Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite
a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso. (William Hart)
Può capitare che
ci siano delle difficoltà nel raggiungere obiettivi e qualche volta l’atleta
può considerare il non raggiungimento di un obiettivo prefissato come una
sconfitta personale.
Ma nello sport si mettono in conto le sconfitte, servono a
farti fermare, riflettere, fare il punto della situazione, osservare, valutare,
capire cosa c’è stato di utile, di importante nella prestazione eseguita e su
cosa, invece, bisogna lavorare, cosa si può migliorare. Quindi, tutto sommato,
la sconfitta potrebbe servire per fare una valutazione delle proprie risorse,
punti di forza e, al contempo, delle criticità.
Importante in
caso di prestazione percepita come sconfitta è la motivazione, se un atleta è
fortemente motivato nel voler praticare il suo sport che comporta lavori,
sacrifici, rinunce, affronterà le sconfitte a testa alta, complimentandosi con
se stesso per quello di buono che è riuscito a fare finora, complimentandosi
con l’avversario per la bravura dimostrata in quell’occasione, anche perché
prima o poi lo trovi uno più forte o che comunque riesce a batterti.
In questo
caso un aspetto importante del vero campione è la resilienza, il cui
significato è: “mi piego ma non mi spezzo”, che sta a significare che il vero
campione esce fuori dalle sconfitte con più voglia riscattarsi, di far meglio,
di migliorare gli aspetti, le aree in cui ha mostrato carenza.
Lo sportivo non
è solo, è circondato dall’allenatore che dovrebbe conoscere le sue
potenzialità, i suoi punti di forza e di debolezza, dovrebbe costruire con
l’atleta un progetto di obiettivi raggiungibili, stimolanti, da rivalutare
all’occasione, dare feedback adeguati, spiegare le sedute di allenamento, l’importanza
del gesto sportivo, il significato, raccontare aneddoti, far parte della storia
sportiva dell’atleta, condividere momenti di gioia e sofferenza, di vincite e
di sconfitte, essere disposto ad ammettere di aver fatto un errore, di aver
preteso, di aver sottovalutato, di non aver considerato.
A tal proposito
riporto una dichiarazione, riportata sulla rivista Azzurro Sport di settembre
2015, da parte dell’atleta di Beach Volley Marta Menegatti dopo aver
conquistato l’Oro a Sochi, in una tappa del World Tour assieme alla sua collega
Orsi Toth: “Contentissime e fierissime di noi e del nostro staff, delle persone
che ci stanno sempre vicine, queste persone che ci hanno sempre supportato nei
momenti belli e nei momenti meno belli. E’ una gioia immensa che vogliamo
condividere con loro”.
Anche l’atleta Francesca Clapich, sulla rivista Azzurro Sport di
settembre 2015, spiega i segreti del successo, dimostrando di non mollare mai e
sapersi riprendere dopo eventuali sconfitte, infortuni o ritiri.
A seguito del titolo Europeo di Vela in coppia con l’amica atleta Giulia
Conti, ecco cosa racconta Francesca Clapich: “Siamo riuscite sempre a trovare
la forza di ripartire, anche quando le cose andavano male: Purtroppo a causa
dei tanti infortuni non riuscivamo mai a trovare la continuità giusta negli
allenamenti e, quindi, in regata pagavamo molto le poche ore passate in barca.
La nostra forza è la capacità di non mollare mai… anche quando le cose sembrano
ormai a pezzi riusciamo a trovare quel qualcosa in più che, alla lunga, fa la
differenza."
Inoltre Francesca
Clapich spiega l’importanza del Team dando merito soprattutto a tutto lo staff
che sostiene gli atleti: “Siamo appoggiate da realtà importantissime e anche
questo ci dà tranquillità. Dobbiamo anche ringraziare il nostro allenatore
federale, Gianfranco Sibello, che ci aiuta tutti i giorni e, soprattutto, ci
supporta!”
Matteo SIMONE
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