giovedì 6 giugno 2019

Davide Cheraz convocato per i Campionati Mondiali di Trail


E’ il mio primo mondiale, cercherò di fare del mio meglio

Il prossimo 8 giugno sono programma a Miranda do Corvo (Portogallo) i Campionati Mondiali di Trail, dodici gli azzurri convocati, 6 donne: Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia, e 6 uomini: Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer.
Tra i convocati interessante la carriera sportiva di Davide Cheraz che da ragazzino gareggiava in mtb, poi è passato al Winter Triathlon conquistando agli Europei e Mondiali a Jamijarvi il quarto posto. Dal 2012 ha iniziato a fare gare di trail e dal 2013 è un atleta del Team Salomon Italia. E’ tesserato FIDAL con l’Atletica Sandro Calvesi e vanta sulla mezza maratona un personale di 1h09’59” ad Abbiategrasso il 22 ottobre 2017 e in maratona di 2h26’51” a Valencia il 19 novembre 2017.
Di seguito, Davide racconta alcune impressioni pre gara rispondendo ad alcune mie domande: Rispetto ai mondiali ti senti pronto?Mi sento pronto perché mi sono riuscito ad allenare bene in questi mesi senza alcun intoppo.” Quali sono tue aspettative e consapevolezze?E’ il mio primo mondiale e non ho un’aspettativa, cercherò di fare del mio meglio per me e per la squadra.”

Davide ha tante esperienze nello sport non solo di forza e resistenza ma anche di agilità e scaltrezza avendo praticato mtb e triathlon sport che richiedono scaltrezza e velocità nei cambi di ritmo e nelle transizioni per perdere il meno tempo possibile e per ripartire sempre alla grande: Avete con voi medici, fisioterapisti, tecnici, nutrizionista, psicologo?Si come staff qua per aiutarci c'è Tito, Fulvio Massa, Paolo Germanetto e Stefano Punzo.”

In una gara internazionale come un mondiale trail in Portogallo è bene che ci sia personale professionista a disposizione degli atleti per supportare, consigliare, provvedere e rendere il più agevole possibile il loro periodo di impiego per la gara che va dalla partenza dall’Italia al ritorno a casa gestendo tutte le fasi, dal pre gara, gara e post gara: Senti che c'è la squadra Italia?Credo siamo un bella squadra che possiamo dire la nostra, sicuramente daremo il massimo.”

Si tratta di una prestazione di atleti italiani sia individuale che di squadra quindi tanto meglio se si respira un buon clima che permette di essere sereni e concentrati per fare del proprio meglio sia livello individuale che di squadra.

https://www.facebook.com/theheartofkenyanrunning/

mercoledì 5 giugno 2019

Nanda Bianconi: Il Passatore è un viaggio bellissimo, un sogno ricco di emozioni


La 47^ edizione della 100 km del Passatore è stata vinta da Marco Menegardi che ha preceduto l'ucraino Serhii Popov e il croato Dejan Radanac 7h23’37”. Al 6° posto e prima delle donne si classifica la croata Nikolina Sustic precedendo Federica Moroni la croata Veronika Jurisic e Sara Trevisan. Di seguito, le impressioni di Nanda Bianconi attraverso risposte ad alcune mie domande: Come ti è sembrato il Passatore? La parte più critica?Il Passatore è un viaggio bellissimo, un sogno ricco di emozioni. La parte più critica, la discesa della Colla, quando mi ha abbandonato la lampada frontale e mi sono ritrovata sola ho avuto un po' paura del buio poi ho pensato che potevo usare la luce del telefonino.”

Riuscire a portare a termine una 100km è davvero un sogno soprattutto per una ragazza che si è inoltrata nel mondo delle ultramaratone passando dalla maratona alla 6 ore e poi al grande salto della 100km, un sogno che si avvera ma dopo una proficua preparazione e convinzione di potercela fare: La parte più bella?La parte più bella quando al 75° si è unito in corsa con me mio figlio Matteo, una gioia indescrivibile una carica che sarei arrivata anche a Ravenna, non sentivo più la stanchezza!

Magdalena Agata Jedrusik: Il Passatore, ne andrò orgogliosa finché vivo

Un'esperienza che dovrebbero provare tutti, introspettiva e mistica

Lo sport prima o poi lo si incontra nella vita, in famiglia, a scuola, con amici, da grande, individuale, in squadra, e a volte si è portati per una disciplina sportiva al punto da sperimentare tanto benessere fisico e mentale da voler fare cose straordinarie come una lunga corsa di 100km attraversando paesi e città prati e valle, odori e rumori, esperienza che per tanti è mistica, in contatto con se stessi. 

Di seguito l’esperienza di Magdalena attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?La mia ‘storia sportiva’ sembra ispirata ad un fotoromanzo strappalacrime di terz'ordine. Da piccola ero molto in carne e sgraziata, occhialuta e piuttosto assoggettata dai coetanei. Di certo, oltre all'aspetto fisico, non aiutava nemmeno il carattere, poco espansivo, e un certo isolamento. Sono figlia unica e da bambina non scendevo quasi mai a giocare nel cortile, perché i miei genitori avevano scelto per me altri passatempi, quali lo studio, il violino e il pianoforte. Di sport nemmeno una traccia. In fondo, in famiglia tutti si erano convinti che non fossi portata per lo sport. Gli anni passavano, china sui libri di scuola e qualche sprazzo di educazione fisica, che era sommaria e marginale, anche se me la cavavo. Una volta al liceo, si iniziò a fare sul serio. Partecipavo alle sedute di allenamento sui 60, 100, 300, 600 metri, faticando come una bestia, senza raggiungere mai il tempo minimo per prendere la sufficienza. Solo in un caso sono andata bene, quando abbiamo fatto 3500 metri, ma nessuno, né la professoressa, né io, e tantomeno i miei, ha colto il significato di quel risultato. Il tempo continuava a passare con inerzia (fisica), fra università, lavoro, casa, quotidianità. Fino a quando, superati i 30 anni, a conclusione di un rocambolesco periodo di ristrutturazione, trasloco e simili tormenti psicofisici, mi sono sentita di avere in corpo un eccesso di energia. Insospettabile, insolita, una forma di esuberanza da incanalare in qualche direzione. Ho deciso di provare con la palestra. Ricordo che nella scheda preparata dall’istruttore c’era il tapis roulant. Avrei potuto camminare, ma ho provato a corricchiare. Allenamento dopo allenamento, 20’ di corsa, poi 30’. Mio marito, che invece ha sempre corso nella sua vita, anche con discreti successi, mi ha spronato a correre fuori dalla palestra, mi ha portato a superare un’ora, e grazie ai suoi preziosi consigli, il salto è stato breve. Ora corro da 8 anni: con alti e bassi, qualche infortunio, tante nuove grandi amicizie ed affetti sinceri. Ho avuto molte soddisfazioni e anche qualche inevitabile delusione. Ho terminato 15 maratone, 15 mezze e una gran quantità di gare più corte.”

lunedì 3 giugno 2019

100 km, anno 2019: Flavio Taverna migliore del mondo uomini Categoria M70

Colpo grosso al passatore per l’ultramaratoneta Flavio Taverna dell’A.S.D. Sange Running
Matteo Simone 

Peccato che anche lo sport di fatica, di Endurance non è esente di situazioni spiacevoli, c'è qualcuno che a tutti i costi vuol essere considerato un eroe facendo prestazioni straordinarie ma tutto ciò non in modo corretto ma utilizzando mezzi e scorciatoie a discapito di altri disposti a faticare onestamente fino alla fine.

Dispiace per gli altri di pari categoria M75, una categoria rara per l'ultramaratoneta, che non possono esultare per i loro risultati.
Sono stato interessato di questo spiacevole evento e ho deciso di scrivere un articolo a proposito di questo mi dispiace ma non si inventa niente.
Colpo grosso al passatore per l’ultramaratoneta Flavio Taverna dell’A.S.D. Sange Running, Categoria italiana: SM75, categoria internazionale SM75. Ottima la sua prestazione finale di 10h45’12” ma ancor più fenomenale è il suo parziale da Vetta le Croci a Borgo San Lorenzo dove ha corso 15 km alla media di 3'48" al km, una velocità che nemmeno il vincitore del Passatore è riuscito a tenere, infatti Marco Menegardi ha corso tale tratto a 4'10" al km.

Stefano Romano, Nove Colli Running 202,4km: E’ sempre la testa che muove le gambe

Ritengo che la possibilità di andare ai Mondiali della 24 ore sia concreta e realizzabile

La 22^ edizione della Nove Colli Running di 202,4km è stata vinta da Paolo Bravi in 19h42'09" che ha preceduto Matteo Grassi 20h40'19", Luca Verducci 21h16'16", Stefano Romano 21h52’07”.

sabato 1 giugno 2019

Margherita Acampora: 42,195 Km, il mio unico pensiero era arrivare al traguardo

Erano il mio obiettivo sin da quando ho iniziato a gareggiare
Matteo SIMONE 

La maratona è una bella sfida per tanti runner che iniziano ad approcciarsi alla corsa.

E' necessario allenarsi adeguatamente facendo allenamenti mirati e soprattutto allenamenti di lunga durata per abituare il fisico e la mente alla fatica prolungata per non rischiare di andare a sbattere contro il temuto “muro” del maratoneta che potrebbe presentarsi virtualmente tra il 30° e il 35° km. 
Di seguito Margherita Acampora racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.

Cross Trofeo Città di Nettuno del 2 giugno: percorso in riva al mare

                     “Lo Sport delle donne” sarà presente al Cross Trofeo Città di Nettuno

Domenica 2 giugno imperdibile appuntamento con il “Cross Trofeo Città di Nettuno” - Memorial B. Macagnano, giunto quest’anno alla sua tredicesima edizione, organizzato da Spiragli di Luce in collaborazione con la Podistica Solidarietà.

Spiragli di Luce è un'associazione sportiva per diversamente abili, che usa lo sport come strumento privilegiato di sviluppo individuale e di integrazione sociale. Il ricavato della manifestazione servirà a finanziare il campo estivo di questi ragazzi.
La gara si svolgerà su di un percorso di circa 10 km, completamente isolato dal traffico e disegnato interamente all’interno della riserva naturale di Torre Astura e dell'area del poligono U.T.T.A.T., con brevi tratti sterrati e in asfalto ed un suggestivo passaggio sulla spiaggia di circa 700 metri.

Translate