Matteo SIMONE
La Psicologia dello Sport (PdS) si è sviluppata nel mondo dello sport a partire dalla seconda metà degli anni ’60.
Durante
un congresso di Medicina dello Sport decisero di organizzare il primo congresso
mondiale di Psicologia dello Sport a Roma nel 1965 dove parteciparono circa 400
studiosi provenienti da 27 nazioni.
In tale occasione venne fondata la prima
Società Internazionale di Psicologia dello Sport, l’International Society of
Sport Psychology (ISSP), Ferruccio Antonelli ne fu eletto presidente.
L'intervento psicologico deve essere
orientato a: tarare gli obiettivi, raggiungere la motivazione, apprendere a
controllare le emozioni e l'ansia, focalizzare l'attenzione, migliorare la
consapevolezza di sé, incrementare la fiducia in se stessi, sviluppare le
attività immaginative.
Incrementate nell’atleta: attenzione, concentrazione,
motivazione, gestione stress ansia.
Un obiettivo deve possedere diverse
caratteristiche: precisione, l’obiettivo deve essere chiaro; motivazione,
l’obiettivo deve generare benefici per la persona che lo persegue.
Cosa c’è di così importante nel
raggiungimento di questo obiettivo?
Descrizione in termini multisensoriali. Quanto
più i tuoi sensi sono coinvolti nella descrizione precisa dell’obiettivo tanto
più ti sentirai motivato, e più facile sarà attingere alle tue risorse interne
per perseguire le mete desiderate.
Obiettivi sfidanti ma raggiungibili, individuare
risorse, qualità, caratteristiche per raggiungere tali obiettivi. Siamo tutti
in grado di perseguire i nostri sogni e raggiungere obiettivi significativi.
Immaginarsi avanti nel tempo con
l’obiettivo raggiunto: come ti vedi avendo già raggiunto l’obiettivo? Dove?
Come ti senti? Cosa hai fatto? Chi ti ha aiutato? Come hai iniziato? Da dove
sei partito? Quali difficoltà hai incontrato? Come le hai superate?
Gli obiettivi devono essere stimolanti, difficili
ma raggiungibili. «Se immaginate ripetutamente e coscienziosamente di
raggiungere un obiettivo, le vostre possibilità reali di successo aumenteranno
notevolmente» (Arnold Lazarus, L’occhio della mente, Astrolabio, Roma, 1989,
pag. 50.
Fissare obiettivi raggiungibili e
progressivamente più ambiziosi aumenta l’autoefficacia dell’atleta.
Obiettivi prossimi sono più efficaci nel
dirigere l’azione, obiettivi difficili sono meglio di obiettivi modesti. Fai un
programma mentale dei tuoi prossimi obiettivi, in ordine prioritario e
temporale e come raggiungerli? Cosa sei disposto a fare, a rinunciare, a
sacrificare? Cosa devi fare per raggiungere i tuoi obiettivi? Qual è il costo?
Ne vale la pena?
Il paesaggio degli obiettivi (Cantaro
F., Guastalla G., Il segreto della PNL, Sonda, 2009, p. 109)
"L’obiettivo e la “progettazione” fanno
parte del vivere nel tempo dell’essere umano, che si muove sulla linea
passato-presente-futuro. e che guarda a un futuro, di cui non esiste ancora
nessuna certezza, da un presente pieno di disegni possibili. Un progetto si
muove dentro di noi come possibilità, come un sogno da realizzare, come un
desiderio, una spinta. La mente riesce a organizzare comportamenti in funzione
del raggiungimento dell’obiettivo stesso.
Obiettivi ben definiti e stimolanti
accrescono e mantengono la motivazione. Qual è il percorso per raggiungere
l’obiettivo? Quali capacità e competenze, mi occorrono per raggiungere
l’obiettivo?
Possiedo tutte le capacità e competenze
che mi occorrono? Cosa devo migliorare? Qual è la prima cosa che posso fare oggi
per avvicinarmi all’obiettivo? Che prezzo sono disposto a pagare?
Autoefficacia e prestazione sportiva
L’autoefficacia è la convinzione della
propria capacità di raggiungere un certo livello di prestazione.
La self efficacy è la convinzione di
possedere le capacità che consentono di raggiungere i risultati prefissati. L’autoefficacia
viene definita dallo psicologo Albert Bandura come “la fiducia che una persona
ripone nella propria capacità di affrontare un compito specifico”.
Affrontare con successo una situazione è
la via più proficua per acquisire un forte senso di efficacia.
L’acquisizione di un solido senso di
efficacia richiede il superamento di ostacoli per cui è necessaria la
perseveranza nell’impegno.
Vedere persone simili a sé che
raggiungono i propri obiettivi incrementa nell’osservatore la convinzione di
possedere anch’egli le capacità necessarie a riuscire in situazioni analoghe.
Le persone che sono state convinte
verbalmente hanno più probabilità di attivare un impegno maggiore e più prolungato.
Le persone dotate di un buon senso di
efficacia considerano il proprio stato di attivazione emotiva come qualcosa che
facilita l’azione dando energia, mentre quelle sfiduciate vivono la stessa
attivazione come debilitante.
- percepiscono le difficoltà come sfide; si impegnano a fondo; perseverano
nei tentativi di raggiungere un obiettivo;
- gli sforzi e l’impegno sono più
energici;
gli sforzi sono mantenuti più a lungo anche di fronte ad ostacoli e
a esperienze negative;
- non hanno ripensamenti; sono intraprendenti e si
comportano in maniera sicura;
- riescono ad ottenere risultati positivi nelle
situazioni che va ad affrontare;
- riescono ad ottenere risultati positivi nelle
situazioni che va ad affrontare;
- hanno bassi livelli di stress; sono poco
vulnerabili alla depressione;
- visualizzano mentalmente, con più facilità
immagini in cui si vedono vincenti.
Le persone con un basso senso di
autoefficacia:
- sottostimano potenzialità ed opportunità; esagerano le difficoltà;
- tendono a evitare attività difficili;
- sono lenti a recuperare il senso di
autoefficacia in seguito ai fallimenti.
Come rafforzare le convinzioni di
autoefficacia di riuscita?
Ricorda un evento, episodio, prestazione, dove sei
riuscito. Quali erano le sensazioni? Cosa ha contribuito alla tua riuscita? Quali
tue caratteristiche sono state determinanti? Chi ha contribuito al tuo
successo?
L’esperienza diretta di successo in compiti
di crescente difficoltà è certamente la fonte principale delle convinzioni di
autoefficacia.
Fissare obiettivi limitati,
raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per
aumentare l’autoefficacia dell’atleta.
Le motivazioni si dividono in:
estrinseche e intrinseche.
Motivi dominanti che si trovano alla
base della scelta di praticare una disciplina sportiva: il divertimento, il
desiderio di stare con gli amici o di farsene di nuovi (l’affiliazione), miglioramento
delle abilità sportive (competenza), affrontare situazioni eccitanti per
tentare di superarle, mantenimento della forma fisica.
Obiettivi, risorse, autoefficacia. Modello
di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport, Aras
Edizioni, 2013, EAN: 9788896378991
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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