Matteo SIMONE
Più si allunga la distanza nello sport e più reggono le donne, mostrano essere un po’ più resistenti con il fisico, il cuore e la testa rispetto agli uomini.
A volte
in gare di distanze lunghe è la donna che arriva prima di tutti, anche prima
degli uomini.
La
scora domenica 12 marzo alle ore 12.00, a Cesano Boscone è terminata la gara di
corsa della durata di 24 ore, disputata dagli ultramaratoneti che si sono
contesi il titolo italiano su questa specialità e anche per ambire ad indossare
la maglia azzurra ai prossimi campionati mondiali a Belfast.
La
più forte e resiliente delle donne, si è confermata Lorena Brusamento che è
preceduta in classifica generale solo da tre uomini mentre vince il titolo
italiano femminile totalizzando 210 km, facendo meglio della giovanissima ma promettente
Francesca Innocenti che totalizza 202 km, al terzo posto si classifica Sonia
Lutterotti, categoria F55, che totalizza 195 km arrivando con il suo compagno
ultrarunner Roldano Marzorati.
Non riesce a salire sul podio Sara Lavarini con
188km. Herger Ursula vince la categoria F60 totalizzando 166km.
E’
interessante il mondo bizzarro e fantastico degli ultrarunner, riporto di
seguito di seguito le risposte della campionessa Italiana Lorena
Brusamento, ad alcune domande.
Hai
vinto facile? Le
tue domande non sono così semplici e veloci! Vincere una gara non è mai facile,
né semplice e gare come queste che impegnano molto sia il fisico che la mente
sono ancora più da temere. Non è stato facile, non era il mio obiettivo
iniziale ad essere sincera.”
E’
vero, la gara è lunghissima e può accadere di tutto, puoi condurre la gare per
20 ore e poi le ultime si possono avere sensazioni negative, lievi sofferenze,
pensieri che remano contro, diventa importante focalizzarsi sull’obiettivo,
tenere lontano i problemi della vita quotidiana e meditare.
Com'è
andata?
“Sono arrivata alla gara dopo un periodo impegnativo e non mi sentivo
fisicamente in buone condizioni, ho cercato di fare tutto con molta
concentrazione, ascoltando i segnali che il corpo mi mandava, assecondando i
bisogni e soprattutto ho cercato di concentrare i pensieri su cose positive.”
Oramai
Lorena sembra essere espertissima in questo tipo di competizioni lunghe che ti
portano via tante energie mentali, ma quando arrivi al traguardo, nelle ore e
nei giorni successivi tutto torna per arricchirti di emozioni e ricchezza di
esperienza, e anche incremento di autoefficacia e resilienza.
Soddisfatta,
hai sofferto? Ti aspettavi di vincere il titolo? “Sono molto soddisfatta per come ho
gestito le 24 ore, la gara e me stessa in quel contesto/momento non buono. Non
avevo come obiettivo vincere il titolo, ma testare una condotta di gare in modo
diverso dalle precedenti per migliorare il momento crisi notturno che
facilmente arriva.”
La
gara diventa un banco di prova, un test dopo un periodo di allenamento,
un’occasione per conoscersi meglio, per incontrare, affrontare e gestire le
eventuali crisi.
Hai
avuto momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la gara? “Sapevo di non essere nella migliore
condizione perciò ho cercato di "prevenire" momenti critici o
difficili, curando appunto l'alimentazione e cercando di cambiare ritmo di
corsa quando sentivo crescere la "voglia" di rallentare (in questo mi
ha aiutato molto seguire per alcuni momenti qualche altro atleta con passo più
brillante).”
Correre
per 24 ore richiede molta cura nei confronti di se stessi, lo sforzo è enorme e
prolungato nel tempo, si ha bisogno di una idonea integrazione alimentare e un’attenzione
e osservazione verso se stessi e verso gli altri per comprendere come ci si
sente, come far meglio momento per momento.
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti
è mancato qualcosa che non avevi considerato? “Avevo tutto ciò che poteva servirmi e,
anche se avessi avuto necessità di qualcosa di diverso, sapevo di poter contare
su una organizzazione gara praticamente perfetta.”
In
gare impegnative di 24 ore dove si va incontro al buio, alla notte, al freddo
c’è bisogno di una organizzazione orientata al benessere degli atleti, che
devono sentirsi accolti, protetti, coccolati e tanti atleti hanno apprezzato il
trattamento privilegiato ricevuto a Cesano Boscone.
Pensieri,
sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara? “Prima della gara ero nervosa e forse
anche un po’ agitata proprio perché ero consapevole di non essere in condizione
buona.
Ho cercato di pensare a ciò che mi fa stare bene, ho rivolto la mia
attenzione a qualcosa e qualcuno esterno alla corsa, ho capito che il pensare
positivo e 'bello' avrebbe influenzato positivamente il corpo. Ha
funzionato e piano piano mentre le ore notturne passavano lente, ho iniziato a
sentirmi meglio e l'emozione per una vittoria ed un titolo che erano lì a
portata di mano mi hanno poi portata ad andare avanti con maggiore sicurezza e determinazione.”
A
volte non ci si sente in piena forma e diventa importante andare a cercare
buone sensazioni sperimentate per esempio in passato, per poter tenere
l’autoefficacia a un buon livello per andare avanti e cercare comunque di dare
il meglio.
Hai
scoperto ancora qualcosa di nuovo in te stessa, negli altri atleti? “Si, ho scoperto anzi ho avuto conferma
di quanto siano importanti la testa e la determinazione più ancora della
condizione fisica.”
Come
vedi le atlete più giovani e le più grandi di te? Ci sono atlete promettenti,
nuove leve?
“Da tutte ho sempre qualcosa da imparare, più o meno giovani di me! Ci sono
sicuramente ottime atlete in crescita.”
Organizzata
bene la gara, pacco gara, percorso, ristori, premiazioni? “Gara perfetta, curata in ogni dettaglio,
dal pacco gara al percorso, al ristoro nel quale cambiava la proposta cibo in
funzione dell'ora del giorno e delle ore di corsa trascorse. Una delle cose più
belle è stato il tifo che facevano i volontari ad ogni nostro passaggio chiamandoci
per nome lungo tutte le ore di gara.
Tifo,
sostegno, famiglia, amici, com'era? “In alcuni momenti c'erano parecchie
persone a incitare, tifare e guardarci ammirati. In altri momenti, ovviamente,
c'erano pochissime persone. Per quanto mi riguarda ho avuto tifo praticamente per
tutto il tempo: la mia amica Elena in primis e poi a turno molte delle persone
che alleno. Emozionante.”
Il
tifo, soprattutto quello delle persone care, diventa un carburante mentale per
andare avanti, per attingere proprie energie dai luoghi più nascosti del nostro
corpo.
Cambia
qualcosa dopo questo titolo? Sponsor, convocazioni? “Non cambia nulla, purtroppo questa
specialità non è molto considerata e dunque poco interessante per un possibile
sponsor.”
Prossime
gare, obiettivi a breve, medio, lungo termine? Sogni da realizzare? “Un passo alla volta, per ora mi godo
questo risultato!”
Interviste a Lorena sono riportate nei libri:
"Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti” di Matteo Simone.
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: 2018.
“Cosa spinge le persone a fare sport?”, Edito da Aracne Editrice.
Inoltre, Lorena è menzionata nel libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni Psiconline.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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