venerdì 12 agosto 2016

La gara della vita il campionato italiano pre mondiale kendo


Attraverso lo sport si sperimenta tantissimo e si fanno esperienze straordinari sia in allenamento che in gara ed anche quando arrivano gli infortuni, ci si può rialzare e gradualmente i risultati arrivano, di seguito la testimonianza di un praticante arti marziali.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si, a 19 anni quando, successivamente ad un infortunio grave, recuperai e ottenendo i podi giusti nelle gare successive, mi convocarono per il mondiale nello stesso anno.”
Mai abbattersi, se c’è un infortunio, il vero campione è fiducioso e serenamente trova la strada per ricostruire le fondamenta ottimale per raggiungere la performance.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho iniziato da piccolo e non ho mai lascitao la disciplina che facevo, alternavo altri sport solo per preparazione fisica generale come ad esempio il nuoto. Quando si sono presentate le prime gare, ho capito che potevo avere la possibilità di essere competitivo se avessi continuato. Grazie ai miei genitori ho potuto fare delle esperienze di allenamento all’estero in Giappone ed in Korea, che per le arti marziali sono il posto migliore.”
Esplorare il mondo dello sport e confrontarsi con altri, soprattutto di altre culture è fondamentale, lo sport avvicina persone, mondi e culture.
Hai dovuto abbandonare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si, recentemente ho abbandonato il kendo per la carriera lavorativo.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “La tranquillità e la calma contribuiscono a stare bene, non avere timore di un infortunio è determinante per stare tranquilli. Per la performance è fondamentale la costanza, nell’allenamento e nell’alimentazione. Anche nelle ‘giornate no’ mantenere la concentrazione sulla meta finale. Le arti marziali sono uno stile di vita.”
Praticare le arti marziali diventa una filosofia di vita, uno stile di vita, si tende non solo alla performance ma anche al benessere, se c’è un infortunio o una giornata no, li si mette in conto e si va avanti ugualmente senza distrarsi dalla propria meta.

giovedì 4 agosto 2016

Patrizia Ziti: Nello sport non ci si allena solo con il corpo ma anche con la mente ed il cuore

Psicologo, Psicoterapeuta

Belle e significative le parole della mia amica runner e collega psicologa del benessere e dello sport Patrizia Ziti, atleta di corsa, maratone, trail. Ci racconta le sue emozioni attraverso lo sport.

Ti sei sentita campione nello sport almeno un giorno della tua vita o sempre un comune sportivo? “La mia sensazione di sentirmi campionessa non è associata ad una gara in cui sono effettivamente arrivata prima tra le donne ma ad una gara in cui ho raggiunto i miei obiettivi.”

Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Lo sport mi ha permesso di riprendere contatto con il mio corpo aumentando la sensazione di benessere che ne deriva. I fattori che hanno contribuito in tal senso sono la capacità di sopportar la fatica, di tollerare le frustrazione, l’incremento della determinazione, una maggiore capacità di condividere le esperienze.”

Soprattutto per i bambini è importante praticare lo sport per approfondire la conoscenza del loro corpo e delle loro capacità ma anche da tutti un ripasso ed un approfondimento fa sempre bene, capire quanto si può faticare, quanto ci si può divertire attraverso lo sport è importante, come è importante condividere la pratica sportiva con altri, per stare assieme, per confrontarsi, per essere competitivi, per sperimentare benessere psicofisico emotivo e relazionale.

Michele Debenedictis, ultrarunner: Scoprire il mio limite con molta cautela

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta

Un po' di tempo proposi a Michele di rispondere a un questionario teso a conoscere il mondo degli ultramaratoneti ed interessanti furono un paio di sue risposte alle seguenti domande.


Ti puoi definire ultramaratoneta?Si, penso di essere sulla buona strada.”
Hai un sogno nel cassetto?Si, continuare fino a che il fisico e la mente me lo permettono. La mia soddisfazione più grande sarebbe vincere un giorno un’ultramaratona.”

In effetti era sulla buona strada e da allora ne ha fatta tanta di strada, soprattutto nell’ultimo periodo dove è riuscito a compiere un trittico di gare impegnative e cioè la Nove Colli Running di 202,4 km impiegandoci quasi 30 ore, la settimana successiva la classicissima per gli ultrarunner 100km del Passatore da Firenze a Faenza e la settimana a seguire la Prima edizione del “Molise in pista-6 Ore in pista”, trasformando il suo sogno in realtà e cioè vincere un’ultramaratona.

Liberato Pellecchia: Maratona di Berlino PB 2h14'28", esperienza fantastica, mi emoziono tuttora

Matteo Simone 

Lo sport rende felici ed avvicina persone, culture e mondi; promuove il benessere fisico e sociale e va inteso non solo come performance volta al raggiungimento di prestazioni eccellenti, ma anche come possibilità di superare i propri limiti, incentivo all’aggregazione sociale, strumento di prevenzione e promozione della salute. 
Molte persone attraverso l’attività sportiva sono riuscite a superare i propri limiti e a raggiungere importanti traguardi. Interessante la testimonianza di Liberato Pellecchia, un maratoneta che ha indossato la maglia azzurra.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Lo sport è uno stile di vita. Crea equilibrio tra mente e corpo.” 
Come hai scelto il tuo sport?La corsa mi rende libero.” 
Nel tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione? Quali abilità bisogna allenare?Il mio sport mi ha insegnato a superare rischi e difficoltà. Bisogna curare ogni minimo dettaglio e lavorare molto sulla mente.”

Lo sport forma e trasforma le persone, insegna a superare ostacoli, crisi e difficoltà, non si tratta solo di allenare il muscolo, ma attraverso lo sport si forgia il carattere, si struttura la personalità.

Ada Nardin e Matteo Briglia importano a Roma il programma Achilles

Psicologo, Psicoterapeuta

Ada Nardin e Matteo Briglia entrambi non vedenti hanno tanto da condividere e da insegnare, condividono la passione del baseball praticando questo sport in due città diverse, rispettivamente a Roma e a Milano e diventando talmente esperti ed innovativi da esportare le loro modalità ed il loro approccio a New York negli ultimi due anni.
Questi anni e la permanenza a new York gli hanno permesso di conoscere altre realtà tra le quali il programma Achilles International volto alla pratica dell’attività podistica di atleti con disabilità, ed allora si sono illuminati ed hanno pensato giustamente di importante queste buone prassi, queste best practice in Italia e precisamente in Roma trovando terreno fertile nella loro amica Ada Ammirata già runner da alcuni anni che diventa anche presidente della Sezione Achilles Roma.
Ada Ammirata a sua volta propone questo programma, questa interessante e coinvolgente attività agli amici runner dell’Atletica La Sbarra che sposano immediatamente il programma di Achilles International organizzando un Open Day presso il parco degli acquedotti dove in massa intervengono persone con disabilità ed aspiranti guide per sperimentare questa modalità di fare sport insieme, di condividere la camminata veloce e la corsa assieme.

L’Atletica La Sbarra è una squadra che favorisce l’inclusione e l’integrazione. Ci sono atleti fortissimi come D’Antone Giuseppe di 58 anni, che riesce a competere con i primi ed a vincere sempre la sua categoria di appartenenza, il fortissimo atleta del Marocco Abdel.
Inoltre fanno parte della squadra tanti amici di lunga data over 50 che continuano a divertirsi con lo sport, ci sono le nuove leve, ragazzi più giovani che stanno trovando pian piano la loro miglior condizione come Raffele Mastrolorenzo, nuove ragazze che osano anche fare maratone come Ambra, donne forti come Roberta Luttazzi, Stefania Gabrielli, Valentina Ferrari.
Ada Ammirata ha esordito come podista nella squadra Atletica La Sbarra un paio di anni fa, inoltre tra i nuovi acquisti vi è Stefano Severoni, molto presente, disponibile, entusiasta ed attento all’altro, sia persone che animali.

mercoledì 3 agosto 2016

ACHILLES INTERNATIONAL ROMA


STEFANO SEVERONI

 
  ACHILLES INTERNATIONAL Achilles International, sorto negli Stati Uniti, è il programma che in tutto il mondo consente di correre e camminare insieme, guida e non vedente/ipovedente. Tutti i gruppi all’interno e all’esterno degli Stati Uniti operano come affiliati dell’organizzazione Achilles Internazional. Ogni gruppo può trovare una varietà di modi per reclutare, diffondere e sostenersi. Tutti i gruppi sono amministrati secondo le stesse linee guida e tutti hanno la medesima missione: consentire alle persone con disabilità di partecipare all’attività atletica tradizionale al fine di promuovere la realizzazione personale, migliorare la stima di sé, diminuire le barriere e così vivere una vita appagante. L’esperienza con atleti non vedenti permette di scoprire cosa significa correre con una disabilità quale la mancanza della vista; ognuno si sperimenta come accompagnatore negli allenamenti e in gara, mettendo da parte qualsiasi forma di competizione estrema e dedicandosi all’altro con generosità.

GLI INCONTRI DELL’ASSOCIAZIONE ROMANA L’open day romano di Achilles International Roma c’è stato sabato 30 aprile 2016 alle 17:30 al Parco degli Acquedotti in Roma. Il promotore Matteo Simone ha sollecitato l’urgente aiuto di persone generose e disposte a dedicare tempo per allenarsi con atleti con problemi visivi. Tali atleti per partecipare a diverse attività agonistiche e amatoriali, necessitano di allenarsi e quindi essere accompagnati in queste attività da “guide sportive” ossia persone disponibili a indicargli il percorso, a porgergli un braccio, a fargli evitare buche e ostacoli. Nella prima uscita di sabato 30 aprile il gruppo si è riunito davanti alla chiesa di san Policarpo. I promotori dell’iniziativa hanno spiegato il programma e assegnato ai presenti il compito di guida. Non è tanto importante la prestazione sportiva, quanto l’essere riusciti a stare insieme correndo o camminando. La cordicella univa atleta e guida, in una simbolica unione per condividere fatica, ma anche gioia lungo lo sterrato del Parco degli Acquedotti, ove diversi romani erano lì per una passeggiata prima del pasto serale. E, assieme ai podisti, il simpatico cane guida fa sperimentare la preziosità dell’animale quali aiuto alle persone con disabilità. La presidente romana del gruppo è Ada Ammirata. Ella con il suo fido cane accanto ha reso noto che i prossimi incontri saranno a cadenza mensile.

Vincenzo Fargione: La difficoltà più grande è prendere coscienza degli anni che passano

Matteo SIMONE 
 

Bisogna farsene una ragione, gli anni passano, i treni passano, importante sintonizzarsi momento per momento su quello che c’è ora, su quello che si può fare ora, su ciò che piace al momento attuale ed è possibile in base alle nostre capacità che si possono sempre sviluppare con diverse modalità, senza trascurarne alcuna.

Di seguito Vincenzo (G.S. Bancari romani) ci racconta la sua esperienza ed il suo passaggio da sedentario autista a podista determinato e resiliente.

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