Francesco lo scorso 12 marzo 2017 ha terminato una gara di 24 ore di corsa su strada partecipando al Campionato Italiano e percorrendo un totale di 148km.
Ha
iniziato a camminare con la stampella piano piano, e poi cono coraggio è passato
alla corsa facendo passi da giganti determinato e sorridente. Di seguito
racconta la sua esperienza di atleta ultrarunner.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o
sempre un comune sportivo?
“Sicuramente non mi sono mai sentito un campione (poiché campione è colui che
compie un'impresa eccezionale cosa che correre non è) né mi sono sentito mai
uno sportivo (poiché non ricerco una particolare forma fisica o prestazione in
gara). Io sono solo uno a cui piace correre e correre il più a lungo possibile,
uno che quando corre ama vedere i posti che attraversa, sentire il rumore dei
piedi che si alternano sull'asfalto, assaporare l'area che entra nei polmoni.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Da ragazzo ho subito tanti interventi
alle gambe per problemi congeniti. Ho rimparato a camminare da adolescente e
dopo tantissimo lavoro su me stesso, non volendo accettare di camminare con
l'ausilio della stampella, ho iniziato a correre e non ho più smesso.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a
causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Per me correre non è uno sport ma un
modo di vivere, nonostante gli impegni del lavoro riesco sempre a coltivare
questa passione. Essendo per me naturale come mangiare e dormire.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Correre contribuisce quotidianamente
non solo al mio benessere fisico e mentale ma a determinare ciò che sono. Vedi
essere un ultramaratoneta é una scelta, un impegno con se stessi: la scelta,
l'impegno di andare avanti, di continuare non ostante tutto, dove gli altri si
fermano, si dove il cuore batte.”
Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “Si immagino una vita senza sport,
perché un giorno il mio corpo potrebbe non reggerlo ma in tale giorno farò
quello che questa passione ogni giorno mi insegna: andrò avanti.”
La tua alimentazione prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci,
integratori? Per quale motivo? “Non faccio alimentazioni particolari e
non uso integratori (eccezione fatta per le maltodestrine e i sali in gara)
perché alla fine la prestazione è una cosa a cui non do importanza, ne quando
la faccio ne quando non la faccio.”
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Mio padre che mi rinsegnò a camminare
e mi insegnò a non mollare.”
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara della mia vita è sempre
l'allenamento che farò domani mattina.”
Quale esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare?
“Tutta la mia storia mi dice non tanto che ce la posso fare quanto che non
smetterò mai di tentare sino a quando riuscirò.”
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? Come
è cambiata la tua vita familiare e lavorativa? “Non so cosa pensano coloro che mi
circondano, credo che capiscano che per me ogni maratona è un riscatto per un
giorno d'infanzia in cui correre mi era negato. Per quanto riguarda l'influenza
che la corsa ha sui tempi di lavoro e di famiglia cerco sempre di allenarmi in
ore che non ledano il resto dei miei impegni.”
La gara più estrema o più difficile? Quale ritieni di non riuscire a portare a termine? “Gara più estrema 100 km Magraid 2013 per il caldo, il percorso e per la poca preparazione. Non mi vengono in mente gare che penso di non poter affrontare se non mi preparo.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva? “Episodio
curioso? Seconda tappa della 100 del Magraid, 40 gradi nella steppa, vedo a km
di distanza un altro corridore sparire nel nulla è penso di essere impazzito,
quando arrivo sul punto mi rendo conto che dopo 40 km di sole c' é un torrente,
il mio collega corridore non era sparito si era tuffato! Io penso in mezzo
secondo che era stato sciocco a tuffarsi
tutto attrezzato di vestiario e telefono… non faccio a tempo a fare detto
pensiero e mi tuffo anche io.”
Bellissimo
questo racconta, la dice lunga circa le esperienze degli ultrarunner che molti
considerano pazzi ma loro faticano e si divertono condividendo gioie e dolori,
sempre in contatto con le proprie possibilità e capacità ma anche con i propri
bisogni e le proprie esigenze, a volte diventano importanti autoprotezione e
coccole anche.
Tra il 14 e il 16 giugno 2013, Francesco ha corso la "Magraid - Correndo nella steppa", 100km/3tappe, in 15h17'47". Il vincitore è stato Marco Bondielli in 9h09'06", precedendo Fausto Lenarduzzi 9h18'39" e Paola Mariotti 9h29'52". Completa il podio maschile Michele Antonio Dicorato 9h35'34". Completano il podio femminile Alice Modignani Fasoli 10h39'46" e Lucia Candiotto 12h08'41".
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta? “Ho scoperto la mia determinazione".
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? "Il
motore psicologico é stato ed è tutt'oggi dimostrare a me stesso che nonostante tutto posso farcela.”
Più
dura è la lotta, più gloriosa è la vittoria, sembra essere il motto di
Francesco, non lo ferma niente e nessuno oramai è sempre orientato verso
obiettivi e traguardi sempre più prestigiosi.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai
dimostrato di possedere? “Determinazione
e gestione delle risorse energetiche.”
Che significa per te partecipare ad una gara, hai sperimentato
l’esperienza del limite?
“Gara per me é gioia pura, turismo privilegiato, il limite per me é qualcosa da
stuzzicare ma non da sforzare finalità é sempre arrivare con il sorriso.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: pre-gara, in gara,
post-gara? Quali sono i tuoi pensieri? “Le sensazioni sono quelle che di volta
in volta mi trasmette il mio corpo, io cerco di ascoltarle e viverle tutte
senza pensare ad altro svuotando la testa.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non concludere
la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Ho sempre fatto una prestazione
ottimale perché ho sempre fatto il massimo che potevo riuscendo a divertirmi,
a oggi non mio sono mai ritirato.”
Come hai superato eventuali infortuni? Ti è capitato di avere la
sensazione che ti cascasse il modo addosso? “Mai fatto male sul serio e mai avuto
sensazioni negative.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli a uno sport?
“Coltivate passioni sane come correre, vi farà bene alla testa ed al cuore.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? “Mai dopato o preso in considerazione escamotage per arrivare prima. Se corri corri per te stesso, se bari,
imbrogli te stesso.“
Ritieni utile lo psicologo dello sport? “Nel mondo delle Ultramaratone no.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Se tornassi indietro darei
un abbraccio in più a persone a me care che orami non ci sono più. Per il
resto non cambierei nulla.”
A seguito delle tue esperienze che consiglio daresti a coloro che devono fare scelte importanti nello sport? “Se ci metti passione e impegno alla fine riesci a passare dal: camminerai con una sola stampella al farai la 100 del Passatore.
Sogni realizzati e da realizzare? “Sogni realizzati
a livello sportivo il Passatore, da realizzare la 9 Colli.”
Questa intervista risale a marzo 2017, Francesco aveva corso due edizioni del Passatore nel 2015 e 2016 e, successivamente, il 19-20 maggio 2018, Francesco ha portato a termine la Nove Colli Running 202.4km in 28h55'40".
Francesco è menzionato nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza Copertina flessibile – 27 ottobre 2021, di Matteo Simone (Autore).
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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