lunedì 5 settembre 2016

Gabriele Abate: Mi è mancata la vittoria Europea e Mondiale individuale per pochi secondi

Matteo SIMONE 
3804337230- 21163@tiscali.it 

Gabriele Abate, una vita da campione prediligendo la Montagna ma si è saputo esprimere dal mezzofondo alla maratona con successi individuali e di squadra in tutto il mondo. 
Ideatore e organizzatore del Valsusa Trail uno dei trail più belli con la Sacra di San Michele www.valsusatrail.it
Di seguito le sue miglior prestazioni e i suoi successi e a seguire una breve intervista.
Personali: Maratona 2h20'34" Milano 2008, ½ Maratona 1h06'19" Padenghe sul Garda (BS) 27/11/2011, 10 km 30'40", 5km 14'20", 3.000 m 8'13", 1.500 m 3'53".
Migliori prestazioni 2012: Campione Europeo a squadre Corsa in Montagna - Denizli (Turchia), Campione Italiano Lunghe Distanze Carovilli (IS), Vice Campione Italiano Kilometro Verticale Chiavenna, Vice Campione Italiano Corsa in Montagna.
Migliori prestazioni 2011: Campione Europeo e mondiale a squadre Corsa in Montagna, Campione Italiano Lunghe Distanze Monte Mondone (Trento).

venerdì 19 agosto 2016

Max Monteforte: La corsa è forza, divertimento, allegria e benessere


Massimiliano Monteforte, una vita per lo sport, da atleta, allenatore, tanti progetti, tanti allenamenti.

Molto sensibile, lo conosco da un po’ di anni ed è nata una sorta di collaborazione di intenti per il benessere nello sport, per la sensibilizzazione alla lotta al doping. 
Max è anche un organizzatore di gare e tra l'altro gestiva il settore Top Atleti della Maratona di Roma.
Disponibilissimo a rispondere ad un questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance (Il punto di vista dei comuni sportivi e dei campioni, quali sono gli aspetti che incidono sul benessere e quali sulla performance).

I vari tipi di terreno nella corsa

STEFANO SEVERONI


  La corsa è un’azione ciclica, che prevede in successione una fase di appoggio del piede sul terreno e una fase di volo, ed è finalizzata al rapido avanzamento del corpo nello spazio. La durezza del fondo ha un effetto diretto sulla velocità che un atleta può mantenere su una certa distanza. Il tempo d’appoggio dei piedi su una superficie morbida è tre volte superiore rispetto a quello su una superficie dura. Ma se una superficie dura favorisce dei tempi più veloci, rende anche più facile incorrere in un infortunio da stress o da sforzo prolungato. Il fondo da prediligere per le corse di un atleta dipende dall’obiettivo del proprio allenamento.
                                                                        ASFALTO 
   La maggior parte delle gare di corsa su strada si svolge sull’asfalto. La sua consistenza facilita il mantenimento del ritmo. Per chi si allena d’abitudine su questo tipo di fondo – non certo morbido –è necessario procurarsi un paio di scarpe da corsa ben ammortizzate e non usurate.
                                                                        CEMENTO
  
Il cemento è un materiale assai duro e non va bene correrci sopra troppo spesso o troppo a lungo, senza scarpe adeguatamente ammortizzate. L’unico aspetto positiva del correre sui marciapiedi, è che si hanno inferiori probabilità di essere investiti da un’autovettura o motoveicolo.
   

giovedì 18 agosto 2016

Enrico Mandile, gara della vita: la più dura, la 100miglia del Magredi

Matteo Simone 

A volte si cerca di cambiare stile di vita, per esempio si arriva alla consapevolezza che il fumo tutto sommato può nuocere alla salute e allora può capitare di incontrare la corsa che all’inizio può sembrare faticosa, noiosa ma poi gli allenamenti e le gare diventano come ciliegie l’una tira l’altra.

Di seguito l’esperienza dell’ultrarunner Enrico Mandile.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Gradualmente, prima come alternativa al fumo, dopo come piacere.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance?Non avendo mai praticato la corsa, ho scoperto un mondo nuovo. Le lunghe distanze sono arrivate poco dopo quando ho iniziato gradualmente ad aumentarle.

La gradualità è fondamentale per innamorarsi di qualcosa come può essere anche un’attività fisica come la corsa.

mercoledì 17 agosto 2016

Luigia di Palma, arciere: Allenare il fisico, la respirazione, gli occhi sul bersaglio

La competizione dura soltanto in quel lasso di tempo che tendi l’arco per scoccare la freccia.

Scegli uno sport e fanne diventare una passione, vedrai che ti farà sperimentare sensazioni ed emozioni inaspettate e farà di te una persona attenta, efficace, resiliente, serena.
Lo sport ti viene a cercare oppure lo incontri per caso, di seguito Luigia di Palma dell’associazione ASD Arco Sport ROMA - Ordo Draconis della FITAST Federazione Italiana Tiro con Arco Storico e Tradizionale, oltre ad essere iscritta nelle Fiamme Bianche, ci racconta la sua esperienza con un attrezzo sportivo.

Mary Moor: Le mie non sono imprese, ma semplice passione di correre

Matteo Simone

Dedicato a Mary Moor 

Nella vita ciò che conta è la capacità di ricominciare dopo essere caduti” José Mujica (Presidente della Repubblica dell’Uruguay) 
L’atleta vincente riesce a trovare la determinazione, la calma, lo spirito di sacrificio per ricominciare dopo ogni stop prolungato, dopo ogni sconfitta. Importanti sono la meditazione, la visualizzazione, il lavorare sull’autoefficacia, esercizi di rilassamento.
Attraverso la meditazione la persona riesce ad aspettare i tempi occorrenti per il recupero, riesce a comprendere che tutto passa, tutto sorge e tutto muore, riesce a non reagire agli eventi spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a programmare una formulazione del goal setting, un piano degli obiettivi graduali con una giusta scansione temporale.

lunedì 15 agosto 2016

Mary Moor: Utrarunner fino alla fine, riprendere da dove ho lasciato

Matteo SIMONE 

Mary Moor, ultrarunner che sta affrontando il tumore, come se fosse la sua prossima gara, con il sorriso, con la speranza, la forza, la determinazione.

La cosa più importante è partire da se stessi, la fiducia in se stessi, l’autoefficacia sperimentata già in gara, la resilienza, l’aver superato altri periodi di crisi, di difficoltà, io comunque le sono vicino.
Di seguito Maria ci racconta come sta affrontando questo periodo con la vicinanza ed il sostegno di tanti amici runner.
Com’è vivere la malattia per una atleta abituata a fare tanti km di corsa?Difficile da accettare, ti senti catapultato fuori dal proprio mondo, come una punizione, gli altri corrono e tu stai fermo a guardare. Ti ritrovi in una vita che non ti appartiene, di mondi e menti diversi da te.  Ma a parte questo vivo la malattia come un evento naturale della vita.”
 

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