Nella mia condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100x100 a un atleta guida
Matteo SIMONE
Alcuni atleti dal 2015 forniscono il proprio supporto come guida podistica agli atleti con disabilità visiva, uomini e donne, portando avanti il progetto Achilles International portato a Roma da Ada Nardin e la cui sezione Romana è presieduta da Ada Maria Ammirata che è una runner non vedente che ha già sperimentato la corsa in pista, su strada e anche la corsa campestre con tutte le estreme difficoltà.
Il progetto Achilles viene portato
avanti presso il parco degli Acquedotti, dove qualsiasi atleta che ha intenzione di
sperimentarsi come guida può partecipare così come le persone
con disabilità visiva che vogliono provare a correre con una guida.
Per info achillesinternationalroma@gmail.com
o 3931053915. Ti aspettiamo!
Come dico
sempre io “Together is much better” e, infatti, da sole le persone con
disabilità hanno difficoltà a fare sport o sono quasi impossibilitate, e allora
perché non offrire un po’ del nostro tempo per dedicarsi a questa attività?
Insieme
si ottengono risultati importanti un miglioramento della prestazione sportiva e
del benessere della persona non vedente ma diventa anche una messa alla prova
per le guide, per sperimentarsi accanto agli altri, provare a guidare un’altra
persona, stargli accanto, sintonizzarsi sullo stesso respiro, sulla sua fatica,
sui suoi ritmi, e la competitività ed il benessere oltre che individuale
diventa duale e poi di gruppo, di squadra.
Tra i tanti
che si sono avvicinati alla corsa, c'è anche Sandro Mille di seguito una sua breve testimonianza.
Come hai
scelto il tuo sport? “Volevo intraprendere un'attività sportiva che richiedesse
uno sforzo moderato ma costante e, grazie alla generosità degli atleti
dell'associazione sportiva La Sbarra, ho iniziato a praticare la corsa. Essendo
io un ipovedente ho grande difficoltà nel muovermi in autonomia per cui era
impensabile correre per me.”
Nella tua disciplina quali sono le
difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione? “Nella mia
condizione di ipovedente per correre ho bisogno di affidarmi al 100x100 a un
atleta guida. Ciò significa che io, prima di tutto, devo sviluppare da subito
un principio di intesa col mio accompagnatore. Devo essere sempre attento alle
segnalazioni che mi vengono comunicate relative a variazioni di terreno,
deviazioni di percorso, ostacoli improvvisi e non. Per cui prima del fisico io
ho bisogno di allenare l'affiatamento con la persona che mi guida per trovare
una buona sintonia.”
Cosa e quali persone hanno contribuito al
tuo benessere nello sport o alla tua performance?
“Fortunatamente sono venuto a conoscenza del progetto Achille's
International... Ed eccoci qua: atleti volontari dell'Associazione Sportiva La
Sbarra che aiutano atleti non vedenti e ipovedenti a correre. Sia in
allenamento che in gara Atleta Guida e Atleta non vedente procedono affiancati,
uniti polso a polso attraverso un cordino. Ci vuole accortezza e sensibilità e i ragazzi riescono a
compiere l'impresa di guidare un atleta disabile per mano fino al traguardo. E'
una cosa molto impegnativa ma sanno farla con naturalezza e delicatezza.”
Qual è stata la gara della tua vita, dove
hai sperimentato le emozioni più belle? “La mia gara della vita è
stata di certo la mia prima gara. Eravamo sulla pista di atletica a Terme di
Caracalla per correre una staffetta molto avvincente, la 12 x 30 minuti. Ero
emozionato per essere dentro un evento simile… E già ero proprio io, dentro una
gara… Incredibile, stavo correndo in pista, in una frazione di gara ufficiale e
il mio amico Matteo mi guidava e mi incoraggiava. Era esaltante, ricordo che
c’erano molte persone tra gli spalti ma anche molti atleti in pista. Dopo soli
10 min ero già esausto, forse avevo corso ad un ritmo per me troppo elevato. Da
dietro arrivavano periodicamente atleti più veloci che mi doppiavano. La cosa
mi dava troppo fastidio, ma in quel momento pensavo solo al traguardo, con loro
avrei avuto la rivincita in futuro dopo un paio di anni di allenamento. Non so
bene come ho fatto ma ho corso anche i restanti 20 minuti, sarà stato il
supporto di Matteo che mi incitava e mi motivava, sarà stato l’orgoglio e la
tenacia ma riuscito a trovare le forze per giungere a quel benedetto traguardo.
Ero stremato ma mi sentivo dentro di me un campione. Ero riuscito a centrare
l’unico obiettivo che mi ero prefissato: Concludere la gara.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Sei pronto Sandro? 1, 2, 3. Via. Le gambe
accelerano e sembrano andare da sole... Tutto scorre più velocemente e l'aria
sul viso si fa più densa ... Siamo quasi
alla mia massima velocità, io e la mia guida ci stiamo proiettando come 2
bolidi in un sentiero nel parco. Adoro sfrenarmi in brevi allunghi veloci in
cui posso scaricare la potenza che ho nelle gambe. E' bellissimo per me, solo a
queste velocità più elevate riesco a respirare una sensazione di completa
libertà. Dimentico persino di essere affiancato da un atleta guida. Lui è così
abile che in quei brevi momenti entriamo in perfetta sincronia, stessi
movimenti di braccia e gambe ed io dimentico che siamo uniti al polso dal
cordino. A volte mi lascio davvero prendere dall’adrenalina che poi la mia
guida fatica a ricondurmi a nella giusta direzione e a reggimi più bassi. A
proposito di episodi divertenti, ricordo una volta in cui io e il mio amico
Raffaele procedevamo come sempre affiancati e abbiamo fatto a sportellate.
Ebbene sì, perché, io distratto, non avevo capito che dovevamo deviare a
sinistra e continuavo imperterrito ad andare diritto. Solo l’effetto di qualche
spallata energica mi ha fatto dirottare l’andatura. Oh mio Dio che ridere, ogni
volta che ci penso rido solo solo.”
Quale è stata la tua gara più difficile? “La mia
gara più difficile è stata una gara di 10 km a Borghesiana, la Maratonina dei
due colli. Non mi ero mai impegnato su una distanza simile, non sono molti 10
km ma a me, che non ero molto allenato, sono sembrati più di un milione.
Fortunatamente ho avuto il piacere di affrontare quell’impresa affiancato dal
mio amico Andrea, Grande tecnico, grande motivatore, grande trascinatore. E’
stato grazie a lui che siamo riusciti a costruire un tempo soddisfacente per
essere il mio primo 10.000 metri. In
quella gara ho faticato molto ma ho anche imparato molto. E’ stato un
eccellente allenamento per il mio fisico e per il mio carattere. Ricordo di
essere entrato in crisi al settimo km. Volevo fermarmi, ma sono riuscito a non
farlo grazie al supporto psicologico di Andrea. Ed ho fatto bene! Perché sono
riuscito a centrare i 3 obiettivi che stavolta mi ero prefissato: A-Finire la
gara, B-Non arrivare ultimo, C-Chiudere la gara entro 1 ora.”
Prossimi obiettivi lungo, medio, breve
termine? Quali sono i sogni realizzati e da
realizzare? “Nel breve: Percorrere 1 km lanciato in 4:00/4:15. Nel medio:
Migliorare le notevolmente le prestazioni che ho ottenuto nelle mie 2 gare. Nel
lungo: Vincere una gara. Sogni da realizzare: Insidiare i record sui 5.000 e
10.000 di Salvatore Antibo. Sogni realizzati: Per me il semplice fatto di aver
corso in gara è già un Sogno Realizzato. Vorrei ringraziare tutti gli atleti
che mi hanno aiutato a raggiungere questo sogno. Grazie amici ve ne sono
riconoscente.”
Sandro ha
fatto il suo km lanciato in 03’57” e quindi sotto i 4’ prefissati.
Urge aiuto di persone generose e
disponibili disposte a dedicare tempo per allenarsi con atleti con problemi
visivi. Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche ed
amatoriali, necessitano di allenarsi e, quindi, essere accompagnati in queste
attività da “guide sportive” ossia persone, disponibili ad indicargli il
percorso, a porgergli un braccio, a farli evitare buche ed ostacoli.
Ognuno di noi si può sperimentare
come guida negli allenamenti ed in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di
competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità e scoprendo cosa
significa correre con una disabilità come la vista.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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