mercoledì 4 maggio 2022

Massimiliano Calcinoni 3° posto alla Tuscany Crossing TC100M, 161km trail

 Attorno ai 35 anni ho iniziato a correre, da lì alle ultra è stato un passo 
Matteo SIMONE 
 

Il 22 aprile 2022 si è svolta la Tuscany Crossing, 161km trail, vinta da Alexander Rabensteiner in 19h0429”, precedendo Fernando Alvarez Alfageme 19h4054” e Massimiliano Calcinoni 20h0255”. 

La gara femminile è stata vinta da Caterina Corti in 24h0308”, precedendo Tatiana Maccherini 24h58’ e Patrizia Sini 27h0850”. 
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Massimiliano (Alpago Tornado Run), attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Ho iniziato con il ciclismo alle superiori emulando i miei cugini, poi mi sono dato alle camminate in montagna e attorno ai 35 anni ho iniziato a correre. Da alle ultra è stato un passo. 
Quando ti sei sentito campione nello sport?
Quando ricevo complimenti sinceri da gente che non è nel mondo sportivo e quindi non condivide la stessa passione. 
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? Quando posso praticarlo in modo sereno, quindi sicuramente la mia famiglia. 

La pratica di una disciplina sportiva richiede tempo, spazi e luoghi per praticarlo e tutto ciò dandosi priorità e scegliendosi periodi della giornata e/o settimana per praticarlo serenamente, non trascurando del tutto gli aspetti fondamentali della propria vita quali la famiglia, il lavoro, lo studio, le amicizie. 
Quale tua esperienza passata ti rende più sicuro di potercela fare? Tutte le esperienze fatte nelle gare lunghe, ma soprattutto i miei giri lunghi fatti quando ancora non correvo. 

Gare di
ultramaratona, lunghe e faticose, dove ci vuole passione, fiducia e resilienza nell’andare avanti fino al termine aiutano a scoprire se stessi, ad apprendere dall’esperienza, ad aver fiducia nel riuscire le prossime volte.
 
Cosa pensano familiari, amici, colleghi della tua attività sportiva? All’inizio non capivano (e come non capirli), adesso sono i primi tifosi. 
Un episodio curioso, divertente, triste, bizzarro della tua attività sportiva? Curioso, le visioni che hai dalla seconda notte di gara in poi. Divertente, incontrare persone che non ti aspetti durante la gara. Triste, la persona morta fulminata nella gara poco dopo che sono arrivato. 
Nella pratica del tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? Difficoltà legate all’ambiente, cadute, eventi metereologici, stanchezza. 

I propri cari di un atleta di endurance, in genere, retano un po’
sorpresi per una passione che richiede tanto tempo da dedicare e tantissima fatica nel praticarla in condizioni anche avverse, ma poi capiscono la passione, la sfida, la ricerca di se stessi che fa continuare a praticare questa disciplina sportiva avvicinandosi anche al limite al punto che talvolta si hanno allucinazioni e miraggi.
 
Quali capacità, risorse, caratteristiche possiedi nel tuo sport? Direi resistenza e passione. 
Per quali aspetti e fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Lo sport amatoriale dev’essere divertimento, quindi non dev’esserci la necessità dello psicologo. Diversamente per l’agonista dove può aiutare nella gestione dello stress, delle aspettative, e delle sconfitte. 
L'evento sportivo dove hai sperimentato le emozioni più belle? Sicuramente il Tor Des Geants, ma anche tutte le gare sopra le 2 notti 😂. 

Tra l’8 e il 14 settembre de 2019 Massimiliano ha partecipato alla grande sfida della 10^ edizione del Tor des Géants - 330 km Endurance Trail della Valle d'Aosta impiegando 4 giorni 6 ore 45 minuti e 16 secondi, davvero una grande impresa portata a termine. 
La tua situazione sportiva più difficile?
L’anno scorso sempre al Tor, quando al 290km ho avuto problemi e ho richiesto assistenza al medico che poi non mi ha più lasciato partire… è stata dura. 
Come hai affrontato, gestito, superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Bella domanda, dandomi il tempo necessario per metabolizzare, e facendo altri sport. 

Purtroppo non sempre le cose vanno come desideriamo ed è importante sapersi tutelare e accettare di fermarsi e riprovare una prossima volta in sicurezza. 
Cosa hai scoperto di te stesso e degli altri nella pratica dello sport? Che sono un “animale” e ho bisogno della natura. E la maggior parte della gente non si rende conto di questo con tutte le conseguenze del caso. 

A volte si scoprono bisogni ed esigenze particolari per le quali mobilitare energie per soddisfarli sperimentando benessere e soddisfazione se questo non può accadere si può star male al punto di sperimentare una mancanza vitale, come stare senza ossigeno.
 
Prossimi obiettivi? Sogni da realizzare? Rifare il Tor, fare il Passatore e l’UTMB, poi proprio un sogno fare qualche 100 miglia in America. Anche fare una maratona sotto le 3 ore ma li è proprio una questione di incompatibilità degli allenamenti rispetto alle gare che faccio. 

A Massimiliano sembra non disdegnare le gare su strade, ha voglia di mettersi in gioco in diversi obiettivi e credo che il meglio per lui debba ancora arrivare. 
Quale domanda avrei dovuto farti? Perché fai sport? Perché mi fa sentire vivo, ascoltare il mio corpo sotto sforzo interagire con l'ambiente circostante mi fa sentire bene.
Come vivi il
pre-gara, la gara e il post-gara?
Nel ciclismo la vivevo male per la paura di farmi male cadendo, nella corsa la vivo molto meglio e la notte prima dormo normalmente. La mia difficoltà è gestire bene la prima ora, mezz’ora di gara, fatto bene quello non mi ferma più nessuno. 

E’ importante, con l’esperienza, conoscersi bene e sapersi gestire in allenamento e in gara. 
Quali sono gli ingredienti del successo? Passione, impegno, un po’ di predisposizione e un pizzico di fortuna. 
Cosa diresti a te stesso quando eri più giovane? Inizia prima a correre. 
A quale personaggio ti ispiri? Marco Olmo, Federica Boifava. 

380-4337230 - 21163@tiscali.it 

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