lunedì 30 novembre 2015

Massimo Tagliaferri: La mia prima gara fu un Trail di 135 km

Non si finisce mai di sorprendersi per quello che è possibile fare, per quello che fanno gli altri, per i paradossi che esistono nella vita considerata ordinaria.

A volte si prova a buttarsi nella mischia, a saltare la propedeuticità degli eventi e ci si accorge che si può stravolgere il sensato, l’ordinario, le cose scontate, Massimo ci racconta come è passato da uno sport semi-professionistico come la canoa a un altro più gioioso ma faticoso come la corsa di lunghe distanze.
Ti puoi definire ultramaratoneta? Credo proprio di sì…”. 
 

giovedì 26 novembre 2015

Libri psicologia sport e benessere psico fisico emotivo e relazionale

Sviluppare la resilienza Per affrontare crisi, traumi, sconfitte nella vita e nello sport (2014)
L’obiettivo del mio testo “Sviluppare la Resilienza” è illustrare, in maniera teorico e pratico-esperienziale, aspetti inerenti la resilienza e le modalità per svilupparla; fornire strumenti teorico-pratici per stimolare l’autoconsapevolezza e valorizzare le risorse personali e di rete.
La distribuzione del libro è partita il giorno 15/10, ora si può richiedere il libro in qualunque libreria d'Italia.
Prefazioni di Isabel Fernandez (Presidente Associazione EMDR Italia) e Sergio Mazzei (Direttore dell’Istituto Gestalt e Body Work). Introduzione di Isa Magli.

Doping Il cancro dello sport (2014)
ISBN: 9788867630752
Pagine: 180
Prezzo pieno: € 15,00
CEDOLA D’ORDINE DA INVIARE VIA FAX AL NUMERO 02 83422112 O MAIL segreteria@edizioniferrarisinibaldi.com
Sì, ordino al prezzo speciale di 13,00 € il volume di Matteo Simone: “Doping. Il cancro dello sport”

Le difficoltà di uno sportivo prima o durante una competizione

Può succedere che prima dell’inizio di una competizione sportiva o in un momento decisivo come può essere un canestro o un rigore, l’atleta possa avere delle sensazioni che ritiene negative: spiacevoli, disturbanti, di ansia eccessiva, di troppa tensione, di paura, di blocco.
Queste sensazioni possono derivare da diverse cause consce o inconsce.
Ad esempio, l’atleta può competere con atleti ritenuti più forti di lui, può competere dopo un periodo di infortunio e non sentirsi sicuro di esprimersi in una prestazione eccellente, può sentire le pressioni di alcune figure del suo staff o di persone per lui ritenute importanti.
Cosa può fare lo psicologo in questi casi?
Certo non ha la bacchetta magica, non ha la medicina giusta, può attuare degli interventi che comunque devono essere personalizzati e seguire un percorso graduale che si può definire allenamento mentale.
Lo psicologo può proporre delle metodologie o tecniche acquisite nel corso della sua formazione ed esperienza lavorativa. Può invitare l’atleta innanzitutto a prestare attenzione alle sue sensazioni, ad esempio l’atleta può prestare attenzione a come è la sua respirazione e può, ad esempio provare a fare una respirazione profonda abbinando una visualizzazione che possa aiutarlo a mandar via parte di ansia non funzionale ma in eccesso e quindi disturbante.
La visualizzazione potrebbe riguardare una prestazione del passato che l’abbia dato un senso di benessere derivante da una vittoria, piazzamento, record personale, ecc., oppure può visualizzare qualcuno che l’abbia incoraggiato in passato dicendogli delle parole o una frase che gli ha suscitato sicurezza, voglia di stravincere.

L’atletica La Sbarra alla corri per il verde 2015

Matteo SIMONE 

L’atletica La Sbarra, squadra di atletica di Roma, guadagna posizioni in classifica di squadra, sia femminile che maschile alla “Corri per il Verde “. 

Infatti, la classifica delle Squadre Femminili dopo due tappe vede la squadra dell’Atletica “La sbarra” passare dal sesto al quinto posto avvicinandosi un po' al quarto post
Mentre la classifica delle Squadre Maschili dopo due tappe vede la squadra dell’Atletica La sbarra recuperare una posizione, dal quarto al terzo posto con un vantaggio però non ancora rassicurante, pertanto tutti gli atleti iscritti con l’Atletica La Sbarra sono invitati a partecipare numerosi, con entusiasmo per cercare di confermare la posizione da podio e le atlete a continuare a far bene per cercare di continuare la corsa di avvicinamento al podio. 
La maggior parte degli atleti dell’Atletica La Sbarra si allenano nell’immenso Parco Tor Tre Teste - Alessandrino, uno dei tanti polmoni verdi di Roma, situato tra il lungo Viale Palmiro Togliatti, la via di Tor Tre Teste e le due vie consolari Prenestina e Casilina.

venerdì 20 novembre 2015

E’ ripartita la macchina organizzativa della Corsa di Miguel

E’ ripartita la macchina organizzativa della Corsa di Miguel. Ecco le novità dell'edizione 2016, in calendario per domenica 31 gennaio. La Corsa di Miguel non è solo una corsa podistica ma molto di più, è una manifestazione organizzata dal Club Atletico Centrale con l’Unione Italiana Sport per Tutti intitolata alla memoria di un maratoneta-poeta argentino desaparecido, uno delle migliaia dii desaparecidos uccisi dal governo argentino per fini politici. Miguel Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
Affrettarsi ad iscriversi alla gara competitiva entro il 15 Dicembre 2015 per partecipare a un'estrazione di cento premi che sarà effettuata il giorno 18 (bici, tute, zainetti, felpe, libro sulla storia delle Olimpiadi) e per avere il pettorale personalizzato con la storia dell’atletica, con inciso un numero associato ad un campione che ha segnato la storia dell’atletica leggera.
Sulle scuole si punta come sempre moltissimo. Era la notte tra l’8 e il 9 gennaio 1978 a Buenos Aires quando uno squadrone paramilitare al servizio della dittatura militare che dal 1976 al 1983 ha terrorizzato il paese sudamericano, fece irruzione in casa Sanchez e portò via Miguel, 25 anni, senza ragione. Come accadde ad altre trentamila persone circa, i tristemente famosi desaparecidos di cui nessuno ha più avuto notizie.

giovedì 19 novembre 2015

Chi è resiliente non si lascia abbattere da una sconfitta

“Ciò che non mi uccide mi rende più forte” (Friedrich Nietzsche)
La resilienza, il cui significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, sta a significare che il vero campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio, di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza. Chi è resiliente, infatti, non si lascia abbattere da una sconfitta ma ne esce rafforzato, analizza i suoi errori e trova le giuste soluzioni per tornare a vincere. È grazie a questa dote del carattere che si diventa campioni: alcuni ci nascono altrimenti la si può sempre coltivare.
Il concetto di resilienza è presente anche nelle persone che subiscono traumi, quelli che possiedono questa caratteristica non vanno incontro a stress acuti, o disturbi post traumatici di stress, ma ne escono più forti, con un valore aggiunto. Gli individui che dopo aver vissuto un evento negativo attivano un processo resiliente non rimangono “intrappolati” nel dolore ma risanano le ferite assumendosi il controllo della propria esistenza e riorganizzando la propria vita.
Essere resilienti implica il percepire al tempo stesso il dolore e il coraggio, affrontando le difficoltà grazie alle proprie risorse personali, relazionali e contestuali. Le persone dotate di alta resilienza sono flessibili, sanno adattarsi con prontezza a nuove situazioni.
Si definisce resilienza la capacità di resistere alle frustrazioni, agli stress, in generale alle difficoltà della vita. La resilienza permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio, dopo una sconfitta. La persona resiliente possiede propensione a ricercare strategie creative di fronte alle difficoltà. Essere resilienti significa essere duttili e flessibili, accettando di sbagliare, sapendo di poter rivedere e correggere le proprie azioni.

Nuove sfide per gli atleti paralimpici del Ministero della Difesa

“Ciò che non mi uccide mi rende più forte” (Friedrich Nietzsche)
Il CIP ha assunto il ruolo di Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimipiche (sport per persone disabili), sia a livello centrale che territoriale, alla stregua del CONI per lo sport olimpico (sport per persone normodotate), mantenendo il compito di riconoscere qualunque organizzazione sportiva per disabili sul territorio nazionale e di garantire la massima diffusione dell’idea paralimpica ed il più proficuo avviamento alla pratica sportiva delle persone disabili, in stretta collaborazione con il CONI stesso.
Il movimento paralimpico italiano ha mosso i primi passi negli anni che precedono i primi Giochi Paralimpici Esitivi di Roma 1960, quando presso il Centro Paraplegici di Ostia dell’INAIL, il prof. Antonio Maglio diede i natali alla sport-terapia in Italia, alla stregua di quanto fatto dal prof. Guttman in Gran Bretagna con i reduci della II Guerra Mondiale. Maglio introdusse le attività fisiche attraverso numerose discipline sportive, utilizzando lo spirito agonistico quale stimolo a reagire e ritrovare le proprie abilità. (3)
Storicamente, i primi giochi per disabili si tennero nel 1948 in Gran Bretagna, nell’ospedale di Stoke Mandeville, non lontano da Londra, grazie all’entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neurochirurgo e direttore di quel centro di riabilitazione motoria. Le competizioni, cui parteciparono sportivi handicappati ex membri delle forze armate britanniche, ebbero molto successo e medici e tecnici di tutto il mondo visitarono il centro per apprendere tali metodologie riabilitative.
Nel 1952 per la prima volta i giochi di Stoke Mandeville divennero internazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma, edizione da cui si comincia a parlare di vere e proprie Paraolimpiadi. (1)

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