Matteo Simone
Roberto D’Uffizi: “Significa avere la possibilità di effettuare un meraviglioso viaggio
dentro noi stessi dove mente e fisico, in sinergia, cercano di portarti oltre
lo stremo.”
Marco Zanchi: “Intraprendere dei
viaggi tra la natura e con solo le tue energie a disposizione.”
Armando Quadrani: “Spostare i limiti fisici
e mentali oltre uno schema predefinito. In trigonometria esprimerei il mio
pensiero dicendo che è il limite che tende all'infinito. Non ci sono ostacoli,
barriere, punti di arrivo che possono interrompere una avanzata. Una continua
ricerca del mio io, che forse non riuscirò mai a scoprire fino a dove è stato
collocato. Un viaggio continuo con me stesso, dentro me stesso. Quasi un
peregrinare senza meta ,un navigare a vista. Una retta infinita che non ha un
punto di origine ne di arrivo.”
Alina Losurdo: “Essere Ultramaratoneta
non la ritengo solo una questione di km oltre il numero 42, ma testa, spostare
quel limite e cercare dentro di me nuovi stimoli soprattutto quando dopo tante
ore che sei a spasso senti dentro quella vocina diabolica che ti chiede di
fermarti. Un viaggio si ma lungo e che fa sognare, fa nascere e morire un
milione di volte ma ti porta al traguardo.“
Raffaele Luciano:
“L’Ultramaratoneta è una persona che attraverso la corsa fa un viaggio dentro
se stesso, per conoscersi, migliorarsi e crescere.”
Daniele Cesconetto:
“Significa mettersi in gioco, provare emozioni nuove e intendere
l'ultramaratona come un viaggio dentro a se stessi e non come una gara. A me le
classifiche non interessano minimamente.”
Paolo Bravi: “Significa appunto
dedicarsi a gare la cui distanza è superiore ai fatidici 42km 195 mt, significa
avere amore e passione per la corsa e avere la voglia ogni volta di affrontare
un lungo viaggio".
Molti parlano di uno stile di vita che ti
fa restare a lungo con te stesso, con i tuoi pensieri. Ecco alcune risposte.
Andrea Accorsi: “Ecco, il punto focale è
questo. La mia personale interpretazione dell’essere ‘ultramaratoneta’ spazia
oltre alla canonica catalogazione numerica di una distanza. Certamente non si
può prescindere da quella, ma credo che ultramaratoneta sia anche uno stile di
vita una visuale del ‘resto’ più profonda. Restare a lungo con se stessi, con i
propri pensieri, con la fatica attaccata alla pelle crea una membrana visiva
nuova, un punto di vista differente. Questo è l’aspetto che mi ha sempre
affascinato e che mi ha indirizzato naturalmente a percorrere distanze sempre
maggiori.”
Nella
vita si fanno delle scelte, molti preferiscono poltrire o restare in una zona di
estremo confort per non rischiare un giudizio, una brutta figura, altri per
sentirsi vivi devono sentire il proprio corpo, le proprie sensazioni corporee,
il cuore che palpita, il respiro affannoso, il sudore colare da proprio corpo,
il senso di fame, sete, freddo, caldo, c’è tanto bisogno di sentire.
Molti atleti sperimentano amore e felicità
nella corsa e quindi più corrono e più sono felici per esempio Valentina Spano:
“Far parte di un gruppo di privilegiati. Sono una persona che ama correre alla
follia, l'ultramaratona è solo il mezzo per raggiungere la felicità.
L'ultramaratoneta secondo me dimentica l'orologio, non pensa più i km uno ad
uno. L'ultramaratona È un modo per prolungare la gioia della corsa.”
Manuela
Vilaseca: “It means to be a person with an open heart, willing to be much more
in nature than in the city. Means to be a person who has a free spirit and who
loves the simple things in life. If you want to see me happy, put me in the
trails with some running shoes on. I feel like a kid, having fun on my own. (Vuol dire essere una persona con un
cuore aperto, disposti a stare molto più tempo nella natura che in città.
Significa essere una persona che ha uno spirito libero e che ama le cose
semplici della vita. Se vuoi vedermi felice, portami nei sentieri con un paio
di scarpe da corsa.)”
Matteo SIMONE
Autore di libri di psicologia e sport
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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