sabato 28 maggio 2022

Paola Falcier: La corsa mi ha letteralmente salvato la vita e la salute mentale

 Io non corro, ci provo! Io non corro, arranco! Lenta ma corro 
Matteo Simone  
3804337230- 21163@tiscali.it 
 

Si può dire che anche nello sport l’appetito vien mangiando, si prova a correre e poi se piace si fanno sempre più chilometri in allenamento e in gara, arriva la prima maratona e se piace c’è la voglia di farne altre, così come ciliegie, una dopo l’altra, per star bene, sperimentare benessere, avere un obiettivo per allenarsi, aver cura del proprio corpo e della propria mente, condividendo esperienze di fatica e soddisfazioni con altri runner e ultrarunner in giro per l’Italia. 

Di seguito, Paola (Bergamo Stars Atletica) racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande. 
Quando è come nasce la passione della foto? In famiglia siamo tutti fotografi. Lo era mio padre che ha ereditato la passione dallo zio, uno dei più famosi fotografi di Mestre. Lo era mia madre, figlia del primo fotografo di Murano, dove sono nata e cresciuta. Lo è mio figlio. E lo sono io, che ho tenuto in mano la prima reflex a 14 anni, ma ho iniziato a fotografare a 10. La fotografia è un "vizio" di famiglia. 
E nello sport?
Non sono mai stata una sportiva nel vero senso del termine, anzi. Ho fatto tutti gli sport immaginabili e non me n'è piaciuto nemmeno uno, e ovviamente non sono mai stata una campionessa. Non sono un'appassionata di sport. 
Ti sei sentita campionessa nello sport? No. E non mi ci sentirò mai. 

Ho conosciuto Paola alla Milano San Remo in doppie vesti, quale fotografa e componente della Crew dell’amico Michele Belnome. Poi ho scoperto che non è solamente fotografa ma anche un’atleta che corre maratone ed anche ultramaratone. Paola ha scritto anche un libro con foto: Scoprendo Venezia
Qual è stato il tuo percorso sportivo? Parlando di corsa, ho iniziato 7 anni fa dopo una fascite plantare che mi ha costretta a usare le stampelle per 6 mesi. Avevo giurato che se fossi guarita avrei iniziato a correre… più o meno, io non corro, ci provo! 
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? Io non corro, arranco! Ma sto bene psicologicamente, la corsa mi ha letteralmente salvato la vita e la salute mentale. 
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance?
E qui devo ringraziare Michele Stefani del gruppo Run to feel better. Dopo 6 anni di inutili tentativi, da parte mia, di correre senza schiattare dopo due minuti, casualmente ho visto un'inserzione su fb, l'ho aperta, ho iniziato a seguire i suoi consigli e miracolosamente col suo sistema ho iniziato a correre (lenta ma corro). Mi supporta e sopporta da quasi due anni (lo facciamo reciprocamente), e anche se piccoli, i miglioramenti inizio a vederli. 
A cosa devi fare attenzione nella tua disciplina sportiva? A non farmi male. Soffro di algodistrofia a un piede, zoppico e ho dolori (sopportabili, o forse ci sono solo abituata) tutto il tempo. 

Interessante queste affermazioni: Io non corro, ci provo! Io non corro, arranco! Lenta ma corro. Ci vedo un grande coraggio in Paola che prova a mettersi in gioco nella corsa a modo suo, senza pretese, impegnandosi ma senza rincorrere prestazioni eccellenti, semplicemente fare l’esperienza di gara, allenandosi a modo suo.  
Interessante il progetto di Michele Stefani "Run to feel better”, che propone a tanti di cambiare vita lasciando il divano e iniziare a correre pensando di darsi anche l’obiettivo di fare una maratona. A volte c’è bisogno di essere spronati, coinvolti, di far parte di un gruppo per condividere fatiche e successi personali anche se minimi. 
Mi è capitato di intervistare un altro atleta Samuel Faella che ha seguito il progetto “
Run to feel better, dal divano alla maratona di New York!”, riuscendo a correrere non solo la maratona di New York ma anche il Tor Des Geants
 
La gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle? Maratona di Parma 2017. Più che emozioni belle direi emozioni forti... purtroppo in quella gara è mancata una persona che, anche se non la conoscevo, ancora adesso dopo 5 anni sento come un fratello, e la sua squadra, i suoi amici, la sua famiglia, è diventata in qualche modo la mia famiglia (la descrivo come "la mia famiglia Polignanese"). 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività fisica? Che sono pazza! In senso buono! 
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Ne avrei centinaia da ricordare. Non saprei. Me ne capitano talmente tante che fare una scelta è veramente difficile. Forse quando durante la maratona di Padova ho raccattato uno che stava male e sono rimasta con lui una mezz'ora, questo mi ha guardata dicendo "ma non preoccuparti, ti faccio perdere tempo, ti sto rovinando la gara", e io gli ho risposto "ma mi hai guardata? Ti sembro una a cui frega qualcosa del tempo in gara? Ti sembro una da record?" 

Esemplare Paola, stupisce gli atleti per il suo modo di essere non performante ma semplicemente sportiva, senza pretese e senza fretta. 
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo l'attività fisica? Non seguo un'alimentazione specifica. Sono stata seguita per un po' da un nutrizionista, ma io mi stufo presto dei regimi alimentari. Se mi mettono a dieta per una settimana, al terzo giorno vado in pizzeria. E se mi dicono di mangiare sano prima dell'attività fisica io entro in un bar e mi compro un bombolone alla crema. 
Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? No, per il semplice fatto che se mangi bene non ne hai bisogno. E comunque mi scorderei di prenderli dopo due giorni.  
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?
Sinceramente non saprei. Non sono brava a fare le prediche, sono la prima a odiarle. Il mio doping è la Nutella, è buona e costa pure meno delle pasticche. Personalmente la preferisco anche ai gel e alle barrette pre-gara, mi dà energia per 30 km e mi mette anche di buonumore. 

La pratica dello sport prevede un enorme dispendio di energie che servono per affrontare la fatica degli allenamenti e gare ed è importante seguire diete alimentari adatte, comunque se non si è professionisti si fa quel che si può senza stress. Per i professionisti sarebbe meglio non prenderla troppo sul serio, rischierebbero di ammazzarsi con il doping, per esempio. Ogni tanto si può sforare con qualche golosità. Paola ha pubblicato anche un libro sulla cucina: Magnari veci e desmentegai 
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport? Che non mollo mai! Cioè, mollo al momento in cui mi trovo in difficoltà, ma 5 minuti dopo sono lì a riprovarci. Una volta non l'avrei fatto. 
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere nello sport? La tenacia, sicuramente. Arrivo sempre ultima in gara ma la volta dopo mi ripresento sotto il gonfiabile, pronta ad arrivare di nuovo ultima, ma ad arrivare comunque! 
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?
Mollo ogni due per tre, specialmente quando vedo che non ottengo i risultati sperati. Mentre tutti riescono a correre per 10 km in un'ora dopo un mese di allenamenti, io dopo 7 anni ci metto ancora un'ora e 40 ed è demoralizzante. Poi penso che da bambina ero destinata a diventare un vegetale per colpa della dermatomiosite e riparto più combattiva di prima. 

In effetti, si può mollare un po’, nel senso che nella crisi e nella difficoltà si può rallentare, ci si può fermare un po’ ma ci si può subito riorganizzare per ripartire. Paola sembra essere una che davvero non molla, non si preoccupa se arriva ultima, non teme giudizi, ma ci vuole essere alle manifestazioni e si diverte a modo suo. 
Tra i libri scritti da Paola interessante il titolo Non si molla un metro 
Che significa per te partecipare a un evento sportivo? Divertimento! Incontrare gli amici, giocare, scherzare... Non sono competitiva, non lo sono mai stata, a me basta partecipare, divertirmi. 
Hai sperimentato l’esperienza del limite nello sport? Quello sempre. Ho tanti limiti, poche volte riesco a superarli. Ogni volta, durante le ultra-maratone, provo a superare il mio limite aggiungendo un chilometro. L'ultima volta ne ho aggiunti sette. 

Questo sembra essere un buon approccio, un po’ per volta, un passo alla volta, un chilometro per volta, notando e apprezzando minimi miglioramenti ma senza perdere di vista il benessere e il divertimento in allenamento e in gara. 
 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, pre-gara, gara, post-gara? Allenamento: ma chi me lo fa fare? Pre-gara: di solito sono tranquilla, per me una gara non è una gara, è una festa. Gara: come ho già detto, non sono competitiva, me ne frego di tempi e record, io sono lì per divertirmi. Post-gara: rido come una pazza. 
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara? Penso un po' a tutto: al lavoro, alle bollette da pagare, ai miei figli... canto, parlo da sola, faccio progetti... 

Per tanti a volte, non si esce volentieri per allenarsi ma una volta usciti si apprezza quell’allenamento e comunque senza quegli allenamenti non si potrebbero far bene certe gare e quindi per tutto c’è un prezzo da pagare, per star bene dopo. 
La tua gara più estrema o più difficile? La marcia dell'angelo a Vittorio Veneto, un trail per famiglie che ho odiato con tutto il cuore. Di fatto, odio i trail… mi piace la montagna ma ho il terrore dei sentieri in discesa. 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Con la cocciutaggine. 
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?
A parte le solite menate che lo sport fa bene… è anche un modo per farsi dei buoni amici. 

Quindi ragazzi non fate sport solo perché fa bene ma anche per conoscere gente in carne e ossa e rimanere connessi con loro per rivedersi in allenamenti e gare. 
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nello sport? Senza offesa per gli esperti del settore, io personalmente non ho fiducia nella categoria. Ho avuto poco a che fare perché se devo sbagliare preferisco farlo da sola. E sono un tipo che se mi dai un consiglio faccio di proposito il contrario. Ciò non toglie che può essere utile, se non a me sicuramente a qualcun altro.  
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? Nulla. Rifarei esattamente le stesse cose, sennò non arriverei dove sono adesso. 

Sono importanti gli esercizi di consapevolezza per notare e osservare come si è ora, da dove si è partiti, come si era e dove si vuole arrivare, come si vuol essere. 
Sogni realizzati e da realizzare? Volevo finire una maratona e ne ho concluse una decina. Potrei dire di voler correre a New York ma se ci penso bene non lo ritengo indispensabile. 
Prossimi obiettivi?
Riuscire a chiudere una maratona nel tempo limite e senza schiattare. Il mio record è di 7 ore e 44 minuti, anche 15 minuti in meno mi basterebbero. 

Ringrazio Paola per la sua testimonianza davvero interessante e utile per tante persone che potrebbero iniziare a fare comunque un po’ di sport con qualsiasi modalità, mettendosi in gioco, provando senza pretese e notando minimi miglioramenti per star bene e in felice compagnia. 

Matteo SIMONE 

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