domenica 3 agosto 2014

La meditazione consiste nel riportare la mente al momento presente


“Si può assaporare completamente una situazione piacevole , senza dispiacersi quando finisce perché si comprende che ogni cosa è destinata a passare.”

William Hart

 

Non si tratta di un esercizio di respirazione, bensì di consapevolezza. Lo sforzo non è quello di controllare il respiro, ma quello di prendere coscienza di come il respiro stesso si manifesta.

Sforzandoci di fissare l’attenzione sul respiro impariamo a rimanere nella realtà del momento presente.

Quando ci sediamo tranquilli e fissiamo l’attenzione sul respiro, senza l’interferenza di alcun pensiero, attiviamo e manteniamo un salutare stato di autoconsapevolezza.

Questo istante, il presente, è proprio il più importante. Non possiamo vivere nel passato, perché se ne è andato. Non possiamo vivere nel futuro, perché ancora non esiste. Possiamo vivere solo nel presente.

Se siamo inconsapevoli delle nostre azioni presenti, siamo condannati a ripetere gli errori del passato, e non potremo mai riuscire a realizzare i nostri sogni nel futuro. Se siamo in grado di sviluppare la capacità di essere consapevoli del momento presente, possiamo servirci del passato, come guida, per regolare le nostre azioni future.

L’obesità può essere prevenuta adottando stili di vita sani


L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica esistenti in quanto può essere causa di malattie metaboliche anche molto gravi. È caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita sedentaria. Per alimentazione scorretta dobbiamo riferirci ad una dieta ricca di carboidrati, grasso ed alcol e/o che comunque comporti il consumo abituale giornaliero superiore alle 2.000 kilocalorie. Giova forse ricordare che un piatto di pasta ben condita contiene circa 400 kcalorie, che altrettante ne contiene mezzo litro di aranciata o coca cola o che una merendina ne contiene un centinaio. (1)

Già nel 2002 Eric Schlosser in Fast Food Nation aveva individuato nei seguenti fattori la recente epidemia di obesità:

mancanza di educazione alimentare

estinzione della cucina casalinga (con cibi preparati a partire da alimenti freschi)

convenienza pratica dei cibi pronti, , da scaldare.

L’obesità ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro; in primo luogo una eccessiva/cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare; rari i casi ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali.

Per tutti il pilastro della longevità e della salute è la presenza costante di una buona attività fisica, che sia varia e possibilmente divertente per non essere abbandonata. (3)

Affrontare lo sport incrementando la capacità di resilienza che c'è in ognuno di noi

Matteo SIMONE

Si è tenuto nel novembre 2013 ad Ancona, nell’aula Terzo Censi del Palarossini, il convegno dal titolo "Gestione dello stress e lavoro di squadra nelle emergenze subacquee".

Sono intervenuti relatori esperti del settore da tutta Italia e nutrita è stata la partecipazione di istruttori ed appassionati della disciplina.
Sul tema “Sport e resilienza” ho fornito gli strumenti per affrontare lo sport ed in particolare l'attività subacquea incrementando la capacità di resilienza che c'è in ognuno di noi.
L’obiettivo dell’intervento è stato illustrare, in maniera teorico e pratico-esperienziale, aspetti inerenti la resilienza e le modalità per svilupparla; fornire strumenti teorico-pratici per stimolare l’autoconsapevolezza e valorizzare le risorse personali e di rete; presentare un mio modello di intervento denominato: O.R.A. che è l’acronimo di Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia.

E’ importante focalizzarsi sulle cose che si fanno

Matteo SIMONE  

Nella fase precontemplativa sei consapevole del proprio disagio, nella fase contemplativa hai capito di avere dei problemi e vorresti fare qualcosa per star meglio, mentre la fase successiva a quella contemplativa è la fase dell’azione e poi del mantenimento, cioè la persona inizia a fare qualcosa di diverso per star meglio e persegue in questo nel tempo.

Il carattere è difficile da cambiare se non fai un percorso di psicoterapia con un terapeuta con il quale si instaura una buona alleanza terapeutica.
Suggerirei, innanzitutto, un approccio di autoconsapevolezza e di rispetto maggiore della tua persona, nel senso di fare le cose con attenzione e rispettando i tempi e le sensazioni che sperimenti. E’ importante focalizzarsi sulle cose che si fanno pienamente senza distrazioni, senza fretta, senza mettere troppa carne sul fuoco e rispettando i tempi di recupero, di stacco tra una cosa e un’altra in modo da goderne appieno.

La corrida: una cultura della crudeltà


Mi considero una persona rispettosa di me stesso, degli altri, del prossimo in generale, degli altri uomini fortunati e sfortunati, rispettoso degli stranieri, dei migranti, delle persone che si trovano in situazioni difficili, di disagio, di guerra, di torture.

Con il passare degli anni sono diventato sempre più rispettoso non solo delle persone, degli esseri viventi umani, ma anche rispettoso degli animali, degli esseri viventi animali che considero simili all’uomo, simili a noi, con le proprie famiglie, i propri organi interni, che hanno delle anatomie e fisiologie simili alle nostre, forse dei sentimenti, delle emozioni simili alle nostre, che soffrono come soffriamo noi quando perdiamo un famigliare, un parente, un amico.

 Così, quindi, considero gli animali degni di rispetto, degni di prorpi diritti, di proprie libertà.

Sono venuto a conoscenza del progetto BASTA CORRIDA TOUR 2014 - BfA (Bike for Animals) ideato da Paolo BARBON ed ho pensato di poter partecipare assieme agli attivisti francesi e spagnoli per urlato il nostro NO alle violenze sugli animali, alla vergogna della corrida.

Più che urlare, personalmente ritengo che è importante già parlare di queste tematiche, sensibilizzare l’opinione pubblica, i cittadini del mondo, della terra su quello che avviene solo perché si tratta di una cultura, solo perché attorno alla corrida ci sono degli interessi enormi, ci sono persone che campano per un lavoro trasmesso da generazioni precedenti, ma credo che le persone abbiano bisogno di essere più consapevoli, di considerare quello che succede, di come si fa turismo sulla morte atroce di esseri viventi animali, di come una cultura della morte, dell’aggressività è nociva non solo per gli animali ma anche per i bambini, per gli esseri viventi umani.

 

martedì 24 giugno 2014

La gara non inizia alla partenza e non finisce all’arrivo



La gara inizia con il credere di poterci riuscire, con il documentarsi sulla competizione, con lo stilare un programma di massima, con il rivolgersi ad un tecnico.
Nella preparazione non bisogna tralasciare nessun dettaglio, è opportuno ascoltare i suggerimenti di coloro che hanno già sperimentato tale evento sia per ciò che concerne la gara che per quello che riguarda la preparazione.
Durante la preparazione è consigliabile svolgere le sedute di allenamento della durata prevista, così come è importante cercare di partecipare ad alcune gare test.
E’importante avvicinarsi alla gara continuando ad ascoltare i consigli di coloro che ci sono già passati, per quanto riguarda, per esempio, la giusta alimentazione nel periodo precedente la gara o il saggio recupero pre e post gara.
Durante la gara è importante seguire un approccio volto all’attenzione, all’autoconsapevolezza, all’ascolto interno.

Capoeira: arte marziale, danza e gioco con regole e tradizioni da rispettare

La Capoeira nacque in Brasile da schiavi provenienti dall’Angola che si esercitavano tra di loro a combattere mentre erano reclusi in celle molto basse.

La Capoeira è stata per un periodo vietata perché si temeva che gli schiavi si preparassero troppo bene a combattere e questo non era accettabile per le autorità locali, così quando i capoeiristi si accorgevano di essere visti simulavano di danzare.
Per questo motivo, la pratica della Capoeira rimase clandestina e da ogni capoerista era attribuito un soprannome, usanza ancora attuale.
La Capoeira è un arte marziale che può sembrare una danza, ma è anche uno stile di vita, una modalità di comunicazione, di aggregazione multiculturale con regole, tradizioni ed etica da rispettare.
Capoeira Angola
Il Mestre Pastinha cercò di preservare gli elementi di matrice africana e popolare dando grande rilievo all'aspetto ludico, al canto e alla batteria. La tradizione da lui portata avanti prese il nome di Capoeira Angola.

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