Ho conosciuto Stefano SEVERONI in occasione
di una gara podistica presso lo Stadio della Farnesina di Roma e gli ho
proposto di rispondere al questionario sugli ultramaratoneti, interessanti ho
trovato le sue risposte che descrivono la sua persona amante della corsa con un
approccio olistico volto non solo a macinare chilometri, ma anche a stare fermo
e praticare discipline orientali quali lo yoga ed usare
l’accortezza circa il cibo sano e le sostanze da assumere. Di seguito riporto
le sue risposte.
Ti puoi definire ultramaratoneta? “Ho iniziato quest’anno con due gare ultra di 6 ore:
sono solo all’inizio. Ho ripreso a correre dopo uno stop per
frattura al femore. Posso ricordare di essere stato sempre considerato un
grande macinatore di chilometri. È solo l’esperienza di gare ultra che mi manca. Prima di provare una 100 km, sperimenterò
distanze più corte.”
Stefano ha deciso di intraprendere la strada delle ultra ma sa che è un
percorso graduale e rispettoso e quindi si avvicina alle ultradistanze in punta
di piedi partecipando a gare della distanza intermedia tra la maratona e la 100
km e quindi si avvicina alla 6 ore.
Hai mai rischiato per infortuni o altri
problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Paradossalmente, ora che ho abbracciato il mondo ultra,
corro meno chilometri di quando ero solo maratoneta (arrivavo anche a 150 km settimanali),
poiché in seguito alla rottura del femore per un investimento da parte di un
autoveicolo, la mia biomeccanica non è perfetta, e così percorrendo un volume
elevato di chilometri rischierei infortuni. Quasi ogni settimana faccio la
ginnastica posturale e ogni giorno lo yoga, anche
con ausilio di attrezzi: pallina roller,
elastici, foam roller, ecc. Faccio molta cyclette in salita così non carico sugli arti e mi potenzio
muscolarmente.”