Psicologo,
Psicoterapeuta
Tanti
i motivi per iniziare a fare sport, se poi lo sport ti cattura, allora è
difficile resistere, diventa un pensiero quotidiano. A volte nasce la sfida, la
voglia di arrivare dove nessuno è arrivato, sono tante le persone che
sperimentano la voglia di superare i propri limiti, di scoprire quanto valgono.
Tanti
i motivi per iniziare a correre, lo spiega anche Mark Rowlands, Correre con il branco: “Ognuno corre per motivi diversi:
alcuni lo fanno perché ci provano gusto, altri per sentirsi bene, in forma,
felici e persino vivi. Altri ancora corrono per stare in compagnia o per
alleviare lo stress della vita quotidiana. Ci sono persone a cui piace saggiare
la propria resistenza, i propri limiti.”
Si
inizia a praticare sport per scelta, per caso, perché è necessaria una
riabilitazione, invogliati dai genitori o dagli istruttori di educazione
fisica, si inizia con una motivazione intrinseca (perché si prova piacere a
praticare un’attività sportiva), ludica (per il gusto di giocare e di
divertirsi).
Bisogna,
però, essere sempre consapevoli delle proprie sensazioni, dei propri bisogni,
delle proprie esigenze, è indispensabile monitorare le proprie motivazioni,
calibrare i propri obiettivi e decidere volta per volta che cosa è meglio per
se stessi, credendo sempre in quello che si fa.
Quello
che raccontano tante persone è che lo sport rende felici, ti libera la mente da
tensioni e problemi accumulati durante la giornata o nel corso di altre
attività quotidiane meno piacevoli.
Praticare
sport significa occuparsi del proprio benessere e della propria salute, sia dal
punto di vista fisico che mentale. Una persona decide di allenarsi con costanza
quando raggiunge la consapevolezza di stare meglio, quando si rende conto che
sta facendo qualcosa per se stessa. L’inizio può essere faticoso dal punto di
vista fisico e organizzativo, considerando gli impegni della vita quotidiana e
le spese (abbigliamento, quote associative, trasferte o altro) che comporta, ma
una volta che si è deciso e si è passati all’azione tutto diventa più facile:
la pratica continuativa nel tempo dell’attività sportiva, determina la
sperimentazione di sensazioni di benessere fisico, mentale, emotivo e
relazionale a cui difficilmente si vuole rinunciare.
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Per
i bambini è importante capire che lo sport è essenzialmente un’attività
divertente, per questo l’allenatore, che si occupa in primis di persone e poi
anche del loro rendimento sportivo, come singoli e come squadra, è deputato
all’educazione di un corretto stile di vita che è quello sportivo.
Quello
che emerge è che insieme è molto meglio, lo dico spesso “together is much
better”, questo vale anche per coloro che hanno bisogno di un accompagnatore
come atleti con disabilità visiva.
Tanti
atleti voglio osare sempre di più, è quello che emerge da risposte di tanti
ultrarunner alla domanda “Cosa significa per te essere Ultramaratoneta?”
Si
accettano sfide sempre più impegnative, ecco cosa racconta un atleta: “Accettare una nuova sfida
della lunga distanza, una scommessa con te stesso che nonostante tutto quello
che succede intorno a te nel mondo reale di tutti i giorni e nella vita sei
pronto a reagire e metterti in discussione a nuove emozioni e
sensazioni che ti accompagnano lungo le strade di una gara.”
Gli atleti vogliono osare, sperimentare
fatica ma anche vogliono riuscire nei loro obiettivo e ciò li permette di
sperimentare sempre più autoefficacia personale, di seguito la risposta di un
atleta: “Un motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità
da ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie
energie fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata
della prestazione sportiva; una capacità di saper ‘soffrire’, tener duro e saper
resistere ad uno sforzo prolungato.”
A volte dove se il fisico non è pronto per certe
imprese ritenute difficili interviene in aiuto la mente che ti permette di
andare avanti con creatività attingendo da tante risorse nascoste, di seguito
il pensiero di un atleta: “Significa misurarmi con i miei limiti soprattutto
mentali. Non ho una corporatura da maratoneta; sono alto 1,94 mt e peso intorno
ai 95 kg e negli anni passati già la maratona per me era una misura limite. Poi
ho scoperto le ultra e ciascuna di esse è stato un percorso dentro me fatto di
sfida, difficoltà, solitudine, contatto con la natura, rispetto, voglia di
mettermi alla prova. Quando parto so che vivrò un’esperienza irripetibile e
unica.”
Per alcuni
lo sport ti permette di sognare e di attivarti per cercare di trasformare i sogni
in realtà, di seguito la testimonianza di un atleta: “Vuol dire non
accontentarsi, aver voglia di mettersi alla prova, soffrire e cercare di
raggiungere altri obiettivi senza smettere di sognare.”
Lo
sport di endurance permette alla persona di costruirsi e di fortificarsi nel
fisico e nella mente, di seguito la risposta di un atleta: “Avere appunto una
filosofia differente dal semplice runner, cercare sempre di spingersi ad
affrontare sfide diverse e sempre più dure, ma non per dimostrare qualcosa a
qualcuno, al contrario, l’ultramaratoneta a mio parere cerca di sorprendere e
migliorare se stesso per fortificare mente e corpo.”
Interviste,
racconti e testimonianze da parte di atleti di sport di endurance mi hanno
permesso di scrivere il libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare
estreme", Prospettiva Editrice, Civitavecchia, Collana: Sport &
Benessere, anno edizione: 2016, pagine: 298 p., Brossura.
3° nella classifica Bestseller di IBS Libri -
Sport - Atletica e sport da campo e da pista - Maratona e corsa campestre EAN:
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Matteo
SIMONE
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