A volte lo sport rimette al mondo, fa trovare un senso nella vita, fa scoprire sensazioni ed emozioni che spingono ad andare avanti nella vita nonostante tutto.
A volte si decide di
sposare uno sport, di diventare un suo compagno di vita, di seguito l’esperienza
di una runner, Barbara Moi.
Ti
sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?
“Sì, il giorno della mia prima Maratona il 10 aprile.”
In
che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?
“La corsa è stata la mia ancora di salvezza in un periodo non proprio felice
della mia vita. Devo tantissimo alla corsa.”
Come
hai scelto il tuo sport? “Per caso: ho sempre fatto sport
ma mai la corsa che ho sempre odiato. Poi un giorno una mia amica mi ha
proposto di andare a correre. Sono andata, eravamo in tre. Le altre due ben
presto si sono stufate io ho continuato.”
E’ come quando ti presentano un amico e
te ne innamori, così può succedere per uno sport, per la corsa in particolare,
scopri che ti piace e non l’abbandoni più, diventa la tua ancora di salvezza,
il tuo rifugio, le tue coccole.
Nel
tuo sport quali sono le difficoltà ed i rischi? A cosa devi prestare attenzione?
Quali abilità bisogna allenare? “I rischi sono legati
agli infortuni che nella corsa sono frequenti. Io poi, purtroppo, mi infortuno
con discreta facilità. All'inizio di più. Ora con tutta una serie di
accorgimenti meno però ho sempre paura.”
Cosa mangi prima, durante e dopo una gara? “Pasta la sera prima, colazione con spremuta e fette biscottate con la marmellata. Durante non mangio. Durante la maratona, che è stata la mia gara più lunga, oltre i gel qualche pezzo di banane e arancia. Dopo carboidrati, anche se in realtà il dopo è un po’ trascurato.”
Cosa mangi prima, durante e dopo una gara? “Pasta la sera prima, colazione con spremuta e fette biscottate con la marmellata. Durante non mangio. Durante la maratona, che è stata la mia gara più lunga, oltre i gel qualche pezzo di banane e arancia. Dopo carboidrati, anche se in realtà il dopo è un po’ trascurato.”
Quali condizioni fisiche e/o ambientali ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale?
“Nella mia breve carriera da runner, corro da tre anni con una squadra, mi sono
ritirata una volta alla 'X Milia' di quest'anno per un'improvvisa infiammazione
ai tibiali. Avrei potuto continuare ma
la paura di poter compromettere la maratona mi ha spinto a fermarmi e ho fatto
bene.”
Bravissima Barbara, molto attenta e
previdente, in contatto con le sue sensazione corporee, senza forzare, senza
fretta, un passo alla volta per arrivare dove vuole.
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?
“A me correre piace, è ciò che mi dà energia e spero di continuare a farlo
ancora per molto.”
Cosa
e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua
performance? “Io corro perché lo voglio io e per me
stessa. Avere comunque, oltre la squadra dove mi sento a casa come se fossi
sempre stata una di loro, un gruppo "correre come camminare" è stato
determinante. Noi corriamo tutti e siamo amici di corsa ma grazie alla corsa
siamo anche amici nella vita e condividiamo non solo la corsa e soprattutto
siamo un gruppo molto variegato che nella sua diversità sta bene assieme.”
Lo dico sempre io: “together is much
better”. Anche se la corsa è uno sport individuale, diventa di gruppo
allenandosi assieme, facendo parte di una squadra, partecipando assieme alle
gare, confrontandosi, aiutandosi, condividendo gioi e fatiche.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“Sicuramente la Maratona. Per tutta la dedizione che le ho dato. Il giorno
prima un mio caro amico runner uno davvero forte non come me che corro solo per
me stessa che non sono veloce e che forse mai lo sarò mi ha mandato questo
messaggio che riassume credo la mia dedizione nella preparazione della maratona
"Sei una delle poche persone che so quanto amore e tempo ha dedicato a
questa Maratona! Dopo lunghi mesi di sacrifici il grande giorno è arrivato
Barbara! Goditi ogni metro, ogni sguardo a bordo strada, ogni urlo, ogni goccia
di sudore… goditi tutto al meglio!" ed è vero che io ho dedicato anima
e corpo a quella gara. E durante la gara ho ripercorso e mi sono goduta ogni
momento.”
Ogni momento è un’occasione per
sperimentare le sensazioni collegate allo sport, che sia fatica ma anche gioia
di avanzare nel percorso, di incontrare altri atleti, il pubblico che ti batte
il cinque, che applaude, che ulrla “daje!” tutto questo è sport che permette di
andare avanti, impegnarti con costanza e determinazione per raggiungere
obiettivi importanti come il portare a termine una maratona.
C’è
un’esperienza che ti possa dare la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita? “La Maratona è stata
la dimostrazione che se uno vuole fare davvero una cosa nella vita e ha la
volontà ci riesce.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “La forza di volontà e la determinazione che non mi hanno mai lasciato e mai mi lasciano nonostante i momenti bui e duri che ci sono.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “La forza di volontà e la determinazione che non mi hanno mai lasciato e mai mi lasciano nonostante i momenti bui e duri che ci sono.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?
“Mi stimano e sono felici per me ma non credo capiscano sino in fondo.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Io mi diverto sempre e ricordo una a una le mie gare e ognuna di esse è stata
divertente. Un episodio in particolare l'urban trail Night di Cesano che
facciamo ogni anno non tanto per correrlo quanto per la peculiarità della gara, per il suo fascino e per il piacere di arrivare ultimi essendoci goduti ogni
momento.”
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare attività fisica?
“Ho scoperto di poter fare cose che non pensavo di fare mai nella vita a
partire dai 10 km fino ad arrivare ai 42 con la consapevolezza che se lo voglio
con le mie gambe posso arrivare ovunque.”
Se la testa lo vuole, le gambe ti
portano ovunque, è proprio vero quello che dice Barbara, se non si è convinti,
se non c’è passione, la testa non riesce a spostare le gambe per tanti
chilometri.
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle gare? “Penso di non essere mai arrivata al limite.”
Quali
sensazioni sperimenti nello sport: allenamento, pre-gara,
gara, post-gara? “Sensazioni di benessere di piacere ma anche
tanta fatica e sofferenza. Io sono solita piangere all'arrivo di quasi ogni
gara (chi mi conosce lo sa bene). È più forte di me forse sfogo tutta la
tensione della gara all'arrivo. A Siena ho pianto tre volte: al 43 km quando
con Stefania abbiamo realizzato di essere già ultramaratonete, al 47 km quando
abbiamo trovato delle amiche ad attenderci è il loro tifo mi ha dato una carica
incredibile, e la certezza di avercela fatta e al traguardo in Piazza del Campo
un'emozione indescrivibile e davvero unica che porterò sempre nel cuore.”
Quali
sono i tuoi pensieri in gara? “Durante la
maratona pensavo a tutti i sacrifici fatti che non sono stati pochi e nei
momenti difficili questo mi ha dato la forza di non mollare.”
La tua gara più difficile? “Il 26 febbraio ho
corso la mia prima ultramaratona, la Terre di Siena ultramarathon,50 km. Decisa
così per caso sulla scia del l'entusiasmo della Maratona di Firenze. Con una
dose di sana incoscienza ma ragionata sulla base del tempo massimo che mi
portava a credere che potevo farcela. Siamo andate con due amiche le migliori,
quelle che come me, sono sempre pronte a mettersi in gioco. Partite il sabato
Siena ci ha accolto con un fortissimo vento di tramontana che non faceva
presagire niente di buono per l'indomani ma invece una fantastica giornata di
sole e niente vento ci ha accolto la mattina della gara. Sono arrivata al
giorno della gara serena ma la mattina l'ansia e un po' di preoccupazione si
sono fatte sentire. In ogni modo, tra poco meno di 400 alla partenza tanti
pluriultramaratoneti siamo partite anche noi con un sorriso fiero certe di
potercela fare. La gara era organizzata benissimo. Niente lasciato al caso,
ristori che sembravano veri e propri banchetti. Pochi compagni di viaggio.”
Hai
dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport per studio o carriera
lavorativa? “A causa di un cambio di lavoro ho
dovuto rivedere gli orari della corsa e non è stato facile. Per non togliere
tempo a nessuno oltre il tempo che sto a lavoro corro alle 05.30 la mattina
pure prima a seconda degli allenamenti. Così la corsa è un sacrificio solo mio.”
Hai
rischiato di incorrere nel doping? “Questa domanda
sicuramente è per i veri atleti. Comunque no. Lo sport per alcuni è un lavoro
per altri un divertimento ma se non si rispettano le regole come in tutti i
frangenti della vita perde anche di significato.”
Purtroppo il doping sta diventando una piaga sociale, non sono solo atleti professionisti che ricorrono al doping ma anche atleti amatori ed anche non atleti che fanno uso di sostanze dopanti per l’estetica, come spiego nel mio libro Doping il cancro dello sport.
Purtroppo il doping sta diventando una piaga sociale, non sono solo atleti professionisti che ricorrono al doping ma anche atleti amatori ed anche non atleti che fanno uso di sostanze dopanti per l’estetica, come spiego nel mio libro Doping il cancro dello sport.
https://www.unilibro.it/libro/simone-matteo/doping-il-cancro-dello-sport/9788867630752
Riesci
a immaginare una vita senza sport? “Al momento non riesco
ad immaginare la mia vita senza sport. Le lunghe distanze mi piacciono e pure
tanto. Non essendo io veloce ho trovato la mia dimensione e spero che Siena sia
solo l'inizio di una lunga serie.”
Come
hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Ho gestito malissimo, non riuscivo a farmene una ragione.”
Hai
mai rischiato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “L'anno scorso sono rimasta ferma due
mesi. Dopo la Roma Ostia la settimana esattamente dopo feci un'altra gara al
termine della quale non riuscivo più neanche a camminare. Sciatalgia a cui poi
si è aggiunta là pubalgia e altre cose. Insomma ferma due mesi. Una vera
tragedia vissuta malissimo.”
Potrebbe essere utile lo psicologo nello sport? In che modo e in quali
fasi? “Sicuramente può essere utile. Io per esempio penso
di soffrire un po’ di ansia da prestazione, non riesco mai a fare il
meglio di me. C'è spesso, non sempre, qualcosa che mi blocca o mi trattiene.
Magari in questo caso potrebbe essere utile. Di fatto non so però di cosa
esattamente si occupi lo psicologo dello sport.”
La psicologia dello sport prevede anche un lavoro
sulla corretta gestione dello stress, si può avere il timore di non riuscire,
si può non credere sulle proprie capacità, si possono temere troppo gli
avversari, un infortunio; lo stress può essere relativo ai familiari, ai
componenti del team che possono fare pressione, non apprezzare, non premiare;
lo stress può riguardare anche la gestione del successo, di quello che ne
deriva, controlli antidoping, intrusione dei mass-media, contatti eccessivi
degli sponsor, degli amici, richieste di conferma della prestazione.
Psicologia
dello sport e dell’esercizio fisico. Dal benessere alla prestazione ottimale, Sogno
Edizioni, Genova, 2013.
Quale
messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per avvicinarli a questo sport?
“Correte, muovetevi la corsa può cambiare la vostra vita.”
Vero, lo sport è un toccasana per la
vita, lo psicologo dello sport e dell’esercizio fisico interviene per
promuovere la pratica dell’esercizio fisico richiesta per prevenire e
combattere l’obesità e le malattie correlate alla sedentarietà, aiuta la
persona a cambiare stile di vita.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare? “Intanto tra poche settimane riproviamo la Maratona di Roma e abbiamo già
programmato l'autunno con l'eco maratona del Chianti e la Maratona di Firenze e
poi… il Passatore è lì che mi chiama. Sogni e obiettivi ne ho realizzati tanti
e tanti ne ho da realizzare (se il fisico mi sostiene).”
Un’intervista a Barbara è riportata nel mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
+393804337230 Psicologo,
Psicoterapeuta
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