostante l'avessi preparata x mesi, sono arrivata lì tesa come una corda di
violino, mi sono sentita male di stomaco quasi subito e grazie all'aiuto morale
e la compagnia di mio marito e alcuni amici, mi sono trascinata x 80km e ho
tagliato il traguardo. “
Tom Owens: “The ice trail race in France last year was very tough for me- high
altitude and running in the snow was a new experience. I
suffered a lot! (La ice trail in Francia lo scorso anno, è stato molto
difficile per l’alta quota e correre nella neve è stata una nuova esperienza.
Ho sofferto molto!)”
Stefano Severoni: “La 6 Ore De’ Conti del 4 luglio 2015:
percorso ondulato, con tratti in sampietrino, molto caldo. Dopo 4h30’ per un
tratto ho camminato, ma poi ho ripreso a corricchiare.”
Alessandro Tanzilli: “Fino ad ora la ‘Ernica Sky Race’, 22Km con 1700 mt di
dislivello, cinque vette da 2000 ognuna.”
Vito Intini:
“50 Km di Rodgau in Germania nel 2005. Doveva essere
annullata per la nevicata imprevista. Il circuito (5Km il giro) era su neve
ghiacciata a -12°C. Trovandomi nel gruppo di testa sin dall’inizio ho
tralasciato l’orologio. Dal gruppo iniziale di 12 persone eravamo rimasti in 4
dopo 35 km e al passaggio del 40° Km in 2:38 ho pensato alla possibile vittoria
trascurando l’alimentazione ed il bere. Al 46° km lo stop. Disidratazione e
primi segni di congelamento. Insomma è finita in ambulanza. Ho imparato.”
Filippo Poponesi: “La Spartathlon. Atene-
Sparta, 247 km con 75 cancelli orari ed un tempo limite di 36 ore. A metà gara
si deve anche scalare un monte per qualche km, ma la difficoltà vera sono i
cancelli orari da rispettare. Se non li rispetti sei fuori.”
Manuela
Vilaseca: “I’ve done some very extreme races, that have lasted up to 5 days, non-stop.
They are very extreme because you race with no sleep and it comes to a point
when you don’t know what’s real and what’s not. Adventure races are team races
and besides all the difficult situations we handle, we still have to handle
relationships between teammates. It’s no easy. Besides all the Aventure Raids
I’ve done, another race I considered one of the most extreme races I had to
face was the XMAN. It was an Ironman race, except it was 100% off road. It
started at 7PM in a winning section in very cold water. The mountain bike
section lasted about 12 hours because it poured rain the whole night and then
the marathon was all in trails, with lots of mud. It was an extreme race and I
loved it. (Ho fatto
alcune gare estreme, che sono durate fino a 5 giorni, non-stop. Sono molto
estreme, perché si gareggia senza dormire e si arriva a un punto in cui non si
sa che cosa è reale e cosa non lo è. Gare d'avventura sono gare a squadre e
oltre a tutte le situazioni difficili che abbiamo a che fare, dobbiamo anche
gestire le relazioni tra compagni di squadra. Non è facile. Un'altra gara che considero una delle gare più estreme
che ho dovuto affrontare è stata la XMAN. E 'stata una gara Ironman, tranne che
era al 100% fuori strada. E’ iniziata alle 19:00 con una frazione vincente in
acqua molto fredda. La frazione di mountain bike è durata circa 12 ore perché
pioveva a dirotto tutta la notte e poi la maratona era tutto in sentieri, con
un sacco di fango.”
Pietro Salcuni: “Oltre alla 100 km é stato un trail di 75 km gara massacrante per il fisico, distruttiva, ma al 30 km sono caduto, però quest'anno ci riprovo.”
Pietro Salcuni: “Oltre alla 100 km é stato un trail di 75 km gara massacrante per il fisico, distruttiva, ma al 30 km sono caduto, però quest'anno ci riprovo.”
Alexander Rabensteiner: “Adamello
Ultra Trail 2014 .”
Philip Reiter: “One of the hardest race that I have done so far was the ‘The Coastal Challenge’ as it’s in February when the middle-Europeans stuck in the deepest winter and the temperatures in the jungle are around 32°C and extreme humid. It’s 6 stages through the deep tropical forest and you sleep in a tent every day. That was crazy. (Una delle gare più dure che ho fatto fino ad ora è stata il ‘The Coastal Challenge’ nel mese di febbraio, quando nel Centro Europea è inverno inoltrato e le temperature nella giungla sono circa 32° C e con estrema umidità. E' di 6 tappe attraverso la foresta tropicale e si dorme in una tenda ogni giorno. E 'stato pazzesco.)
Miguel Heras Hernandez: “No hay una sola carrera. Hay muchos pequeños momentos en los que el sufrimiento es límite.
(Nessuna gara. Ci sono molti piccoli momenti dove la sofferenza è al limite.)”
Katia Figini: “Credo che correre al freddo
sia una delle cose più difficili. Ho provato a correre a -48 gradi e lì non si
possono commettere errori, il rischio è molto alto.”
Simona Morbelli: “Annecy 2015. Partecipare ai
campionati del mondo con la maglia azzurra ha avuto per me un valore enorme,
oserei dire inaspettato per quanto forte. Mi sono preparata al meglio, sono
partita volendo onorare me stessa, la maglia e la gara per poi scoprire dopo
pochi km che non avrei potuto farlo a causa di un ernia (diagnosticata quattro
giorni dopo), che mi ha bloccato il gesto. Ho continuato la gara finché ho potuto nonostante fossi l'ombra di
me stessa.”
Mauro Marchi: “Sicuramente la dolomiti sky run e direi pure
la dolomiti extreme trail.”
Federico Matteoli: “In realtà la mia prima
>42,cioè una 50km in val d’orcia si è rivelata la più tremenda arrivai al limite dello
svenimento a causa di problemi di stomaco.”
Clement Molliet: “It was probably the Ultra Tour
du Beaufortain, it was my first ultra trail in my life and it’s an hard one, technical but beautiful. (E’ stata probabilmente l’Ultra Tour du Beaufortain, era la mia prima ultra trail nella mia vita ed è dura, tecnica, ma bellissima.)
Federico Crotti: “Per ora
la Dolomiti Sky Run per il numero di ore 32 impiegate.”
Monica Carlin: “Nessuna
in particolare la più difficile e nemmeno estrema. Per sforzo muscolare
probabilmente i mondiali di Gibilterra nel 2010.”
Michele Zorzi: “Il
mondiale con la nazionale italiana, il 4 luglio a Zermatt (Svizzera).”
Massimiliano
Clemot: “Non esiste una gara più estrema e più
difficile, tutte le gare sono estreme e difficili, sia che tu faccia 1km, sia
che tu ne faccia 100, la vera competizione e difficoltà è solo nella tua
Mente.”
Racconti di gare estreme, dove si arriva al punto di rischiare di morire o comunque dove si sperimentano condizioni estreme di fatica fisica o atmosferica, oppure si rischia di perdersi o precipitare. Difficili sono considerate anche le gare dove si ripete un breve circuito per tantissime ore. Ma tutto ciò non basta per limitare il rischio, si arriva al punto di chiedere di essere incatenati.
Emerge una dipendenza
dal ricercare il limite, quasi una inconsapevolezza e perdita di controllo,
infatti in qualche modo si cerca aiuto a famigliari di intervenire per farsi
legare e non osare troppo.
Per
approfondimenti sullo straordinario e bizzarro mondo degli ultrarunner è
possibile consultare il libro "Ultramaratoneti e gare estreme", Prospettiva
Editrice. Collana: Sport &
Benessere. Anno edizione: 2016. Pagine: 298 p. , Brossura. EAN: 9788874189441.
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