martedì 22 gennaio 2019

Perché correre una ultramaratona?


Nel 2019 sono stato a Baku in Azerbaijan e partecipando a una competizione locale mi sono imbattuto in Artyom Aliyev, un ragazzo estremamente simpatico e ultrarunner con il quale abbiamo parlato delle nostre “pazzie” sportive ma lui è molto più estremo, di seguito le sue parole che racchiudono l’essenza della complicità nelle esperienze estreme: “Thank you for your lifestyle! For your crazy friendship, thank you! Thank you, for your hard work for your books!”
Ho approfondito il mondo delle ultramaratone sia per esperienza diretta sia perché mi sono avvicinato a queste persone.  Ho scoperto che queste gare estreme diventano in realtà un investimento in termini di arricchimento personale: sono l’occasione per incrementare la consapevolezza, l’autoefficacia e la resilienza.

lunedì 21 gennaio 2019

Intervista a due ultrarunner: Monica Casiraghi e Sara Valdo


La fatica fisica nello sport viene ripagata da un benessere mentale prima di tutto e poi anche da una soddisfazione derivante da vittorie; non è da tutti riuscire e primeggiare in questo tipo di gare lunghe e a condizioni considerate quasi estreme.
Di seguito Monica e Sara raccontano la loro esperienza attraverso risposte a un mio questionario di un po’ di tempo fa, raccontando la loro passione, le loro motivazioni e cosa significa sfidare i propri limiti: Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta?
Monica:Ho iniziato a correre da bambina, prima gare veloci poi mezze maratone e maratone cercando sempre di migliorare, poi sono passata alle ultra, perché sentivo che quella era la mia strada; alla fine di ogni maratona potevo continuare ancora per km, e perché il mondo dell’ultramaratona è affascinante! La mia prima ultra è stato un mondiale di 100km, una sfida con me stessa!
Sara: “Da giovane ho praticato sci, nuoto e pallavolo, non a livelli competitivi, ma per il benessere di fare sport. Poi un giorno alcuni amici mi hanno proposto le non-competitive della domenica e da lì ho iniziato a correre. Mi piacerebbe fare un po’ di Triathlon, insieme alla corsa.”

Non c'è un'età per scendere dal treno dello Sport, se si è stanchi si può rallentare

Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta

Non c'è un'età per scendere dal treno dello Sport, se si è stanchi si può rallentare, non bisogna dar conto a nessuno se non a se stesso, puoi arrivare ultimo ma sarai sempre acclamato, decidi tu quando scendere. 

Abbiamo una certa età e non molliamo; tocca lasciare spazio a bimbi e ragazzi, hanno tante energie da spendere e una vita intera da affrontare e con lo sport hanno una marcia in più.  
Portiamoli nei parchi, nei campi, per la strada non teniamoli in zona di troppo confort. Lo sport fa continuare a giocare come bimbi, fa perdere l'età anagrafica, fa apprezzare il gusto di sporcarsi, cadere, sbagliare. A volte lo sport contagia, confonde, fa perdere il senso del tempo atmosferico, del tempo che passa. A volte lo sport fa incontrare persone e paesaggi, fa viaggiare nei sogni e nella realtà.

sabato 19 gennaio 2019

Hideaki Yamauchi, 100 km 06h18’22”, Campione Mondiale nel 2016 e nel 2018

Spain 100km world championship is most beautiful emotion

La miglior prestazione sulla distanza della maratona dell’ultrarunner giapponese Hideaki Yamauchi è di 02:18:24 ottenuta a Tokyo (JPN) il 25 Febbraio 2018, mentre la sua miglior prestazione sulla 100 chilometri è di 06h18’22” ottenuta a Los Alcázares (ESP) il 27 Novembre 2016 vincendo il titolo di Campione Mondiale della 100 km davanti al sudafricano Bongmusa Mthembu  06h24’05” e lo statunitense Patrick Reagan bronzo 06h35’42”, mentre il nostro Giorgio Calcaterra si classificò al 7° posto in 06h41’16”.

Salvatore Musone: 100 km in 08h27’, grandissima soddisfazione

Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it

Musone Salvatore un forte atleta con la corsa stampata nel DNA, da piccolo aveva questa passione tanto da partecipare da minorenne a gare e vincerle con facilità, sempre pronto a sfidare se stesso e gli altri.

Con gli anni i chilometri da percorrere e la fatica lo impressionavano sempre di meno e così si è spinto in gare sempre più dure fino ad arrivare a percorrere la 100km con un risultato di rilievo, si seguito ci racconta la sua esperienza di ultramaratoneta.
Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare?Si, a Roma in maratona sono riuscito a finirla in 2h43’12”, 69° assoluto, 3° di categoria. Era il top per me, poi, grazie ad alcuni amici con la stessa preparazione sono riuscito a fare il famoso salto di qualità spingendomi oltre, maratona conclusa in 2h 39’15” mio record e quando mi sono spinto a finire la 100 km in 8h 27’ grandissima soddisfazione.”

Sempre più performante Salvatore, soprattutto in maratona non temeva la fatica e nemmeno i chilometri, con dedizioni e programmi di allenamento riesce ad ottenere brillanti risultanti soprattutto grazi anche ad amici di allenamento ed ora è lui che diventato tecnico FIDAL allena podisti, maratoneti ed ultramaratoneti.

giovedì 17 gennaio 2019

La prima 6 Ore di Roma organizata dall’Atletica Villa De Sanctis e altri runners

Matteo Simone 

L’A.S.D. Atletica Villa De Sanctis e altri runners organizzano la prima sei ore di Roma che si svolgerà il 13 Luglio con partenza alle ore 24.00 su un percorso sterrato ma battuto di 1 km presso la Villa De Sanctis in via Casilina a pochi chilometri dal centro di Roma.

La notizia l’ho saputa in anteprima dall’amico runner Pierluigi Lops con il quale condivido la fatica e la gioia della corsa e dell’ultracorsa in allenamento presso i parchi di  Tor Tre Teste e villa de Sanctis e in gare corte e ultramaratone e anche come guide di atleti con disabilità visiva e come pacer in maratone.
L’A.S.D. Villa de Sanctis dal 2007 al 2012 e anche nel 2015 si è classificata al primo posto ed è nell’Albo d’oro del Gran Prix IUTA (Italian Ultramarathon and Trail Association) di Ultramaratona, nessuna società ha vinto così tante volte.

Conosco tanti atleti della società Villa De Sanctis già da tanto tempo, da prima che si costituisse la squadra e molti di loro facevano parte della mia squadra l’Atletica La Sbarra.

Simone Leo: La Brasil 135 per chiudere il cerchio delle 7 ultra più dure al mondo

Mi mancava nell'elenco delle gare che sognavo!

Da un po’ di anni seguo le imprese degli ultramaratoneti e partecipo io stesso ad alcune gare per conoscere questo mondo sorprendente e privilegiato, per comprendere cosa passa nella mente degli ultrarunner e nella mia stessa mente. Mi imbatto in ultramaratoneti che si metono in gioco sfidando se stessi e portando a termine gare considerate imprese e lunghi viaggi della durata superiore ai 200km con condizioni climatiche assurde e terreni anche impervi e con dislivello.

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