Gli
atleti vanno alla ricerca di sensazioni positive e di benessere ed alla ricerca
della sfida, per verificare quanto si è capaci a perpetrare uno sforzo nel
tempo.
Gli atleti considerano l’importanza del fattore mentale, affermando che
non basta solamente l’allenamento fisico ma è opportuno sviluppare anche
aspetti mentali quali la caparbietà, la tenacia, la determinazione e questi
aspetti poi saranno utile anche per la vita quotidiana, infatti permetteranno
di saper gestire ed affrontare determinate situazioni considerate difficili.
Chi sceglie di essere ultramaratoneta e di partecipare a gare estreme
sembra che non abbia limiti, vuole andare avanti, vuole cercare competizioni
sempre più dure, difficili, e solo l’infortunio, l’incidente, un malessere può
fermarli.
Tra
gli alteti contattati vi è anche Max Clemot che si racconta di seguito.
Ti
puoi definire ultramaratoneta? Beh, diciamo che sto facendo i primi passi nel
mondo delle ultramaratone, ma sicuramente per definirsi tale, bisogna sentirlo
nel cuore e nella mente.
Cosa significa per te essere
ultramaratoneta? Essere ultramaratoneta significa avere una filosofia sportiva
diversa da tutte le altre discipline, devi saper armonizzare mente e corpo.
Qual è stato il tuo percorso
per diventare un ultramaratoneta? Io
sono appena 15 anni che posso definirmi un runner, nel corso di questo breve
tragitto sportivo, ho sempre cercato di incrementare i percorsi per diminuire
le distanze che mi separavano da me stesso, sono passato gradualmente dalle
gare da 10km e passando per diverse maratone, sono arrivato alla mia prima
indimenticabile 100km.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? Percorrere grandi distanze ti da l’opportunità di attraversare paesaggi e
vedere quantità di panorami che altrimenti non avresti modo di godere, essere
ultramaratoneta significa viaggiare, significa ridimensionare il mondo e
riportarlo alla dimensione di se stessi.
Hai mai rischiato per infortuni o
altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? No, ho sempre avuto solo
piccoli infortuni che non mi hanno mai limitato, c’è da dire che ho sempre
abbinato alla corsa anche un buon allenamento in palestra che mi ha consentito
di rinforzare le parti a rischio infortunio.
Cosa ti spinge a continuare ad
essere ultramaratoneta? In effetti, la possibilità di visitare luoghi che
difficilmente avresti modo di conoscere, soprattutto durante la fase
dell’allenamento.
Hai sperimentato l’esperienza del
limite nelle tue gare? No, non sono mai arrivato a quel punto, diciamo che è un
mio limite non arrivare al limite, anche durante gli allenamenti mi tengo
sempre una manciata di energie.
Quali i meccanismi
psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? Sono completamente rapito dai
paesaggi che mi circondano, la mia mente ed i miei pensieri volano con le mie
gambe e qualsiasi difficoltà è facilmente superata. La sfida che ad ogni passo
vinci contro te stesso è il motore che fa succedere un passo all’altro.
Quale è stata la tua gara più
estrema o più difficile? Come spesso mi capita di rispondere a chi me lo
chiede, non esiste una gara più estrema e più difficile, tutte le gare sono
estreme e difficili, sia che tu faccia 1km, sia che tu ne faccia 100, la vera
competizione e difficoltà è solo nella tua Mente.
Quale è una gara estrema che
ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? Facendo seguito alla
precedente risposta, non esiste gara che non può essere affrontata, nel mio
caso io non sosterrei gare dove sono incluse prove di nuoto, perché il nuoto
non ti consente di spaziare con gli occhi.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? Eh Eh qui mi sento un po’ FORREST GUMP, la mia risposta è : “se sono
arrivato fin qui, posso andare anche un po’ più avanti.”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed
amici della tua partecipazione a gare estreme? Questa è una bella domanda e da
quel che ho sentito dai mie colleghi centisti è un po’ un luogo comune che i
familiari siano sempre poco consenzienti nel appoggiare queste gare estreme. In
effetti mettendosi nei loro panni è facile capire la loro preoccupazione nei
nostri confronti, c’è sempre il timore che la fatica e lo sforzo possano
causare malori anche irreversibili. Comprensibilissimi. Ma d’altronde anche
attraversare la strada comporta i suoi rischi!! Diciamo che il problema
maggiore per i familiari, quanto meno quelli più stretti, ed in particolare
quelli con cui vivi, è lo stress che causi loro con tutti i turni di
allenamento periodico, che portano spesso e volentieri a rinunce e a sacrifici,
dettati anche dagli orari vincolanti dai turni lavorativi, per non parlare dei
“lunghi”, normalmente praticati nel week-end, che ti portano ad uscire la mattina
per farti rivedere poi solo all’ora di pranzo. In effetti la famiglia è quella
che accusa di più lo stress delle tue ultramaratone! Gli amici…. beh quelli abitudinari
li perdi, quanto meno finché sei “fidanzato” con l’allenamento da
ultramaratoneta, hai senz’altro la possibilità di fare altre amicizie, durante
il percorso avrai modo di conoscere molte persone con le quali sicuramente non
mancherai di condividere tutte le esperienze vissute presenti passate e future.
Che significa per te partecipare ad una
gara estrema? Emozione! Sfida! Saper gestire
se stessi, le proprie forze, la propria mente. Sicuramente affrontare una gara
estrema, della quale non hai che una traccia sulla mappa, ti fa conoscere delle
emozioni difficili da esternare, l’incognito, la scoperta passo dopo passo di
un panorama sempre nuovo, ed ogni veduta, ogni scorcio ti resterà nella mente
associato inequivocabilmente all’andatura della corsa, al battito del cuore,
all’aria nei polmoni.
Ti va di raccontare un aneddoto?
Si, ne avrei molti da raccontare, sicuramente la maggior parte dei quali
piacevoli, ma ho deciso di raccontarne uno che invece non lo è stato, ciò
nondimeno dimostra quanto sia invece magica la partecipazione alle
ultramaratone. Mi trovavo ormai a pochi chilometri dal passo della Colla, lo
spettacolo della natura che ti si presenta è incantevole, non puoi far altro
che godere di tanta bellezza, quando ad un certo punto un gruppetto di podisti
dietro di me comincia ad intonare a squarciagola canzoni di Morandi, Modugno e
Celentano. L’intonazione non mancava, almeno quello, ma sicuramente
l’incantesimo era ormai inevitabilmente infranto. Un unico dubbio
si affacciava allora nella mia
mente, accelero o mi faccio superare per allontanare questo scempio? Decido di
accelerare e pian piano l’eco di “FATTI MANDARE DALLA MAMMA” diventa finalmente
sempre un sussurro che si confonde con la melodia del torrente che scorre sotto
la strada, finalmente l’armonia del suono dei miei passi diventa nuovamente la
colonna sonora della mia avventura.
Cosa hai scoperto del tuo
carattere nel diventare ultramaratoneta? Tra le pieghe del mio carattere,
sicuramente la caparbietà non è stata una vera e propria scoperta, la vera
scoperta è stata la capacità di amare la solitudine.
Come è cambiata la tua vita
famigliare, lavorativa? Come già espresso precedentemente, dal punto di vista
lavorativo non ho avuto nessun cambiamento. Mentre dal punto di vista familiare,
pur cercando di non toccare troppo gli orari normalmente dedicati alla
famiglia, una leggera diminuzione delle attenzioni nei confronti dei miei
familiari purtroppo l’ho dovuta avere, se avessi avuto dei figli piccoli non mi
sarei potuto permettere di sostenere un allenamento così costante e frequente,
ma non avrei avuto neanche la volontà di farlo. Ogni cosa ha il suo tempo.
Se potessi tornare indietro cosa
faresti? O non faresti? In realtà, potendo tornare indietro, sicuramente
rinuncerei al vizio del fumo che mi ha tenuto prigioniero pesantemente dai 13
ai 35 anni e vorrei aver avuto la possibilità di avvicinare il modo della corsa
già da ragazzo.
Usi farmaci, integratori? Per
quale motivo? Solo integratori post corse di lunghe distanze, e durante tali
corse, in linea di massima, maltodestrine. Dopo uno studio attraverso internet,
ritengo che è più che sufficiente riequilibrare la richiesta energetica del
proprio corpo attraverso questi piccoli accorgimenti.
Hai un sogno nel cassetto? Beh,
come runner mi piacerebbe vincere una gara, come uomo vorrei avere il tempo di
esaudire tutti i miei sogni nel cassetto….
Matteo SIMONE
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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