martedì 14 marzo 2017

Francesco Di Pierro: Sono solo uno a cui piace correre e correre il più a lungo




 

Francesco lo scorso 12 marzo 2017 ha terminato una gara di 24 ore di corsa su strada partecipando al Campionato Italiano e percorrendo un totale di 148km. Ha iniziato a camminare con la stampella piano piano, e poi cono coraggio è passato alla corsa facendo passi da giganti determinato e sorridente. Di seguito racconta la sua esperienza di atleta ultrarunner.

Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “Sicuramente non mi sono mai sentito un campione (poiché campione è colui che compie un'impresa eccezionale cosa che correre non è) nè mi sono sentito mai uno sportivo (poiché non ricerco una particolare forma fisica o prestazione in gara). Io sono solo uno a cui piace correre e correre il più a lungo possibile, uno che quando corre Ama vedere i posti che attraversa, sentire il rumore dei piedi che si alternano sull'asfalto, assaporare l'area che entra nei polmoni.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Da ragazzo ho subito tanti interventi alle gambe per problemi congeniti. Ho rimparato a camminare da adolescente e dopo tantissimo lavoro su me stesso, non volendo accettare di camminare con l'ausilio della stampella, ho iniziato a correre e non ho più smesso.”

Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Per me correre non è uno sport ma un modo di vivere, nonostante gli impegni del lavoro riesco sempre a coltivare questa passione. Essendo per me naturale come mangiare e dormire.”
A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Se ci metti passione ed impegno alla fine riesci a passare dal: camminerai con una sola stampella al farai la 100 del passatore.”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Correre contribuisce quotidianamente non solo al mio benessere fisico e mentale ma a determinare ciò che sono. Vedi essere un ultramaratoneta é una scelta, un impegno con se stessi: la scelta, l'impegno di andare avanti, di continuare non ostante tutto, dove gli altri si fermano, si dove il cuore batte.”

Riesci ad immaginare una vita senza lo sport? “Si immagino una vita senza sport, perché un giorno il mio corpo potrebbe non reggerlo ma in tale giorno farò quello che questa passione ogni giorno mi insegna: andrò avanti.”

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “Non faccio alimentazioni particolari e non uso integratori (eccezione fatta per le maltodestrine e i sali in gara) perché alla fine la prestazione è una cosa a cui non do importanza, ne quando la faccio ne quando non la faccio.”

C
hi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Mio padre che mi rinsegnò a camminare e mi insegnò a non mollare.”

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara della mia vita è sempre l'allenamento che farò domani mattina.”

Qual è una esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “Tutta la mia storia mi dice non tanto che ce la posso fare quanto che non smetterò mai di tentare sino a quando riuscirò.”

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “Non so cosa pensano coloro che mi circondano, credo che capiscano che per me ogni maratona è un riscatto per un giorno d'infanzia in cui correre mi era negato. Per quanto riguarda l'influenza che la corsa ha sui tempi di lavoro e di famiglia cerco sempre di allenarmi in ore che non ledano il resto dei miei impegni.”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Episodio curioso? Seconda tappa della 100 del magraid, 40 gradi nella steppa, vedo a km di distanza un altro corridore sparire nel nulla è penso di essere impazzito, quando arrivo sul punto mi rendo conto che dopo 40 km di sole c' é un torrente, il mio collega corridore non era sparito si era tuffato! Io penso in mezzo secondo che  era stato sciocco a tuffarsi tutto attrezzato di vestiario e telefono... non faccio a tempo a fare detto pensiero e mi tuffo anche io.”

Bellissimo questo racconta, la dice lunga circa le esperienze degli ultrarunner che molti considerano pazzi ma loro faticano e si divertono condividendo gioie e dolori, sempre in contatto con le proprie possibilità e capacità ma anche con i propri bisogni e le proprie esigenze, a volte diventano importanti autoprotezione e coccole anche.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta? Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport? “Ho scoperto la mia determinazione, il motore psicologico é stato ed è tutt'oggi dimostrare a me stesso che non ostante tutto posso farcela.”

Più dura è la lotta, più gloriosa è la vittoria, sembra essere il motto di Francesco, non lo ferma niente e nessuno oramai è sempre orientanto verso obiettivi e traguardi sempre più prestigiosi.

Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Determinazione e gestione delle risorse energetiche.”

Che significa per te partecipare ad una gara, hai sperimentato l’esperienza del limite? “Gara per me é gioia pura, turismo privilegiato, il limite per me é qualcosa da stuzzicare ma non da sforzare finalità é sempre arrivare con il sorriso.”

Quali sono le sensazioni che sperimenti facendo sport pregara, in gara, post gara? Quali sono i tuoi pensieri? “Le sensazioni sono quelle che di volta in volta mi trasmette il mio corpo, io cerco di ascoltarle e viverle tutte senza pensare ad altro svuotando la testa.”

Quale è stata la gara più estrema o più difficile, quale ritieni di non riuscire a portare a termine? “Gara più estrema 100 km magraid 2013 per il caldo, il percorso e per la poca preparazione. Non mi vengono in mente gare che penso di non poter affrontare se non mi preparo.”

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Ho sempre fatto una prestazione ottimale perché ho sempre fatto il massimo che potevo riuscendo a divertirmi, ad oggi non mio sono mai ritirato.”

Come hai superato eventuali infortuni? Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso? “Mai fatto male sul serio e mai avuto sensazioni negative.”

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi ad uno sport? “Coltivate passioni sane come correre, vi farà bene alla testa ed al cuore.”

C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Mai dopato o preso in considerazione escamotage per arrivare prima.”

Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping? “Se corri corri per te stesso, se bari, imbrogli te stesso.“

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? “Nel mondo delle Ultramaratone no.”

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Se tornassi indietro darei un abbraccio in più a persone a me care che orami non ci sono più. Per il resto non cambierei nulla.”

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Sogni realizzati a livello sportivo: il passatore da realizzare la 9 colli.”

 

Matteo Simone

3804337230- 21163@tiscali.it


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