Matteo Simone
Nel
libro Il segreto della resistenza psichica. Che cosa ci
rende forti contro le piccole e grandi crisi della vita, Christina
Berndt spiega come le persone si affidano a se stesse nel poter uscire da situazioni
difficili contando sulle proprie risorse e sulla propria autoefficacia, di
seguito le sue parole: “Le persone resilienti non sanno necessariamente come
superare una certa situazione, ma dispongono di una molteplicità di modi di
comportamento cognitivi, emotivi e sociali, per potersi adattare e rimanere
funzionali; hanno visto che sono sempre usciti in qualche modo dalle
difficoltà.”
E’
quello che sperimentano molti atleti che si dedicano allo sport di endurance,
dove il loro fisico e la loro mente è sottoposta a stress enormi per durata
dello sforzo fisico e mentale e ogni volta che si trovano ad affrontare
situazioni difficili o crisi devono trovare un modo per andare avanti, per
superare l’ostacolo lungo il loro lungo percorso, man mano che superano gli
ostacoli diventano sempre più forti e resilienti nello sport ma anche nella vita
quotidiana, tutto diventa possibile, gestibile e superabile.
Ancora
scrive Christina Berndt, sull’ottenere vittorie nella vita: “La convinzione, la
fiducia può spostare montagne di problemi. E’ anche una questione di interpretazione:
per chi è convinto di poter eliminare le difficoltà dal mondo, le situazioni di
stress e gli avvenimenti problematici possono risultare meno opprimenti che
non per chi tende a darsi subito per vinto; chi è pieno di energia magari
prende le difficoltà addirittura come sfide che val la pena di affrontare, sapendo
che alla fine lo aspetta la bella sensazione di aver ottenuto un’altra vittoria
nella vita.”
Insomma,
a volte le difficoltà diventano un’occasione per dimostrarsi forti e vincenti,
per dimostrare a se stessi e agli altri che niente e nessuno si può mettere
davanti alla propria strada verso l’autorealizzazione e il successo personale,
la felicità è data dalla nostra motivazione ad andare avanti malgrado qualsiasi
impedimento, niente ci arresta se siamo motivati.
L’autoefficacia
viene definita dallo psicologo Albert Bandura come “la fiducia che una persona ripone nella
propria capacità di affrontare un compito specifico”.
L’autoefficacia
è la convinzione della propria capacità di fare una certa cosa, o in altre parole,
di raggiungere un certo livello di prestazione. Le nostre credenze riguardanti
un certo risultato futuro contribuiscono a concretizzare proprio quel risultato
che avevamo presagito.
Le fonti delle convinzioni di efficacia
Le
esperienze di gestione efficace: affrontare con successo una situazione è la
via più proficua per acquisire un forte senso di efficacia. I successi
determinano una solida fiducia nella propria efficacia personale. I fallimenti
invece la indeboliscono, in particolar modo qualora si verifichino prima del
costituirsi di un saldo senso di efficacia. L’acquisizione di un solido senso
di efficacia richiede il superamento di ostacoli per cui è necessaria la
perseveranza nell’impegno.
La
seconda delle principali vie per la creazione e il rafforzamento delle
convinzioni di efficacia è costituita dall’esperienza vicaria fornita dall’osservazione
di modelli. Vedere persone simili a sé che raggiungono i propri obiettivi
incrementa nell’osservatore la convinzione di possedere anch’egli le capacità
necessarie a riuscire in situazioni analoghe.
La
persuasione è il terzo mezzo capace di
consolidare la convinzione delle persone di essere in possesso di ciò che
occorre loro per riuscire. Rivolgendosi a Kvitova dice Navratilova: “Se davvero lo vorrai, potrai diventare qualcuno.” Le persone
che sono state convinte verbalmente di essere in possesso delle capacità
necessarie per compiere efficacemente determinate attività hanno più
probabilità di attivare un impegno maggiore e più prolungato. Chi è abile nel
migliorare il senso di efficacia fa in
modo che non si cimentino prematuramente in situazioni che hanno buone
probabilità di condurre a frequenti insuccessi. Incoraggia, inoltre, a misurare
i propri risultati in termini di miglioramento personale piuttosto che di
confronto competitivo con gli altri.
Anche
l’umore entra in gioco: lo stato d’animo positivo aumenta il senso di
autoefficacia e quello negativo lo diminuisce
le persone dotate di un buon senso di efficacia considerano il proprio
stato di attivazione emotiva come qualcosa che facilita l’azione dando energia,
mentre quelle sfiduciate vivono la stessa attivazione come debilitante.
Come rafforzare le convinzioni
di autoefficacia di riuscita?
Ricorda
un evento, episodio, prestazione, dove sei riuscito. Quali erano le sensazioni?
Cosa ha contribuito alla tua riuscita? Quali tue caratteristiche sono state
determinanti? Chi ha contribuito al tuo successo?
Le
convinzioni di efficacia possono essere promosse e potenziate attraverso l’uso
di specifiche strategie: “goal setting”
e “feedback”.
L’esperienza
diretta di successo in compiti di crescente difficoltà è certamente la fonte principale delle
convinzioni di autoefficacia.
Fissare
obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei
modi migliori per aumentare l’autoefficacia.
Fai un programma dei tuoi prossimi obiettivi, cosa
vuoi raggiungere in ordine prioritario? Come? Cosa sei disposto a fare, rinunciare, sacrificare? Cosa devi evitare o fare per raggiungere i tuoi
obiettivi? Qual è il costo? Ne vale la pena?
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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