domenica 8 maggio 2022

Claude Birrer finisher alla UltraMilano-Sanremo 281,700 km in 50h10’

 Mi trovo perfettamente a mio agio in questo pazzo mondo fatto di matti come me 
Matteo SIMONE 
 

Il 22 aprile alle ore 10.00, dalle acque dei Navigli di Milano, sono partiti gli atleti iscritti all’8^ edizione dell’UMS22 (Ultramaratona Milano Sanremo 281 km) organizzata dall’ASD Impossible Target (Race Director Simone Leo). 

Il primo a toccare il mare di San Remo e quindi a vincere la gara è stato Antonio di Manno in 34h49’, precedendo Rolando Espina 38h27’ e Francesca Ferraro 39h38’. 
Nel tempo massimo delle 52 ore previste sono arrivati solamente 22 atleti, di seguito gli altri arrivati in tempo utile: Patrich Tognoni 46h10’, Daniele Drago 46h46’, Massimo Scrofani 47h24’, Valentino Cortese 47h24’, Antonio Tallarita 47h25’Francesco Sgarlatta 47h36’, Roberto Dagati, Alessandro Soma, Giovanni Rosato, Claude Birrer 50h10’, Michele Belnome, Luca Aiudi, Fulvio Moneghini, Roberto Casoni, Paolo Giovanni Fortese, Alessio Tomassini, Jean-Louis Valderrama (Crocs-Man), Paolo De Bernardi. 
Di seguito, approfondiamo la conoscenza dello svizzero Claude Birrer attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Congratulazioni per questo traguardo, da quanto tempo ci lavori?
Ci lavoro da circa 2 anni, mi ero iscritto all'edizione 2020 ma poi è arrivato il covid ed è slittata, poi nel 2021 non ho potuto partecipare perché avevo dei problemi a un ginocchio e quindi sono riuscito a correrla solo in questa edizione. 

Tanta preparazione e attesa dietro una durissima e faticosa ultramaratona, ma poi quando si arriva al traguardo tanta soddisfazione e contentezza per quello che si è riuscito a fare, nonostante tutto. 
A chi lo dedichi? La dovrei dedicare un po' a tutti quelli che mi hanno dato una mano a prepararmi, che sono stati tanti.. anche a chi, di riflesso, ha un po' subito la mia preparazione... dovrei dedicarla a tutti loro ma poi alla fine la dedico a me stesso. Me la sono guadagnata. 

In effetti, gli atleti di ultramaratona sognano in
grande, decidono di partecipare a gare durissime e faticose definite estreme, dove è difficile portarle a termine, dove è necessaria una grandissima preparazione e non bisogna mollare né in allenamento e nemmeno in gara nonostante le condizioni atmosferiche, il sonno, la stanchezza e quindi è una gara che significa tanto per l’atleta, un riconoscimento per se stessi.
 
Qual è stato il prezzo da pagare in termini di impegni? L'impegno è notevole, specialmente gli ultimi mesi vicino alla gara, moltissimi km in allenamento, la dieta, la fisioterapia.. non è facile combinare il tutto con gli impegni di lavoro e della famiglia. In quei momenti bisogna mettere in conto di fare delle rinunce. 

La pratica della disciplina sportiva dell’ultramaratona richiede un grande impegno dovuto alle tante ore da dedicare ad allenamenti lunghi e gare lunghissime, a prendersi cura di se stessi con massaggi e fisioterapia, a trovare un equilibrio tra tempo da dedicare a se stessi e allo sport e tempo da dedicare a lavoro e famiglia. 
E
̀ andato tutto come previsto? Non è andato come previsto, ci sono stati alcuni problemi durante la gara, soprattutto per il tempo brutto che abbiamo trovato la notte tra sabato e domenica. mi ha fatto perdere molto tempo. 

Gare di ultramaratona della durata di più di un giorno prevedono degli imprevisti e bisogna essere pronti a tutto, a volte anche essere costretti ad abbandonare la gara, so che è successo quella notte facendo parte della Crew di Alessio Tomassini che ha vissuto anche lui momenti difficilissimi di freddo, pioggia, stanchezza, sono, quasi al punto di fermarsi e ritirarsi, ma poi si è convinto, l’abbiamo spinto a continuare. 
I momenti più̀ piacevoli prima, durante e dopo la gara? Momenti piacevoli sono innumerevoli, dalla notte in hotel vicino alla partenza, fino a Sanremo. È stato un viaggio pieno di momenti divertenti e piacevoli, ma l'arrivo alla spiaggia forse sarà quello che mi rimarrà per sempre impresso nella memoria. 

Gare di ultramaratona sono lunghissimi viaggi di fatica e di aneddoti, dio scoperte, incontri, confronti,
esperienze, sensazioni ed emozioni ma l’arrivo è sempre immemorabili, soprattutto dopo tanta avversità atmosferica che rischiava di mettere in dubbio la prosecuzione della gara.
 
Pensieri, dubbi, crisi, preoccupazioni in gara? Pensieri e dubbi mi hanno accompagnato per un pezzo di strada dal 100 al 120 circa, la prima sera mi è presa una forte malinconia. non avevo mangiato praticamente tutto il giorno e quindi ero proprio scarico. a quel punto anche la testa stava prendendo una brutta deriva. arrivato poi al check point di Ovada al 120 km ho mangiato e mi sono ripreso molto bene. da li ho ripreso con energia la corsa e ho fatto bene la tappa del passo del Turchino. 

In gare di ultramaratone durissime e faticosissime della durata di più di un giorno, bisogna sapersi gestire, integrarsi, conoscersi bene, capire quanto si può spingere e quanto bisogna fermarsi per recuperare, mangiare, bere. 
Cosa ti spinge a correre le ultramaratone?
Cosa mi spinge non lo so di preciso ma penso sia dovuto al fatto che ho trovato un po' la mia dimensione della corsa in questo mondo. Mi trovo perfettamente a mio agio in questo pazzo mondo fatto di matti come me. 

Questa è un’onesta e bella dichiarazione, gli ultramaratoneti sono considerati matti, strani, bizzarri, ma ne sono consapevoli, felici e resilienti. 
Dove vuoi arrivare? Cosa vuoi dimostrare? Penso che devo solo dimostrare a me stesso che se mi prefiggo un obbiettivo lo posso raggiungere, qualsiasi esso sia. Questo poi si riflette anche nel quotidiano, nel lavoro, lo studio. 

Concordo in questo che dice Claude, tutto ciò che si apprende nello sport di endurance, si trasferisce nella vita quotidiana, si riescono a fare progetti e portarli a complimenti e si ha fiducia a riuscire anche in altri contesti della vita quotidiana, lavorativa, familiare, relazionale. 
Quali sono i tuoi ingredienti per il benessere e la performance?
Il mio ingrediente è correre non esageratamente troppo, e non cuocere i cibi, molto semplice. 
Con l'esperienza hai cambiato il modo in cui ti alleni e/o gestisci la gara? Con l'esperienza fatta ho proprio stravolto il modo di allenarmi e anche lo stile di vita. 
Come ti vedi tra 10 anni? Tra 10 anni non penso sia cambiato molto della mia vita. Ci saranno sicuramente molte altre medaglie appese. 
Cosa diresti a te stesso di 10 anni fa? 10 anni fa fumavo, non correvo ed ero sovrappeso. 10 anni fa ho detto a me stesso che dovevo cambiare, questo è il risultato. 

Questo è molto utile e interessante, si può cambiare partendo dalla consapevolezza di se stesso, di come si è e come si vuol diventare, mettendosi in moto, mobilitando energie e passando all’azione, complimenti Claude. 
Ti ispiri ad altri ultrarunner? Ogni ultrarunner ha un approccio alla corsa e alla vita completamente diverso da ogni altro. È un mondo ricco di colore, ognuno in qualche momento può essere di ispirazione o di insegnamento, anche per delle piccole cose. Non esiste una scienza precisa nella preparazione di queste corse quindi ogni dettaglio può essere importante e utile. Bisogna essere umili e sempre pronti a imparare. 

Bellissime parole che dimostrano che si può fare tutto con semplicità e impegno, senza essere per forza campioni ma solamente determinati e volenterosi.
 
Un messaggio per avvicinare le persone allo sport? Il messaggio che mando è solo questo, guardate dentro voi stessi, li potrete trovare la voglia e la forza per fare delle cose che vi sembrano impensabili! 

In effetti dovremmo introdurre nella nostra vita più introspezione e meditazione, per conoscerci meglio, per capire chi siamo e come siamo, per capire di cosa abbiamo bisogno e trovare dentro di noi le risorse per star meglio, per cambiare. 
Cosa lasci a Milano e San Remo e cosa porti a casa? Lascio dietro di me tanti dubbi, mi porto a casa un viaggio ineguagliabile. 
Come hai scelto la tua crew e come si sono comportati? Ho scelto la mia crew un po' all'ultimo, all'inizio ero tentato di farla senza, poi Simone Leo che mi ha preparato in questi anni, mi ha dato un ultimatum: "O crew o non parti!" Allora mi sono affidato a due veterani, Michele Zocco, che ha già corso 2 volte l'UMS e Pier Minuti che ha fatto già Crew proprio per Michele. Ovviamente una crew di quel calibro è stata perfetta. 
Hai pensato di mollare? Mollare non è un'opzione. Mai. 
A casa come ti hanno accolto? Mi hanno accolto tutti con un po' di meraviglia, forse nessuno immaginava un risultato del genere. 

Foto di Paola Falcier
In effetti, gli ultramaratoneti che portano a termine la UMS,
soprattutto in condizioni climatiche tanto avverse, sono considerati alieni.
 
Quando tornerai a correre? Ho corso dopo 2 giorni il primo scarico, il weekend 15/16 maggio corro la 24 ore Cinisello Running Festival! 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it

Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR

http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo

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