Matteo SIMONE
“E’ un campione l’alcolista che attraversa il suo percorso dei 12 passi così come il tossicodipendente che esce dalla sua dipendenza, così come il padre di famiglia che riesce attraverso grandi sacrifici a provvedere ai bisogni dei suoi cari.”
(Sergio Mazzei, Direttore dell’Istituto
Gestalt e Body Work in O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Simone M., Edizioni ARAS, Fano, 2013.)
Nella
rivista di informazione e confronto sulle patologie da dipendenza “Dal Fare al
Dire” n. 2 del 2015 (pp. 30-31) viene riportato che dal punto di vista dei ragazzi,
sembrano emergere alcune differenze relative agli effetti ricercati e alle
motivazioni sottese all’uso di alcol e di cannabis: mentre l’alcol sembrerebbe
essere utilizzato principalmente “per stare bene con gli altri”, la cannabis
sarebbe maggiormente ricercata per ragioni, per così dire, intrapsichiche,
sembrando assumere una valenza più egosintonica.
Per
l’uso di cannabis, emerge maggiormente la dimensione del piacere, una ricerca
del benessere più personale, anche quando viene condivisa con altri: la
cannabis utilizzata in gruppo non viene solo assunta per divertirsi, ma anche
per rilassarsi, insomma per provare delle sensazioni piacevoli, che avranno
sicuramente degli effetti nel rapporto con l’altro, ma sono prima di tutto
ricercate per star bene con se stessi.
Per
quanto riguarda l’alcol, purtroppo la cultura la fa ancora da padrone. Nella
nostra società, l’alcol difficilmente manca sulle tavole nelle occasioni in cui
c’è da festeggiare qualcosa, e per i ragazzi al giorno d’oggi non è più
possibile organizzare una festa senza comprare l’alcol.
Il consumo alcolico dei giovani deve
essere monitorato con particolare attenzione in quanto può comportare non solo
conseguenze patologiche molto gravi quali l’intossicazione acuta alcolica e
l’alcoldipendenza, ma anche problemi sul piano psicologico e sociale,
influenzando negativamente lo sviluppo cognitivo ed emotivo, peggiorando le
performances scolastiche, favorendo aggressività e violenza.
Per
prevenire tali conseguenze è necessario rafforzare nei giovani la capacità di
fronteggiare le pressioni sociali al bere operando in contesti significativi
quali la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello
sport. Inoltre per i giovani che manifestano comportamenti di grave abuso è
necessario prevedere efficaci azioni di intercettazione precoce e di counseling
per la motivazione al cambiamento, con eventuale avvio ad appropriati
interventi di sostegno per il mantenimento della sobrietà.
L’esercizio aerobico può aiutare a
prevenire, e forse anche recuperare alcuni dei danni cerebrali associati al
consumo di alcol. (Dronet, Newsletter N. 04, Aprile 2013, p. 4.)
Questo è ciò che è emerso da un nuovo
studio della University of Colorado Boulder, pubblicato sulla rivista
Alcoholism: Clinical and Experimental Research (Aerobic Exercise Moderates the Effect of Heavy Alcohol Consumption on White Matter Damage, Karoly H.C., Stevens C.J., Thayer R.E., et al., 02.04.2013).
L’abuso cronico di alcol
è legato a numerose conseguenze neurobiologiche deleterie, tra cui la perdita
di materia grigia, danni alla materia bianca, e la compromissione delle
funzioni cognitive e motorie.
In precedenti ricerche è stato
dimostrato che l’esercizio aerobico come camminare, correre o andare in
bicicletta, rallenta il declino cognitivo e diminuisce i cambiamenti neurali
negativi derivanti dal normale invecchiamento e da diverse malattie.
Gli autori
sono partiti dall’ipotesi che
l’esercizio aerobico protegga la materia bianca delle zone anteriori e dorsali
del cervello dai danni legati al consumo di alcol. L’associazione
tra il consumo pesante di alcol e i danni alla materia bianca in nel fascicolo
superiore longitudinale (SLF), nella capsula esterna (CE), nella corona radiata
superiore e anteriore, e nel fornice
sarebbe maggiore nelle persone che non fanno regolarmente esercizio
fisico.
Questi dati sono coerenti con l’idea
che l’esercizio fisico possa proteggere l’integrità della materia bianca.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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