Interessandomi ed appassionandomi ultimamente alle gare di lunga distanza ho sperimentato la partecipazione alla 24 ore di corsa a piedi. E’ stata un’esperienza entusiasmante, estenuante, stancante, meditativa, osservativa.
C’è un mondo dietro questo tipo di gara che per riscuotere
successo e permettere ai partecipanti di correre per tante ore devono
inventarsi di tutti i colori prevedendo partenze diversificate di gare
all’interno della gara più lunga di 24 ore.
Il vincitore è stato l’atleta Nazionale Diego
Ciattaglia che ha raggiunto quota 221km, la gara femminile è stata vinta da
Aurelia Rocchi che ha raggiunto i 167km circa mentre Roldano Marzorati,
contentissimo è riuscito a raggiungere i 200km piazzandosi terzo.
Un po’ di tempo fa feci alcune domande a Roldano e
riporto le risposte di seguito.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Libertà
di correre con meno tensioni interne ed esterne.”
In realtà durante le 24 ore ho avuto modo di
osservare qualche volta Roldano notando sempre la sua serenità, sicurezza,
postura corretta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un
ultramaratoneta? “Dal mezzo fondo in età giovanile alla maratona da adulto per
poi praticare, intorno ai 40 anni, duathlon, triathlon lungo e MTB lunghe distanze,
poi ritorno al trailrunning e ultramaratone e 6 giorni di corsa non stop.”
Si è capito che a Roldano piace lo sport prolungato,
sembra essere un atleta resistente e resiliente.
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Uscire fuori dal gregge mi
motiva, partecipare a gare che non sempre si è sicuri di potere portare a
termine mi motiva, fare nuove conoscenze con un variegato mondo di persone non comuni,
mi motiva la preparazione (allenamento), mi motiva tutto il percorso che
porterà alla gara.”