mercoledì 29 marzo 2017

Marco Menegardi Campione Italiano 100km corsa su strada 2017 in 7h06’44”

Matteo Simone
Psicologo, Psicoterapeuta
 

Il 12 marzo 2017 il medico Fausto Parigi si aggiudica il titolo di Campione Italiano di 24 ore di corsa su strada, a distanza di due settimane, il 26 marzo è ancora un medico ad aggiudicarsi un titolo di ultramaratona, Marco Menegardi diventa Campione Italiano della specialità 100km.

Quello che accomuna i due medici è la forte passione e dedizione per la corsa, di seguito Marco ci racconta la sua esperienza di gara attraverso risposte ad alcune mie domande.
Hai vinto il titolo Italiano 100km? Com'è andata? Ci speravi di vincere il titolo?Si sono molto soddisfatto non tanto per il valore assoluto del tempo e del risultato, quanto per il valore relativo della prestazione considerando i miei trascorsi e l’esiguo tempo a disposizione che posso dedicare al running.”

Il 26 marzo 2017 si è svolta la 
9^ “100 km di Seregno della Brianza”, valida anche come Campionato Italiano 100km su strada.
 
Il vincitore assoluto della gara è stato lo svedese Andre Rangelind in 6h54’25”, precedendo Marco Menegardi 7h06’44” che si aggiudica il titolo italiano 100km. A seguire Gianluca Tonetti 7h15’14” e Stefano Velatta 7h17’32”. 
Tra le donne la vincitrice è stata la tedesca Antje Krause in 8h09’40”, precedendo Chiara Milanesi 8h34’43” che si aggiudica il titolo italiano femminile 100km. A seguire Cristina Pitonzo 8h49’21” e la britannica Julia Fatton 9h09’20”.
L’ultramaratona è una specialità dell’atletica non redditizia dal punto di vista economico. Chi si dedica a questo sport lo fa per passione, perché ne trova giovamento o perché è amante delle sfide e alzando man mano l’asticella in allenamento e in gara, a volte ci si accorge di essere talentuosi e di poter competere ad alti livelli fino a vincere un titolo Italiano anche non essendo professionisti atleti.
Avevi amici in gara, conoscevi i tuoi diretti inseguitori, i tuoi avversari?Conoscevo solo qualcuno degli avversari, ma avevo in mente solo di fare la mia gara ed eventualmente “utilizzare” gli avversari come stimolo agonistico al momento giusto.”
Hai sofferto, hai avuto momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara?Verso il primo terzo di gara mentalmente e fisicamente stavo facendo fatica. Ma mi aspettavo che potesse essere così. Ho cercato di non scoraggiarmi continuando a correre il più rilassato possibile e con la tecnica più efficace ed efficiente possibile per quanto il dolore alla gamba mi permettesse e facendo passare i chilometri. Poi quando ho momenti difficili in gara ripenso ai tanti momenti brutti e difficili e ai sacrifici enormi che ho fatto per essere lì in quel momento. Questa è benzina emotiva sul fuoco di un agonista che magari in qualche momento tende a perdere di vigore.”

Marco sembra essere molto consapevole di quello che comporta la sua specialità di ultramaratona, tanto tempo sule gambe, sul fisico, con la mente che a volte diventa alleata e a volte ti rema contro.
Marco sa come gestire eventuali momenti di titubanza, sa come motivarsi, sa che gli obiettivi si possono raggiungere non solo con gli allenamenti ma anche spolverando motivazioni intrinseche legate al vero amore per quello che si fa ma anche a motivazioni intrinseche, essere riconosciuti per quello che si è riusciti a fare, a ottenere è anche carburante per far bene.
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che non avevi considerato?A parte la contrattura al polpaccio della gamba destra e la tendinite del tibiale della stessa non ho avuto problematiche particolari. CMP (il mio sponsor) mi ha fornito pantaloncini e maglietta estremamente adeguati ed ergonomici. Le scarpe sono rodate da tempo ormai. Per l’integrazione mi sono arrangiato con frutta secca e qualche barretta ai cereali adeguatamente distribuite sul percorso.”

Da un po’ di tempo sto approfondendo gli aspetti che contribuiscono al benessere e alla performance degli atleti di sport di endurance e quello che emerge è che diventa importante curare l’allenamento fisico e la preparazione atletica; la componente psicologica che comprende l’autoconsapevolezza, la fiducia in se stessi, la capacità di superare momenti e situazioni critiche, quindi essere resilienti; l’allenamento nutrizionale, cioè come nutrirsi prima, durante e dopo allenamenti e gare, come integrarsi per anticipare problematiche vari quali disidratazione, blocchi renali, giramenti di testa; aspetto che considero anche importante lo chiamo autoprotezione e coccole e comprende l’abbigliamento e attrezzatura tecnica, massaggi, fisioterapia, analisi mediche, insomma si tratta di prendersi cura di sé per prevenire e compensare lo stress psicofisico di duri allenamenti e gare.
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara?Prima della gara, la sera prima per intenderci, ero arrivato molto stanco per le molte ore di lavoro accumulate (abbondantemente più di 60) ma mentalmente ero rilassato. La cosa che notevolmente più mi preoccupava era il risentimento al polpaccio e al tibiale come detto prima. L’ultimo km è stato quasi incredibile anche perché solo in quel momento mi è stata comunicata la posizione. Allora a quelli della moto che mi hanno affiancato ho detto: 'andiamoci a pendere questo titolo italiano'. L’ultimo km è proprio volato. Poi è stato tutto talmente veloce che le emozioni si sovrapponevano una sull’altra. Credevo di essere oramai talmente cinico che l’inno italiano sul gradino più alto mi avrebbe comunicato poco. Mi sbagliavo.”

Lo sport ti permette di fare esperienza, di conoscerti meglio, di capire cosa significa trovarsi in gara, cosa significa salire su un podio per un titolo Italiano, ti fa emozionare, ti fa sentire più vivo.
Hai scoperto qualcosa di nuovo in te stesso, negli altri atleti?E’ stata un’esperienza fisica ed interiore molto costruttiva. Sembrano frasi fatte, ma riuscire a rimanere concentrati per così tante ore non è facile. L’enorme passione per la corsa è la chiave di volta.”
Come vedi il movimento della 100km, gli altri atleti, ci sono atleti promettenti? E’ un mondo difficile (e purtroppo non è la solita frase fatta). Poche gare, tanti sacrifici, pochi ritorni economici. Ci vuole veramente tanta tanta passione per farti muovere in questo mondo ed è quella che mi ha fatto arrivare fino a qui. Certo che nel lungo periodo le criticità verrebbero sicuramente a galla.”
Organizzata bene la gara, pacco gara, percorso, ristori, premiazioni? L’organizzazione è sicuramente molto rodata ed affiatata. I volontari la sera che sono arrivato si sono comportati nel modo più ospitale possibile, quasi sorprendente, una di loro si è preoccupata vedendo la mia faccia così stanca chiedendomi addirittura se stessi bene quasi come avrebbe fatto una mamma.”

E’ vero, abbiamo risorse nascoste e inesplorate che vengono fuori al momento giusto e opportuno, è bello ricevere accoglienza, apprensione e coccole da parte di altri, la relazione nutre cuore e mente.
Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era?Ho fatto dell’arte dell’arrangiarmi una disciplina zen giapponese. Ho messo tanto del mio e qualche piccolo ma fondamentale aiuto di poche persone ma fidate (leggesi l’amico e presidente IUTA Gregorio Zucchinali).”

Importante avere l’allenatore interno o squadre di allenatori interni, importante avere autoefficacia elevata che ti permette di andare avanti da solo in modo performante, importante avere persone di riferimento esperti che credono in te e che ti sanno dire poche parole e utili.
Cambia qualcosa dopo questo titolo? Sponsor, convocazioni?Vedremo col tempo, è ovvio che correre mi piace e se ottenere risultati aumenta il mio appeal dal punto di vista del marketing cercherò di utilizzarlo per avere più tempo per correre e avere più tempo per la mia passione.”
Prossime gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine? Sogni realizzati e da realizzare? Il Passatore è il mio vero obiettivo e un giorno mi piacerebbe vestire la maglia azzurra. Fare conoscere agli altri le mia abilità non solo nella corsa quanto anche nella mia principale occupazione di medico esperto nel campo medicina dello sport, della traumatologia e della riabilitazione (in particolare sportiva ovviamente)".

Con il titolo in tasca e un crono attorno alle 7 ore Marco aveva le carte in regola per indossare la maglia azzurra e rappresentare l’Italia in gare internazionali di specialità e anche di ambire a vincere la 100km del Passatore o quanto meno arrivare primo degli Italiani, sempre se glielo permetteva il Re Giorgio Calcaterra vincitore di 12 edizioni consecutive. 
Marco Menegardi ha trasformato i suoi obiettivi e sogni in realtà, il 25 maggio 2019 ha vinto la 47^ 100 km del Passatore in 7h12’48”, precedendo l’ucraino Serhii Popov 7h19’26” e il croato Dejan  Radanac 7h23’37” e il 27 agosto 2022 ha indossato la maglia azzurra ai Campionati Mondiali 100 km a Berlino, piazzandosi primo italiano con il crono di 6h58’43”, gli altri italiani: Berlino, piazzandosi primo italiano con il crono di 6h58’43”, gli altri italiani: Gabriele Turroni 7h04’36” e Silvano Beatrici 7h14’25”. Il podio dei mondiali è andato a tre giovani con ottimi tempi: Haruki Okayama 6h12’10” (Japan, 1994), Junpei Yamaguchi 6h17’19” (Japan, 1997) e Piet Wiersma 6h18’47” (Netherlands, 1997). 
Un’intervista a Marco è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline. 
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine la competizione. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

 

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