In
occasione della corsa di Miguel, sul libro-dispensa pubblicato dal titolo “Ai vostri posti
(il mondo, lo sport, le olimpiadei. I campioni che hanno vinto e quelli che non
ce l’hanno fatto) vi è riportata la vision della Uisp con le parole del
Presidente Nazionale Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti), Vincenzo Manco:
“#Liberi di muoversi è la sfida culturale che ha scelto l’Uisp, la più grande
associazione italiana di sport sociale e per tutti, nata nel 1948. Uisp
significa liberi di vincere, di perdere, di gareggiare, di rallentare, di
giocare, di esprimersi, di conoscersi, di partecipare, di camminare e di
correre. Liberi dal doping e dal razzismo. Ma anche libere di scegliere, di
esprimersi, di decidere. Significa liberi e libere di amara e di invecchiare,
di sognare e di emozionarsi. Perché questa è la visione di sport che vi
proponiamo, un’esperienza da fare insieme e in libertà.”
La Corsa di
Miguel non è solo una corsa podistica ma molto di più, è una manifestazione
organizzata dal Club Atletico Centrale con l’Unione Italiana Sport per Tutti
intitolata alla memoria di un maratoneta-poeta argentino, uno delle migliaia
dii desaparecidos uccisi dal governo argentino per fini politici. Miguel
Benancio Sanchez amava la vita, l’atletica, l’Argentina, il suo Paese.
Miguel a 18
anni, prese la sua valigia di cartone e seguì i fratelli che erano già partiti
per Buenos Aires. Fu qui che cominciò una nuova avventura. Faceva
l’imbianchino e il calciatore prima di scoprirsi innamorato dell’atletica.
Giocava nella quarta divisione con il Gymnasia y Esgrima de La
Plata. Ma l’atletica lo conquistò.
Si allenava di mattina presto e alla sera tardi con il tecnico Osvaldo Suarez,
mitico personaggio che aveva vinto tre volte la Corrida di San Silvestro.
La sua giornata era infinita. Sveglia con una mela, primo allenamento, treno,
lavoro, ancora allenamento, scuola serale per completare quegli studi che non
aveva finito. A volte rientrava all’una di notte. Aveva tanti fratelli e
sorelle, in tutti erano dieci. Era un poeta autodidatta. Il suo “Para vos
atleta”, “Per te atleta”, fu pubblicato dalla Gazeta
Esportiva di San Paolo, il 31 dicembre del 1977, nove
giorni prima della sua sparizione. Era un inno alla corsa.
E’
importante il progetto per le scuole
portato avanti dalla macchina organizzativa della Corsa di Miguel, che prevede una serie di attività per avvicinarsi delle Olimpiadi
di Rio de Janeiro, l’obiettivo è quello di spingere i ragazzi a interessarsi ai
Giochi non soltanto come gare, numeri, record, vittorie, ma studiandone le
vicende umane. Per tutto questo, la Corsa di Miguel propone alle scuole di ogni
ordine e grado, questo “viaggio” attraverso seminari, gare ed eventi, a scuola
e fuori.
Ogni istituto scolastico, attraverso una classe o un
gruppo di classi, organizza nel periodo fra il 9 e il 15 aprile 2016 (a 120
anni esatti dai giorni della prima Olimpiade dell’era moderna), delle mattinate
in cui viene presentato al resto della scuola un PERSONAGGIO o una STORIA
speciale del lungo percorso delle Olimpiadi. Alla fine del percorso, ogni
scuola interessata potrà produrre un piccolo filmato di 10 minuti che
parteciperà a un concorso a premi.
Per i
professori che aderiranno ai seminari, è prevista la consegna di un
libro-dispensa che potrà essere utilizzato nel corso dell’anno per organizzare
altre attività didattiche sulle OLIMPIADI.
In
data 19 dicembre 2015 presso lo stadio Fulvio Bernardini c’è stato un incontro
con le cosietà di atletica e le scuole, sia professori che alunni. Sono stato
intervistato da alcuni alunni, interessati a sapere perché faccio sport, come
sono le mie giornate di allenamento, quali le gare più belle, se ho avuto
pressioni, come mi alimento, se riesco ad immaginarmi senza lo sport. E’ stato
interessante essere ascoltato da questo gruppo di studenti che prendevano
appunti per poi scrivere il giornalino che è un altro progetto a cura degli
organizzatori della Corsa di Miguel.
La
cosa più importante che è emersa è che rispetto al doping, vorrebbero dare una
mano, vorrebbero essere anche loro protagonisti per arginare questo fenomeno, e
gli ho risposto che già stanno facendo qualcosa di importante interessandosi
all’argomento e considerando coloro che ricorrono al doping anche vittime
stesse e quindi andrebbero ascoltati, compresi, cercare di farli diventare una
risorsa costituendo gruppi interdisciplinare per studiare il fenomeno e cercare
di buttare giù dei programma per sensibilizzare studenti ed atleti all’importanza
della lealtà, del gioco e dello sport puliti, conoscere gli effetti deleteri
dell’uso del doping. Inoltre è emerso che a volte si smette di fare sport o
comunque non si ha tempo per fare sport perché i compiti sono troppi e non si
ha tempo. Quello che bisogna trasmettere agli studenti, la famiglia, i
professori è che lo sport è una scuola di vita, sia lo sport individuale che
quello di gruppo permettono agli atleti, ai ragazzi di conoscersi, di mettersi
in gioco, di diventare una risorsa per la squadra, di sperimentare il gioco ma
anche l’agonismo.
Lo
dice anche il Giornalista e ideatore della corsa di Miguel, Valerio Piccioni:
“Lo sport è un magnifico professore.”
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