Motivi dominanti che si trovano alla base
della scelta di praticare una disciplina sportiva:
- il divertimento;
- il desiderio di stare con gli amici o di farsene
di nuovi (l’affiliazione);
- l’acquisizione e il miglioramento
delle abilità sportive (competenza);
- l’affrontare situazioni eccitanti
per tentare di superarle (attivazione);
- il mantenimento della forma
fisica;
Affiliazione, cioè la necessità per
l’individuo di stabilire relazioni interpersonali con i suoi simili.
La
socializzazione non è prerogativa degli sport di squadra perché anche negli
sport individuali ci sono allenamenti di gruppo, trasferte e occasioni di
scambi in compagnia.
Volontà di raggiungere il successo
acquisendo così prestigio, status sociale via via più elevato e rinforzi
estrinseci.
MOTIVAZIONE
INTRINSECA
Si compie
un’azione perché motivati dal piacere che procura l’attività in cui si è
impegnati.
Spinta interiore
che sostiene il desiderio di fare bene e l’impegno in un’attività dalla quale
si trae soddisfazione per ciò che si fa e per come lo si fa.
MOTIVAZIONE
ESTRINSECA
In questo caso
il comportamento sembrerebbe maggiormente mosso dal bisogno di raggiungere una
approvazione esterna piuttosto che verso la soddisfazione di un bisogno
individuale.
Atleti motivati intrinsecamente:
Lo sport in
questo caso può essere visto come il modo per sentirsi realizzato raggiungendo
una meta importante per se stessi ponendosi continuamente nuovi limiti e
superandoli per arrivare al più alto grado di eccellenza.
La forza di questo tipo di motivazione è
tale che si può ipotizzare una maggiore facilità di gestione delle difficoltà,
di eventuali infortuni ed incomprensioni con l’allenatore o compagni.
Atleti
motivati estrinsecamente:
All’estremo opposto del continuum troviamo
invece gli atleti estrinsecamente motivati.
In questo caso l’individuo ha bisogno di
continui rinforzi, positivi o negativi, da parte di altre persone per portare
avanti la sua attività.
La motivazione può venire dal di fuori, come
la motivazione per vincere medaglie, ricevere ricompense finanziarie, e
attirare l'attenzione dei media.
Questi rinforzi possono essere di natura
materiale o psicologica e sono chiamati appunto ricompense estrinseche.
Equilibrio
motivazione intrinseca ed estrinseca per il successo.
- la
persistenza;
- un
atteggiamento positivo;
- la
concentrazione inflessibile;
tendono
ad essere sia estrinsecamente ed intrinsecamente motivato.
Gli atleti che sono prevalentemente
estrinsecamente motivati tendono a scoraggiarsi quando sperimentano un calo
di forma.
Gli atleti che sono prevalentemente
intrinsecamente motivati spesso non hanno la spinta competitiva per diventare
campioni. Essi tendono a godere di padroneggiare i compiti che compongono la loro
disciplina scelta, ma non hanno una forte vena competitiva nella loro
personalità.
Gli allenatori devono essere consapevoli che
la promozione delle motivazioni
intrinseche realizza i migliori risultati psicologici per i bambini.
Molti genitori sono responsabili del fatto
che i loro figli abbandonano prematuramente lo sport per tale enfasi sulla
conquista della vittoria a discapito della partecipazione come solo
divertimento.
Allenatori
e genitori devono lavorare insieme per creare un clima positivo motivazionale
per i giovani atleti.
Il clima motivazionale può essere orientato
alla prestazione, il che significa incentrato sul confronto sociale e vincente
o padronanza oriented, il che significa concentrarsi su obiettivi di
auto-referenza e sentimenti di competenza. Quest'ultimo tipo di clima è di gran lunga
migliore per i giovani atleti.
Hanno bisogno di tempo per padroneggiare
appieno le tecniche applicate nel loro sport, senza la pressione di vincere.
Importante
lezione per i bambini è imparare che lo sport è essenzialmente un'attività
divertente .
E’ molto più importante avere un’alta
motivazione intrinseca che un alto contenuto di motivazione estrinseca.
La motivazione estrinseca è efficace solo
quando la motivazione intrinseca è elevata.
Essere determinati esclusivamente da
motivazioni estrinseche non è psicologicamente sano, perché la mancanza di
ricompense intrinseche può portare a smettere. La motivazione intrinseca ti
aiuta a superare le zone asciutte nella tua carriera e mantiene l'accento sul
divertimento.
L’aspettativa
della vittoria non è una cosa negativa, purchè non sia l’unico obiettivo.
La tennista Kvitova: “Ero concentrata solo
sul punto successivo, sul mio gioco, non sulla finale, sulla vittoria.”
La tennista Sharapova: “ La sconfitta fa
male, lei ha giocato in maniera incredibile. Comunque è stato importante
tornare in finale, dopo alcuni anni difficili mi sto ritrovando, sono ancora
più determinata a rivincere un grande torneo.”
Se
gioco solo per vincere sarò terrorizzato dalla paura di perdere (da qui l’ansia da prestazione) e non
riuscirò a giocare al pieno delle mie potenzialità. L’esempio classico sono
tutti quei ragazzi che rendono meglio in allenamento che in gara.
Alcuni
consigli utili:
-
Non attribuire troppa importanza ai risultati
(da parte di genitori, allenatori, dirigenti);
-
Prestare attenzione all’impegno, ai
miglioramenti con sé stesso e non fare paragoni con gli altri.
Ogni atleta desidera essere rinforzato per
la qualità della sua prestazione più che per la vittoria. Talvolta, invece,
l'allenatore è più preoccupato a vincere o a non perdere piuttosto che essere
interessato alla prestazione dei suoi atleti.
Esiste una relazione negativa tra la
motivazione intrinseca e l’orientamento al sé.
Gli atleti orientati al sé considerano l’attività sportiva solo come un mezzo per dimostrare la loro superiorità sugli avversari.
Gli atleti orientati al sé considerano l’attività sportiva solo come un mezzo per dimostrare la loro superiorità sugli avversari.
Psicologo, Psicoterapeuta
Gestalt ed EMDR
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