martedì 14 marzo 2017

Barbara Moi: La corsa è stata la mia ancora di salvezza


A volte lo sport rimette al mondo, fa trovare un senso nella vita, fa scoprire sensazioni ed emozioni che spingono ad andare avanti nella vita nonostante tutto.

A volte si decide di sposare uno sport, di diventare un suo compagno di vita, di seguito l’esperienza di una runner, Barbara Moi.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, il giorno della mia prima Maratona il 10 aprile.” 
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?La corsa è stata la mia ancora di salvezza in un periodo non proprio felice della mia vita. Devo tantissimo alla corsa.” 
Come hai scelto il tuo sport?Per caso: ho sempre fatto sport ma mai la corsa che ho sempre odiato. Poi un giorno una mia amica mi ha proposto di andare a correre. Sono andata, eravamo in tre. Le altre due ben presto si sono stufate io ho continuato.”

E’ come quando ti presentano un amico e te ne innamori, così può succedere per uno sport, per la corsa in particolare, scopri che ti piace e non l’abbandoni più, diventa la tua ancora di salvezza, il tuo rifugio, le tue coccole.
Nel tuo sport quali sono le difficoltà ed i rischi? A cosa devi prestare attenzione? Quali abilità bisogna allenare?I rischi sono legati agli infortuni che nella corsa sono frequenti. Io poi, purtroppo, mi infortuno con discreta facilità. All'inizio di più. Ora con tutta una serie di accorgimenti meno però ho sempre paura.”
Cosa mangi prima, durante e dopo una gara?Pasta la sera prima, colazione con spremuta e fette biscottate con la marmellata. Durante non mangio. Durante la maratona, che è stata la mia gara più lunga, oltre i gel qualche pezzo di banane e arancia. Dopo carboidrati, anche se in realtà il dopo è un po’ trascurato.”
Quali condizioni fisiche e/o ambientali ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale?Nella mia breve carriera da runner, corro da tre anni con una squadra, mi sono ritirata una volta alla 'X Milia' di quest'anno per un'improvvisa infiammazione ai tibiali.  Avrei potuto continuare ma la paura di poter compromettere la maratona mi ha spinto a fermarmi e ho fatto bene.”

Bravissima Barbara, molto attenta e previdente, in contatto con le sue sensazione corporee, senza forzare, senza fretta, un passo alla volta per arrivare dove vuole.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?A me correre piace, è ciò che mi dà energia e spero di continuare a farlo ancora per molto.”
Cosa e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance?Io corro perché lo voglio io e per me stessa. Avere comunque, oltre la squadra dove mi sento a casa come se fossi sempre stata una di loro, un gruppo "correre come camminare" è stato determinante. Noi corriamo tutti e siamo amici di corsa ma grazie alla corsa siamo anche amici nella vita e condividiamo non solo la corsa e soprattutto siamo un gruppo molto variegato che nella sua diversità sta bene assieme.”

Lo dico sempre io: “together is much better”. Anche se la corsa è uno sport individuale, diventa di gruppo allenandosi assieme, facendo parte di una squadra, partecipando assieme alle gare, confrontandosi, aiutandosi, condividendo gioi e fatiche.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?Sicuramente la Maratona. Per tutta la dedizione che le ho dato. Il giorno prima un mio caro amico runner uno davvero forte non come me che corro solo per me stessa che non sono veloce e che forse mai lo sarò mi ha mandato questo messaggio che riassume credo la mia dedizione nella preparazione della maratona "Sei una delle poche persone che so quanto amore e tempo ha dedicato a questa Maratona! Dopo lunghi mesi di sacrifici il grande giorno è arrivato Barbara! Goditi ogni metro, ogni sguardo a bordo strada, ogni urlo, ogni goccia di sudore goditi tutto al meglio!" ed è vero che io ho dedicato anima e corpo a quella gara. E durante la gara ho ripercorso e mi sono goduta ogni momento.”

Ogni momento è un’occasione per sperimentare le sensazioni collegate allo sport, che sia fatica ma anche gioia di avanzare nel percorso, di incontrare altri atleti, il pubblico che ti batte il cinque, che applaude, che ulrla “daje!” tutto questo è sport che permette di andare avanti, impegnarti con costanza e determinazione per raggiungere obiettivi importanti come il portare a termine una maratona.
C’è un’esperienza che ti possa dare la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita?La Maratona è stata la dimostrazione che se uno vuole fare davvero una cosa nella vita e ha la volontà ci riesce.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport?La forza di volontà e la determinazione che non mi hanno mai lasciato e mai mi lasciano nonostante i momenti bui e duri che ci sono.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?Mi stimano e sono felici per me ma non credo capiscano sino in fondo.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Io mi diverto sempre e ricordo una a una le mie gare e ognuna di esse è stata divertente. Un episodio in particolare l'urban trail Night di Cesano che facciamo ogni anno non tanto per correrlo quanto per la peculiarità della gara, per il suo fascino e per il piacere di arrivare ultimi essendoci goduti ogni momento.”
Cosa hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?Ho scoperto di poter fare cose che non pensavo di fare mai nella vita a partire dai 10 km fino ad arrivare ai 42 con la consapevolezza che se lo voglio con le mie gambe posso arrivare ovunque.”

Se la testa lo vuole, le gambe ti portano ovunque, è proprio vero quello che dice Barbara, se non si è convinti, se non c’è passione, la testa non riesce a spostare le gambe per tanti chilometri.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle gare?Penso di non essere mai arrivata al limite.”
Quali sensazioni sperimenti nello sport: allenamento, pre-gara, gara, post-gara?Sensazioni di benessere di piacere ma anche tanta fatica e sofferenza. Io sono solita piangere all'arrivo di quasi ogni gara (chi mi conosce lo sa bene). È più forte di me forse sfogo tutta la tensione della gara all'arrivo. A Siena ho pianto tre volte: al 43 km quando con Stefania abbiamo realizzato di essere già ultramaratonete, al 47 km quando abbiamo trovato delle amiche ad attenderci è il loro tifo mi ha dato una carica incredibile, e la certezza di avercela fatta e al traguardo in Piazza del Campo un'emozione indescrivibile e davvero unica che porterò sempre nel cuore.
Quali sono i tuoi pensieri in gara?Durante la maratona pensavo a tutti i sacrifici fatti che non sono stati pochi e nei momenti difficili questo mi ha dato la forza di non mollare.”
La tua gara più difficile?Il 26 febbraio ho corso la mia prima ultramaratona, la Terre di Siena ultramarathon,50 km. Decisa così per caso sulla scia del l'entusiasmo della Maratona di Firenze. Con una dose di sana incoscienza ma ragionata sulla base del tempo massimo che mi portava a credere che potevo farcela. Siamo andate con due amiche le migliori, quelle che come me, sono sempre pronte a mettersi in gioco. Partite il sabato Siena ci ha accolto con un fortissimo vento di tramontana che non faceva presagire niente di buono per l'indomani ma invece una fantastica giornata di sole e niente vento ci ha accolto la mattina della gara. Sono arrivata al giorno della gara serena ma la mattina l'ansia e un po' di preoccupazione si sono fatte sentire. In ogni modo, tra poco meno di 400 alla partenza tanti pluriultramaratoneti siamo partite anche noi con un sorriso fiero certe di potercela fare. La gara era organizzata benissimo. Niente lasciato al caso, ristori che sembravano veri e propri banchetti. Pochi compagni di viaggio.”
Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport per studio o carriera lavorativa?A causa di un cambio di lavoro ho dovuto rivedere gli orari della corsa e non è stato facile. Per non togliere tempo a nessuno oltre il tempo che sto a lavoro corro alle 05.30 la mattina pure prima a seconda degli allenamenti. Così la corsa è un sacrificio solo mio.”
Hai rischiato di incorrere nel doping? Questa domanda sicuramente è per i veri atleti. Comunque no. Lo sport per alcuni è un lavoro per altri un divertimento ma se non si rispettano le regole come in tutti i frangenti della vita perde anche di significato.”

Purtroppo il doping sta diventando una piaga sociale, non sono solo atleti professionisti che ricorrono al doping ma anche atleti amatori ed anche non atleti che fanno uso di sostanze dopanti per l’estetica, come spiego nel mio libro Doping il cancro dello sport.
https://www.unilibro.it/libro/simone-matteo/doping-il-cancro-dello-sport/9788867630752
Riesci a immaginare una vita senza sport?
Al momento non riesco ad immaginare la mia vita senza sport. Le lunghe distanze mi piacciono e pure tanto. Non essendo io veloce ho trovato la mia dimensione e spero che Siena sia solo l'inizio di una lunga serie.”
Come hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Ho gestito malissimo, non riuscivo a farmene una ragione.”
Hai mai rischiato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?L'anno scorso sono rimasta ferma due mesi. Dopo la Roma Ostia la settimana esattamente dopo feci un'altra gara al termine della quale non riuscivo più neanche a camminare. Sciatalgia a cui poi si è aggiunta là pubalgia e altre cose. Insomma ferma due mesi. Una vera tragedia vissuta malissimo.”
Potrebbe essere utile lo psicologo nello sport? In che modo e in quali fasi?Sicuramente può essere utile. Io per esempio penso di soffrire un po’ di ansia da prestazione, non riesco mai a fare il meglio di me. C'è spesso, non sempre, qualcosa che mi blocca o mi trattiene. Magari in questo caso potrebbe essere utile. Di fatto non so però di cosa esattamente si occupi lo psicologo dello sport.

La psicologia dello sport prevede anche un lavoro sulla corretta gestione dello stress, si può avere il timore di non riuscire, si può non credere sulle proprie capacità, si possono temere troppo gli avversari, un infortunio; lo stress può essere relativo ai familiari, ai componenti del team che possono fare pressione, non apprezzare, non premiare; lo stress può riguardare anche la gestione del successo, di quello che ne deriva, controlli antidoping, intrusione dei mass-media, contatti eccessivi degli sponsor, degli amici, richieste di conferma della prestazione.
Psicologia dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale, Sogno Edizioni, Genova, 2013.
Quale messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per avvicinarli a questo sport?Correte, muovetevi la corsa può cambiare la vostra vita.”

Vero, lo sport è un toccasana per la vita, lo psicologo dello sport e dell’esercizio fisico interviene per promuovere la pratica dell’esercizio fisico richiesta per prevenire e combattere l’obesità e le malattie correlate alla sedentarietà, aiuta la persona a cambiare stile di vita.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? Intanto tra poche settimane riproviamo la Maratona di Roma e abbiamo già programmato l'autunno con l'eco maratona del Chianti e la Maratona di Firenze e poi il Passatore è lì che mi chiama. Sogni e obiettivi ne ho realizzati tanti e tanti ne ho da realizzare (se il fisico mi sostiene).

Un’intervista a Barbara è riportata nel mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.  
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.

Barbara è menzionata nel mio libro “Sport, benessere e performance”.

+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta

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