giovedì 12 febbraio 2015

Lo psicologo non ha la bacchetta magica

Può succedere che prima dell’inizio di una competizione sportiva o durante la competizione in un momento decisivo come può essere un canestro o un rigore, l’atleta possa avere delle sensazioni che ritiene negative: spiacevoli, disturbanti, di ansia eccessiva, di troppa tensione, di paura, di blocco.
Queste sensazioni possono derivare da diverse cause consce o inconsce.
Ad esempio, l’atleta può competere con atleti ritenuti più forti di lui, può competere dopo un periodo di infortunio e non sentirsi sicuro di esprimersi in una prestazione eccellente, può sentire le pressioni di alcune figure del suo staff o di persone per lui ritenute importanti.

Lo sport è un’esperienza utile a fortificare il carattere

Ci sorprendiamo ad apprendere che anche i disabili praticano sport, abbiamo difficoltà ad immaginare come possano fare a superare le proprie disabilità per praticare un determinato sport, per esempio il calcio praticato dai non vedenti, oppure il basket in carrozzina, eppure il disabile riesce ad eccellere nello sport, ed è anche determinato nei suoi obiettivi, riesce ad ottenere i successi prefissati grazie alla sua capacità, alla sua determinazione, alla sua voglia di emergere, di stare con gli altri, di dimostrare il suo valore, di riscattarsi, comunque tutte motivazioni che si riscontrano negli sportivi non disabili, e succede che anche alcuni atleti disabili facciano uso di sostanze dopanti, così come molti atleti disabili mostrino il loro fairplay come il pluricampione Alex Zanardi, che è un esempio per tutti. (1)
In un’intervista a cura di Marisa Vicini fatta a Paolo Barbera emerge l’importanza dell’attività sportiva. Paolo perde la vista a 13 anni in seguito a uno schizzo di calce chimica che gli ustiona gli occhi danneggiandoli in modo irreversibile. Subisce 21 interventi, fra cui un trapianto bioingegneristico di cornea che gli consente di recuperare parzialmente la visione da un occhio. A 17 anni esordisce nell’atletica leggera con i 400 metri, si specializza più tardi nel mezzofondo - 800 e 1500 - e cambia infine specialità passando al fondo; attualmente si dedica a maratona e mezza maratona. Ha collezionato sei uscite internazionali - tra mondiali, europei e una Paralimpiade - che gli hanno portato due argenti e un oro.

Obiettivi nello sport e nella vita

La pratica di darsi obiettivi
Fai un programma dei tuoi prossimi obiettivi, cosa vuoi raggiungere in ordine prioritario e temporale?  E come? Cosa sei disposto a fare, a rinunciare, a sacrificare? Cosa devi evitare o devi fare per raggiungere i tuoi obiettivi? Qual è il costo? Ne vale la pena? (2)
Solo con una chiara e dettagliata idea di quelli che sono i tuoi propri obiettivi la mente riesce ad organizzare  comportamenti in funzione del raggiungimento dell’obiettivo stesso.
E’ necessario innanzitutto formulare obiettivi: a BREVE TERMINE, fissare un determinato risultato da raggiungere entro uno o due mesi; a MEDIO TERMINE, periodo di 6 mesi, deve essere il risultato di una serie di obiettivi a breve termine; a LUNGO TERMINE, può essere fissato in un periodo di un anno e comprende la pianificazione di un'intera stagione.
Un esempio di obiettivo a lungo termine lo dichiara, ad un’intervista, Roberto Rugo, responsabile del settore giovanile della Scaligera basket targata Tezenis: “Qual è il vostro obiettivo a lungo termine? Sicuramente non quello di primeggiare in città, né quello di ottenere risultati di squadra. L’obiettivo è di costruire giocatori per le categorie senior: dalla Legadue ai campionati regionali. La problematica maggiore oggi è che i ragazzi che escono dalle giovanili, non sono pronti per le categorie senior: sia come impegno, che come approccio mentale. (3)
I PRINCIPI DEL GOAL SETTING

Tra accoglienza, transito e respingimento dei migranti e rifugiati

Sono in aumento gli sbarchi dei profughi in provenienza dall’Africa e dall’Asia medio-orientale. Al 31 agosto 2014 le persone sbarcate in Italia sono state complessivamente 112.689. (1)
In assenza di vie sicure e regolari per entrare in Europa, ogni anno sono decine di migliaia le persone che, alla disperata ricerca di asilo o di una vita migliore, tentano la traversata del Mediterraneo centrale. Nei primi nove mesi del 2014, nel tentativo sono morte più di 2500 persone. Mare Nostrum, l’operazione condotta dall’Italia, è riuscita per il momento a tamponare queste problematiche, ma da sola non basta né può essere una soluzione duratura.
È più che mai urgente e necessario che l’Unione europea intervenga con un’operazione di ricerca e soccorso dotata di risorse adeguate e con mandato europeo per onorare quella che è una responsabilità europea comune.
Il 10 luglio 2014 è intervenuto un accordo Stato-Regioni-Enti Locali per un piano nazionale di accoglienza e i posti messi a disposizione dallo SPRAR (Sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati) sono stati portati a quasi 20mila entro il triennio 2014-2016.
Eventi formativi e culturali gratuiti:

Il pilastro della longevità e della salute è la presenza costante di una buona attività fisica

Per tutti il pilastro della longevità e della salute è la presenza costante di una buona attività fisica, che sia varia e possibilmente divertente per non essere abbandonata. L’obesità può essere prevenuta adottando stili di vita sani, ovvero con un’alimentazione corretta e un’attività fisica adeguata.
L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica esistenti in quanto può essere causa di malattie metaboliche anche molto gravi. È caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita sedentaria. Per alimentazione scorretta dobbiamo riferirci ad una dieta ricca di carboidrati, grasso ed alcol e/o che comunque comporti il consumo abituale giornaliero superiore alle 2.000 kilocalorie. Giova forse ricordare che un piatto di pasta ben condita contiene circa 400 kcalorie, che altrettante ne contiene mezzo litro di aranciata o coca cola o che una merendina ne contiene un centinaio. (1)
L’esercizio fisico regolare comporta effetti positivi sulla salute fisica, svolgendo un ruolo protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari, osteoarticolari, cerebrovascolari, delle patologie del metabolismo, e della salute mentale, con una ricaduta positiva sull’umore. Nonostante la lotta alla sedentarietà sia negli ultimi anni entrata a far parte dell’agenda europea tra le azioni da intraprendere per promuovere la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, in Italia uno stile di vita sedentario caratterizza nel 2013 ancora il 41,3% delle persone di 14 anni e più.

mercoledì 11 febbraio 2015

Lo sport è essenzialmente un'attività divertente

Motivi dominanti che si trovano alla base della scelta di praticare una disciplina sportiva:
- il divertimento;
- il desiderio di stare con gli amici o di farsene di nuovi (l’affiliazione);
-  l’acquisizione e il miglioramento delle abilità sportive (competenza);
-  l’affrontare situazioni eccitanti per tentare di superarle (attivazione);
-  il mantenimento della forma fisica;
Affiliazione, cioè la necessità per l’individuo di stabilire relazioni interpersonali con i suoi simili.
La socializzazione non è prerogativa degli sport di squadra perché anche negli sport individuali ci sono allenamenti di gruppo, trasferte e occasioni di scambi in compagnia.

Problema dell'abbandono della pratica sportiva da parte dei giovanissimi atleti

La ricerca sulla motivazione alla pratica sportiva da parte dei giovani si è sviluppata a partire dalla seconda metà degli anni ’70 soprattutto attraverso un paio di ricerche a cura di  Alderman e Wood (1979) e di Sapp e Haubenstricker (1978).

Alderman e Wood (1) fanno riferimento a un precedente modello di Birch e Veroff (1966), che hanno individuato sette sistemi di incentivi/motivi che regolano il comportamento degli esseri umani:
-       affiliazione: opportunità di stabilire relazioni interpersonali significative e di essere confermati nella propria capacità di stare in gruppo e di fare e mantenere amicizie;
-       potere: opportunità di influenzare e controllare gli altri;
-       indipendenza: opportunità di fare cose senza l‟aiuto di altri;
-       stress: opportunità di svolgere attività eccitanti;
-       eccellenza: opportunità di acquisire abilità sportive per il proprio interesse: primeggiare su un altro;
-       successo: opportunità di acquisire prestigio, approvazione sociale, status e altri rinforzi estrinseci;
-       aggressività: opportunità di dominare gli altri.

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