Matteo SIMONE
Il medico Ligure Fausto Parigi, all’età di 53 anni vince il titolo Italiano della 24 ore di corsa a piedi, totalizzando il maggior numero di chilometri rispetto agli altri avversari e partecipanti e precisamente ha percorso 230 km durante le 24 ore a disposizione, al secondo posto si è classificato Tiziano Marchesi con 224km e terzo Michele Notarangelo con 216 km e quindi 14km in meno del vincitore.
Rimangono giù dal podio i giovani Matteo Colombo e Marcello
Spreafico.
Complimentissimi
a Fausto Parigi che si conferma uno specialista della 24 ore di corsa a piedi. Gli
ho posto alcune domande per conoscerlo meglio e riporto di seguito le sue
risposte.
Ciao Fausto, hai vinto facile? Com'è andata? Ti aspettavi di vincere il
titolo? “Cercherò di rispondere alle tue domande in maniera franca.
Nessuna vittoria è facile, grande rispetto per tutti ma nessuno regala nulla.
Non mi aspettavo di vincere in quanto vi erano atleti con potenzialità maggiori
delle mie.
Le motivazioni non mancavano, titolo italiano, possibile
convocazione in nazionale in un periodo di transizione per la 24h azzurra
maschile, il mostro sacro Ivan Cudin che sembra aver concluso la sua avventura
azzurra, Marco Bonfiglio che non ha nessuna intenzione di iniziarla, escludendo
alcuni atleti sicuri della convocazione Rovera e Leonelli, tutti gli altri
c'erano.
Sono partito con l'imperativo di non guardare gli altri, ho valutato
le mie precedenti esperienze e ho dedotto che nella seconda parte di gara ho
sempre avuto un vistoso calo. Sono partito con l'idea di fare 230km, 124 nella
prima metà e 106 nella seconda, con i seguenti step intermedi 4h maratona. 9,30
100km. 12h 124km. Al giro di boa mi sono ritrovato con 121km in seconda
posizione praticamente attaccato al terzo, però stavo bene! Allora ho cambiato
il mio obbiettivo che è diventato migliorare il personale ovvero fare 228km. Le
ore passavano e le condizioni fisiche e la lucidità non mi hanno mai abbandonato,
nel frattempo il primo arretrato di due posizioni nel giro di un paio d'ore ed
il secondo stava gradualmente aumentando il proprio distacco da me. Nelle
ultime ore, con l'arrivo del giorno, mi sono reso conto che con 4-5 km di
vantaggio solo un infortunio avrebbe potuto negarmi la vittoria.”
24
ore di corsa è una gara lunghissima, è importante conoscersi bene, fare tanta
esperienza, sapere quanto si vale, spacchettare la gara in tante gare più
piccole, saper gestire il momento presente, l’ora, l’alba, il tramonto, il
giorno e la notte. Diventa una gara lunga ma fattibile, difficile ma gestibile.
Tanta attenzione e osservazione verso se stessi ma anche ai propri avversari o
compagni.
Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che non avevi considerato? “Il clima è stato ottimo soleggiato ma non caldo di giorno e non eccessivamente freddo la notte.”
Sogni da realizzare? “Fino a ieri ti avrei risposto che il mio grande obbiettivo era fare record italiano sulla 6 giorni, oggi ti dico correre il più avanti possibile negli anni.”
Soddisfatto, hai sofferto? “Soddisfatto in maniera completa, al di
là della fortuna favorevole, la condotta di gara è stata estremamente soddisfacente,
grazie ad una buona integrazione sono riuscito ad essere sempre lucido ed in
pratica non ho mai avuto veri momenti di crisi.”
Hai avuto momenti critici, problemi, esigenze particolari durante la
gara?
“Non avendo nessuno al seguito, soprattutto nelle prime 20 ore, mi sono
principalmente rifornito presso il ristoro dell'organizzazione, comunque non mi
sentirei di affermare di non avere avuto assistenza, Luca Sala, che seguiva i
giovani, si è reso sempre disponibile e così pure le compagne dei due liguri, Tarascio
e Dagati, poi Fabrizio Samuele, con cui ho corso i primi 120km della Milano
Sanremo lo scorso anno, nelle ultime ore mi è stato costantemente vicino."Avevi abbigliamento e integrazione idonei, ti è mancato qualcosa che non avevi considerato? “Il clima è stato ottimo soleggiato ma non caldo di giorno e non eccessivamente freddo la notte.”
Pensieri, sensazioni, emozioni, prima, durante, dopo la gara? “Una 24h preparata, pensata, vissuta
come una opportunità, forse l'ultima per guadagnare un posto in nazionale. Come
il vecchio leone, che troppo lento per inseguire le gazzelle, rischia tutto
tendendo l'agguato al bufalo, usando tutta la sua esperienza e le restanti
forze per sferrare la zampata decisiva.”
Fausto
continuamente conferma di essere uno su cui si può puntare nonostante l’età,
uno che un chilometro dopo l’altro avanza e costruisce un buon risultato, anzi
sempre un ottimo risultato che può far comodo alla squadra Italia soprattutto
nei contesti internazionali.
Hai scoperto ancora qualcosa di nuovo in te stesso, negli altri atleti?
“Ogni ultra è un
viaggio dentro se stessi che fai in compagnia di tanti altri come te, per
questo non sei mai solo, il circuito ti offre l'incredibile opportunità di
poter interagire con tutti gli atleti, con un sorriso, un saluto, trovi
qualcuno con cui condividere la fatica di un giro, altri con cui scambiare due
parole, cerchi di capire le motivazioni degli altri, di chi vuole superare i
130km, di chi vuole dimostrare di potercela fare, di chi pur vomitando non si
arrende e tira avanti e capisci che non sei solo, che di pazzi ce ne sono
tanti.”
Come vedi gli atleti più giovani, si sono atleti promettenti, nuove
leve? “La
24h maschile vive oggi in Italia un momento di transizione, la IUTA sta
cercando di promuovere la specialità tra i giovani specie quelli che già
praticano ultratrail, un paio di loro che avevo incontrato a Montecarlo sotto
la guida del già citato Luca Sala, stanno crescendo velocemente e a Cesano
Boscone sono riusciti a superare i 200km, altri sicuramente talentuosi, all'
esordio hanno pagato l'inesperienza con una condotta di gara autolesionistica.
Il futuro è loro!”
Tutto
giusto quello che dice Fausto ed io aggiungerei che il futuro è dei giovani per
le prestazioni più performanti ma anche dei meno giovani che possono
trasmettere la propria esperienza e competenza ai più giovani e assieme
costruire una squadra forte, solida e resistente, anzi direi resiliente per
mostrarsi al mondo sicuri di fare bene e sereni come stanno facendo i vari
Enrico Vedilei, Vito Intini, Luca Sala e qualcun altro che non conosco.
Organizzata
bene la gara, pacco gara, percorso, ristori, premiazioni? “Una menzione
particolare all'organizzazione, tra le migliori, con un'attenzione particolare
per gli atleti, sempre disponibili e calorosi, complimenti davvero. Ottimo il
pacco gara e ben forniti i ristori, penso valida anche la logistica per chi la
notte volesse riposare, cosa che io non ho testato.”
In
queste gare c’è bisogno di tutto e di più, soprattutto gli atleti hanno bisogno
di essere protetti e coccolati per ogni eventuale loro esigenza.
Tifo, sostegno, famiglia, amici, com'era? “Per scelta famigliari al seguito non
ne avevo, ma incitazioni e tifo sono arrivate veramente da tutti, sempre e
comunque durante tutta la gara.”
La
gente apprezza gli sforzi enormi degli atleti, comprendono la loro fatica
prolungata, vuole essere presente per dare una parola di sollievo, di rinforzo,
io stesso avevo pensato di venire per respirare l’aria di festa, fatica e
condivisione di questo sport dove tutti gli atleti partecipano ad una sfida con
se stessi.
Cambia qualcosa dopo questo titolo? Sponsor, convocazioni? “Quando mi guardo allo specchio sono lo
stesso di prima, lavoro, famiglia, amici, nulla sembra cambiato, in fondo per
noi dilettanti vale la canzone “hero just for one day”
ma se guardo oltre l'immagine riflessa in quello specchio allora mi accorgo che
la prossima asticella è posizionata un poco più in alto, che trovato il
coraggio di affrontare il bufalo a questo punto l'elefante fa meno paura e
potrebbe essere la prossima folle impresa,
come l'Ulisse dantesco che nella ricerca della conoscenza, di se stesso
e dei propri limiti, si spinge sempre oltre. Sponsor non ne ho, non per scelta
ma per mancanza di occasioni, non ne ho mai cercato, loro non hanno mai cercato
me. Spero in una convocazione in nazionale, ma se non dovesse arrivare, me ne
farei una ragione.”
Prossime gare?
“Prossima gara se convocato 24h a Belfast, se non convocato 6 giorni al
Pantano.”Sogni da realizzare? “Fino a ieri ti avrei risposto che il mio grande obbiettivo era fare record italiano sulla 6 giorni, oggi ti dico correre il più avanti possibile negli anni.”
Interviste a Fausto sono riportate nei libri:
“Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
“Il piacere di correre oltre (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport)” di Matteo Simone.
Editore: Prospettiva Editrice. Collana: Sport & Benessere.
Data di Pubblicazione: novembre 2022.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
21163@tiscali.it +393804337230
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